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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei partire da una premessa e da un'analisi che, pur non essendo mia, condivido appieno.
A dicembre avevo recapitato a tutti i miei colleghi un breve ma ben approfondito saggio nel quale un professore universitario ed ex ministro italiano, il professor Guarino, elencava molteplici ragioni e cause dell'attuale crisi in cui versa l'Europa. Tra queste cause una risiede proprio nell'approvazione del patto di stabilità e crescita che, nei fatti, impone agli Stati membri assurdi vincoli di bilancio e si scontra con gli obiettivi di crescita previsti dai trattati europei.
Questo regolamento, infatti, indica come obiettivo a medio termine per gli Stati membri una situazione di bilancio che prevede un saldo vicino al pareggio o positivo. In pratica si è tolta nei fatti la possibilità di indebitamento che in situazioni di crisi come quella di oggi risulta la sola opzione percorribile.
Il patto di stabilità e crescita, seguito poi dalla sua revisione, da
e
terminando col
ha negato la possibilità di crescita e sviluppo per gli Stati membri, avendo come unico obiettivo il pareggio di bilancio, che da solo non è affatto garanzia di crescita e sviluppo. Tutto questo, in aggiunta, in piena contraddizione con quanto previsto dai trattati europei, fonte massima del diritto dell'UE, che indicano chiaramente la possibilità per uno Stato di potersi indebitare per fini di crescita entro i limiti previsti dalla procedura per i disavanzi eccessivi.
Vorrei chiedere quindi alla Commissione come interpreta questa palese contraddizione e se intende in qualche modo agire per risolvere questa questione. Quello che mi sembra però di capire chiaramente è che le regole si possono interpretare a seconda degli interessi in campo o della volontà politica, poiché quando queste regole europee sono state violate da Francia o Germania si è volentieri chiuso un occhio, se non due, come continua del resto ad avvenire per il problema relativo allo sforamento del surplus commerciale tedesco sul PIL.
L'Unione europea si dimostra, purtroppo, in ogni caso sempre debole con i forti e forte con i deboli."@it2
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