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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, Commissario, il titolo della relazione di cui discutiamo oggi potrebbe far pensare a problemi lontani, ma in realtà tratta questioni che sono vicinissime ai cittadini europei e di assoluta attualità. L'
è uno strumento estremamente delicato che va programmato bene, fatto funzionare efficacemente e infine comunicato in modo adeguato.
Oggi l'Europa si trova ad un bivio: ha la possibilità di incidere positivamente nella vita di milioni di persone oppure può farsi guidare dalla paura e dagli egoismi nazionali e quindi fallire nei suoi obiettivi. Il Fondo fiduciario per l'Africa è concepito per rispondere alla necessità di sradicare le cause profonde delle migrazioni attraverso degli interventi che mirano a creare sviluppo in quei paesi che sono teatro di emigrazioni di massa.
Per riuscire a rendere efficace il Fondo è necessario: 1) operare sul lungo termine in maniera definita e programmatica, evitando quindi di intervenire solo in chiave emergenziale; 2) prestare una particolare attenzione nei confronti dei paesi meno sviluppati, facendo le opportune differenziazioni tra i diversi contesti; 3) investire su istruzione, salute, formazione e servizi pubblici essenziali; 4) coinvolgere le ONG e la società civile locale nella programmazione e nella realizzazione di tutti i progetti sul campo; 5) prevedere forme di controllo e di monitoraggio periodico da parte di questo Parlamento sull'utilizzo dei fondi; 6) predisporre degli obblighi di trasparenza, di informazione e di diffusione dei risultati che siano facilmente verificabili da parte dei cittadini; 7) pretendere che gli Stati mantengano le loro promesse in materia di finanziamento aggiuntivo.
Per queste ragioni, la relazione che sto presentando in quest'Aula cerca di mettere chiaramente in luce che siamo d'accordo sia sul mettere insieme più risorse al fine di intervenire alla base del problema sia sulla natura di uno strumento che permetta di agire rapidamente con flessibilità di fronte a situazioni urgenti, così come siamo d'accordo a ripristinare le necessarie unità di
.
Allo stesso tempo, però, non possiamo non evidenziare come permangono alcune perplessità. Gli Stati aderenti, ad esempio, a parole si impegnano in pompa magna – come abbiamo visto al
di La Valletta del novembre scorso – ma poi, a riflettori spenti, si dimenticano delle loro promesse e dei loro impegni. Inoltre, dobbiamo segnalare il rischio concreto che i fondi destinati allo sviluppo possano essere dirottati su altri settori, come il controllo dei confini dei paesi coinvolti. Questo tipo di interventi, infatti, non ha nulla a che vedere con lo sviluppo e non risolverà mai il problema alla radice.
Concludo sottolineando come tutte queste tematiche sono state al centro di un costruttivo dibattito tra le parti politiche, che è continuato anche nella fase degli emendamenti e dopo il voto in commissione Sviluppo. Similmente, grazie agli strumenti di partecipazione democratica on line che usiamo come Movimento 5 Stelle, come il sistema Rousseau, molti cittadini hanno avuto la possibilità di conoscere il progetto di relazione e di esprimere la loro opinione ed alcune di queste osservazioni si sono trasformate in emendamenti a mia firma e sono state inserite nel testo votato in commissione. Infine, vorrei ringraziare tutti i relatori ombra per la volontà mostrata in questi mesi di voler contribuire alla redazione di una buona relazione parlamentare su una tematica così delicata."@it2
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