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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione possono rappresentare uno strumento potente per contrastare gli effetti di una crisi che ha incenerito milioni di posti di lavoro e letteralmente annientato la vita di decine di migliaia di persone. E quanto sarà più forte e condiviso il documento che riusciremo ad approvare, tanto più sarà difficile per il Consiglio ignorarlo. Non possiamo permettere che siano ripetuti gli errori del passato.
Le indicazioni delle presenti
infatti, non sono state soddisfatte e la situazione nell'arco degli ultimi cinque anni è addirittura peggiorata. Eppure, storicamente, gli sforzi europei si sono concentrati verso il miglioramento costante delle condizioni di vita e di occupazione dei propri popoli: la promozione dell'occupazione, il diritto al lavoro e le condizioni di lavoro, la formazione, il perfezionamento professionale, la sicurezza sociale e il diritto sindacale.
Nonostante ciò, l'Unione ha innestato il turbo sull'economia e sulla finanza, mentre ha lasciato in secondo piano l'urgenza delle politiche essenziali per garantire la ripresa e una vita dignitosa per i cittadini europei. Le riforme strutturali e le politiche di bilancio hanno prodotto una situazione insostenibile, con stagnazione e deflazione in molti Paesi membri, specie nella zona euro, con realtà drammatiche, come possiamo purtroppo vedere in vari Stati, particolarmente in Italia, in Portogallo, in Grecia.
La stessa strategia Europa 2020 ci chiede di porre le condizioni per realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che miri all'incremento del tasso di occupazione, con la creazione della qualità e della quantità di posti di lavoro duraturi, con l'abbattimento del tasso di abbandono scolastico e con l'incremento del livello d'istruzione terziaria. Servono misure di sostegno per chi non ha lavoro ma anche misure di accompagnamento per il reinserimento al lavoro, attraverso la riqualifica delle competenze e azioni che stimolino apprendimento durante tutto l'arco della vita.
Credo, inoltre, sia opportuno definire indicazioni certe sulla povertà assoluta che affligge milioni di europei. Non possiamo continuare a parlare di rischio di povertà. La miseria è la fuori e attanaglia la vita di moltissime persone, condannandole a un'esistenza di stenti e privazioni. Ritengo che si debba intervenire per ridurre la povertà, mirando a sottrarre almeno 20 milioni di persone dall'incertezza e dall'angoscia derivante dalle loro condizioni di vita. È necessario introdurre in tutti i Paesi membri un reddito minimo per combattere la povertà e l'esclusione sociale, come già dichiarato dal Presidente Juncker e dalla Commissaria Thyssen. Ad oggi ben 26 paesi su 28 hanno adottato forme di sostegno al reddito, lasciando però Unione incompiuta, poiché in Italia e in Grecia questo diritto è ancora negato.
Colleghi, possiamo proporre politiche efficaci e condivise per contrastare la disoccupazione, con azioni mirate a favorire non solo le piccole e medie imprese, ma anche le micro imprese le
innovative e le imprese che puntano all'economia verde. Possiamo esprimerci per ridurre la segmentazione del mercato del lavoro attraverso una ristrutturazione della contrattazione collettiva e il coinvolgimento delle parti sociali, contrastando il lavoro sommerso e l'occupazione precaria. Possiamo ridurre le discriminazioni nell'accesso al mercato del lavoro. Possiamo agevolare la mobilità dei lavoratori, laddove questa sia un'opportunità.
Possiamo contribuire allo sviluppo di sistemi pensionistici sostenibili, sicuri, adeguati per donne e uomini, con schemi che garantiscano un sostegno al reddito dignitoso. Possiamo reintrodurre nelle
gli obiettivi della strategia Europa 2020, incrementando sensibilmente l'occupazione dei cittadini. Possiamo rimettere al centro i principi costitutivi dell'Unione economica, sociale e culturale creando occupazione, coesione e inclusione.
Possiamo, adesso! Spero quindi che ci possa essere un'espressione netta da parte di questo Parlamento, perché 500 milioni di cittadini europei aspettano una risposta efficace: questa risposta diamola noi insieme."@it2
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