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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il voto di oggi siamo giunti al termine di un percorso politico che getta le basi di una futura politica migratoria comune.
È stato un lavoro straordinario di allineamento delle diverse posizioni – e ringrazio l'onorevole Metsola per il lavoro svolto insieme – di appianamento delle singole sensibilità e di condivisione di un approccio comune: il fenomeno migratorio non si contrasta ma si gestisce. Si gestisce attraverso tutte le politiche e gli strumenti di cui disponiamo, nella combinazione ottimale tra politica interna e politica estera. Si gestisce attraverso il pieno coinvolgimento di tutti gli attori interessati, tanto a livello europeo, nazionale e locale. Si gestisce attraverso azioni concrete di breve termine e politiche lungimiranti di medio e lungo termine. Si gestisce se vi è la volontà politica di attuare un principio fondante dell'Unione, il principio di solidarietà e piena condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati membri. Noi questa responsabilità politica l'abbiamo assunta.
Il progetto di risoluzione fornisce risposte concrete a quello che è il più grande spostamento di uomini e donne dopo la Seconda guerra mondiale, nonché delinea politiche strutturali dirette ad arginare il fenomeno e a combattere le sue cause profonde. Il filo conduttore delle nostre proposte è l'approccio globale e il centro su cui poggiano è il principio di solidarietà. Il salvataggio di vite umane diventa una priorità assoluta, così come la messa a punto di meccanismi che prevedano la ripartizione di beneficiari di protezione internazionale in tutti gli Stati membri dell'Unione europea. È giunto il momento per gli Stati membri di assumersi le loro responsabilità ed adempiere ai loro obblighi connessi alle misure di ricollocazione fortemente volute da quest'Aula.
Insistiamo sulla necessità di un meccanismo vincolante ed obbligatorio di reinsediamento di un numero considerevole di richiedenti asilo direttamente dai campi profughi dei paesi terzi agli Stati membri, i cosiddetti "corridoi umanitari", senza tuttavia tralasciare il potenziamento di forme analoghe di solidarietà, quali l'ammissione umanitaria e i visti umanitari. Chiediamo misure specifiche per i minori a partire dal diritto all'assistenza legale, sanitaria, all'istruzione, alla tutela, e soprattutto alla non detenzione a causa della loro condizione.
Analizziamo le criticità del Sistema europeo comune di asilo e decretiamo la fine del regolamento di Dublino. La nostra proposta è chiara: andare al di là del concetto dello Stato di primo approdo. Proponiamo di istituire un sistema centrale e collettivo per l'assegnazione delle responsabilità. Un sistema che potrebbe essere concepito stabilendo delle soglie per singolo Stato membro relative al numero degli arrivi. Non si presenterà più una domanda di asilo in Italia o in Grecia, ma in Europa. Commissario Timmermans, è questa la modifica di Dublino che noi ci aspettiamo da Lei, non ritocchi cosmetici ad un regolamento che alla prova dei fatti ha dimostrato di non essere all'altezza delle sfide migratorie di questi ultimi anni.
Gestire il fenomeno migratorio significa anche agire sulle cause profonde della migrazione. Chiediamo una maggiore cooperazione con i paesi terzi, il rilancio di alcuni processi, tra cui Rabat e Karthoum, e soprattutto chiediamo misure forti volte a combattere la tratta e il traffico di esseri umani.
I flussi migratori comprendono anche i migranti economici, chiediamo agli Stati membri di rivedere le loro politiche frammentate in materia di migrazione economica e definire nuove regole in materia di ingresso e residenza. Rivolgendomi a Lei, Commissario, spero che la modifica della Blue card sia ambiziosa e all'altezza dei bisogni identificati nel mercato del lavoro. Il successo di una politica migratoria si misura anche in termini di integrazione. Chiediamo agli Stati membri misure concrete che prevedano la messa a disposizione di alloggi, l'accesso all'educazione, nonché di intensificare il dialogo interculturale.
Signor Presidente, con questa risoluzione noi gettiamo le basi di una politica migratoria comune all'altezza delle sfide del XXI secolo. Sta ora agli Stati membri decidere se seguire la nostra via o decretare il declino definitivo del processo di integrazione europea. Il futuro dell'Europa dipende anche da quanto siamo in grado di condividere il nostro sogno europeo e i nostri valori."@it2
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