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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, voglio innanzitutto ringraziare i miei colleghi relatori-ombra e gli altri colleghi coi quali ho lavorato perché in un solo anno – la proposta della Commissione è del febbraio 2016 – siamo arrivati all'approvazione e a concordare nel trilogo un buon lavoro, io credo, che è una tappa fondamentale per il pieno raggiungimento dell'Unione digitale. Abbiamo raggiunto un buon compromesso in commissione ITRE, chiedendo che il rilascio di questa banda avvenga entro il 2020 ma anche che sia prevista, per alcuni Stati, la possibilità di una piccola dilazione, motivata con alcune specifiche condizioni. E abbiamo chiesto anche un piano di coordinamento per le questioni transnazionali. Penso si tratti di un buon lavoro, equilibrato, che risponde a obiettivi chiari e che ci metterà in condizione di vincere questa gara per la diffusione del 5G e di tutte le tecnologie più avanzate. Oggi è evidente a tutti che la connessione ad alta velocità è fondamentale per la nostra società e per la nostra economia. Si prevede che entro il 2021 il numero degli raddoppierà e che entro il 2020 il traffico Internet aumenterà di ben otto volte rispetto a quello attuale. Cito solo questi due dati per dare la misura dell'incremento e della crescita rapida di tutto ciò che è legato al digitale. Dobbiamo essere pronti a rispondere a questa domanda crescente di connessione. Io penso che dobbiamo farlo perché i consumatori ne hanno bisogno, come le imprese e le amministrazioni pubbliche, per offrire servizi migliori e più efficienti. Penso a tutti i servizi innovativi – sono davanti agli occhi di tutti noi – che stanno nascendo: dalle automobili connesse, a tutta la gestione della sanità a distanza, a tutti i servizi della pubblica amministrazione e anche a tutto il grandissimo tema della digitalizzazione delle imprese. e servizi di comunicazione mobile sono solo alcuni esempi di connettività che stanno conoscendo questo sviluppo a livello globale. E c'è pertanto una richiesta di velocità ma anche di reti di comunicazione in grado di trasportare molti dati, una massa enorme e crescente di dati, raggiungendo aree densamente abitate così come aree remote. Lo sviluppo delle più avanzate tecnologie impone dunque al legislatore europeo di garantire il miglior accesso possibile a Internet per tutti i cittadini, anche nelle zone remote, contribuendo anche allo sviluppo di applicazioni sempre più transfrontaliere e transnazionali. Le frequenze radio non hanno confini, ragion per cui è necessario prevedere un migliore coordinamento dello spettro a livello europeo – io sono una grande sostenitrice da tempo di questa esigenza di coordinamento a livello europeo – ed è in questo contesto che si inserisce la proposta di questa decisione che voteremo domani, che contiene misure specifiche per la liberazione coordinata della banda 694-790 MHz, chiamata più velocemente la "banda dei 700 MHz". Scopo della proposta è creare criteri uniformi a livello europeo per l'assegnazione delle frequenze, per superare barriere all'ingresso, per vincere gli attuali ostacoli alla concorrenza e per offrire questa connettività senza fili ad alta velocità con un carattere universale. La disponibilità di un ampio spettro radio è uno dei presupposti essenziali della diffusione di servizi a banda larga. La sua gestione avviene a livello nazionale – è un bene nazionale – e la vendita dei relativi diritti d'uso può assicurare ingenti entrate ( qualche stato lo ha già fatto) per le casse degli Stati membri. Ma la gestione a livello nazionale dello spettro radio determina condizioni molto diverse tra i singoli Stati, sia in termini di durata di licenze, di obblighi di copertura, ma soprattutto conseguenze di mancata efficienza dell'utilizzo di questa risorsa così preziosa. Ecco perché ad avviso della Commissione, ma anche del Parlamento, occorre intervenire in modo tempestivo, come stiamo facendo, perché lo spettro sia gestito e regolamentato in modo più efficiente. Sostanzialmente la proposta si incentra su due elementi: per la banda 700 c'è un calendario comune affinché sia effettivamente disponibile per l'uso da parte dei servizi senza fili a condizioni armonizzate, con misure di coordinamento a sostegno della fase di transizione. Per la banda di sotto del 700 è prevista una priorità a lungo termine per la distribuzione di servizi di media audiovisivi al grande pubblico, insieme a un approccio flessibile, all'uso dello spettro in risposta al diverso grado di diffusione della televisione digitale terrestre nei vari Stati membri."@it2
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