Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2016-06-23-Speech-2-031-000"

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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi inizierò raccontandovi una storia inedita in queste aule. Dieci anni fa, a Roma, al primo gruppo di quello che poi è diventato il Movimento 5 Stelle si era dato un nome: "Utopia e realtà". In Italia ci prendevano tutti in giro, dicendo; "non ce la farete mai, senza soldi, senza giornali..."; tutto e tutti erano contro di noi. Eppure in Italia, dopo solo dieci anni, gli stessi ora ci dicono: "avevate ragione, tenete duro, continuate, rappresentate la speranza". Il vento del cambiamento che, allora, coraggiosi proponevamo ora soffia forte nel nostro paese. Forse lo avete percepito anche voi. Ma noi, cari colleghi, non vogliamo fermarci all'Italia, vogliamo portare l'utopia del cambiamento anche in Europa, in queste aule, in tutti i Paesi membri. L'energia è il tema di oggi. Noi desideriamo che l'Unione fissi obiettivi vincolanti al 40 % per l'efficienza energetica e almeno al 30 % per le rinnovabili, tradotti in specifici obiettivi nazionali. Noi desideriamo che venga identificato un capitolo sui che non li lasci più in balia degli umori ballerini dei vari governi, individuando una definizione condivisa del termine, i diritti di autoproduzione, autoconsumo, stoccaggio e vendita dell'energia in eccesso, forme di supporto, di investimento e di eliminazione dei principali ostacoli amministrativi e di mercato. Noi semplicemente desideriamo che l'unione dell'energia abbia davvero al suo centro i cittadini e che permetta agli europei di sottrarsi per sempre alle costrizioni della geopolitica dell'energia. Noi vogliamo rispettare gli accordi di Parigi e lasciare sotto terra i carburanti fossili, unica garanzia per evitare la catastrofe climatica. Nessuno di noi può prevedere il voto di oggi e soprattutto il nostro futuro, ma sappiamo per certo che la natura ci sta dando dei segnali: inondazioni, siccità, migrazioni, competizione per le risorse. Saranno l'innovazione tecnologica e l'innovazione sociale a portare i cambiamenti necessari. La politica e l'economia dovranno, volenti o nolenti, prima o poi piegare la testa al cambiamento e adeguarsi ai fatti. Questa è una certezza, perché è sempre andata così. Ma non vogliamo, come Europa e come umanità, arrivare in ritardo. Dobbiamo essere il volano, il volano umano..."@it2
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