Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2015-04-28-Speech-2-793-000"
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, la vulnerabilità delle società democratiche avanzate, basate sul rispetto dei diritti e della libertà, è evidente agli occhi di tutti.
Le minacce sono molteplici e spesso insospettate: si pensi all'uso dei droni per usi civili, o all'utilizzo comune e diffuso di sostanze chimiche cosiddette "
". Esistono incongruenze nei nostri sistemi di sicurezza che ancora non si riescono a superare. Uno dei problemi maggiori è senz'altro il commercio illegale di armi, strettamente proibito nei confronti degli Stati ritenuti all'origine delle attività terroristiche, esso riappare sotto forme legittimate nel commercio dei componenti delle armi stesse. Sono stati compiuti grandi sforzi a livello europeo per armonizzare e rafforzare le norme in materia di controllo delle armi, ma quando ci si sposta sul piano dell'efficacia dei meccanismi di attuazione e controllo, ci si accorge che persistono dannose differenze. Un'efficace cooperazione a livello europeo resta ancora un obiettivo incompiuto.
Le dinamiche degli avvenimenti di Parigi sono chiare: la minaccia di questo nuovo "terrorismo interno", che spesso si intreccia con il crimine organizzato, si avvale di strutture, contatti e armamenti che provengono da altri paesi. Questi terroristi sfruttano le nostre libertà fondamentali per nascondersi, spostarsi e colpire. Ciò avviene sia all'interno dell'Europa sia nei paesi confinanti, sia nell'Est sia nel Medio Oriente.
Mi riferisco qui ad un altro inquietante aspetto di questa vicenda: i
. Come è noto il "valore aggiunto negativo" di costoro è la possibilità di viaggiare e spostarsi facilmente dentro e fuori i confini d'Europa. È chiaro, quindi, che senza un'attiva cooperazione di
e di polizia – penso, ad esempio, ad un rafforzamento del sistema automatico per l'identificazione delle impronte digitali – non potremo monitorare efficacemente questi criminali. Vanno dunque identificati e rimossi decisamente gli ostacoli che impediscono o rallentano questa cooperazione.
Attenzione però ai "cavalli di Troia". La paura non deve essere un alibi per comprimere le nostre libertà fondamentali. Non si combatte il terrorismo impedendo ai nostri cittadini di viaggiare, né violando in modo sistematico la nostra privacy. Ci occorre maggiore efficienza nel coordinamento delle forze di polizia e maggiore scambio di informazioni mirate. Questa sinergia dovrà inoltre saper coinvolgere anche il settore privato e le ONG attive in questo campo."@it2
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