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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente Renzi, la campagna elettorale è finita ma noi in questa casa della democrazia abbiamo sentito parlare delle solite storie: sviluppo, crescita, flessibilità. Ma nessuna parola è stata rivolta verso quei milioni di cittadini esclusi sistematicamente da tutti i processi decisionali che li riguardano.
Sono tanti i tavoli aperti per la globalizzazione economica e finanziaria. Ieri il Marocco, oggi gli Stati Uniti, domani la Cina, la Tunisia e poi chissà. Ma quelli per la globalizzazione dei diritti, Presidente? Avete mai aperto un tavolo, uno, per negoziare l'equiparazione dei diritti dei lavoratori, per garantire un'equa concorrenza in Europa e con i Paesi extraeuropei? Vi ponete la domanda delle condizioni dei lavoratori nei Paesi a cui chiedete il libero scambio? Chi dà una risposta all'agricoltore spagnolo, italiano o portoghese, che si trova sul mercato i suoi prodotti a metà prezzo ed è costretto a chiudere l'azienda? Come spiegate ai lavoratori sottopagati polacchi, agli sfruttati rumeni, ai milioni e milioni di disoccupati e disperati europei senza nessun reddito?
Noi ci chiediamo, in qualità di cittadini europei, che futuro ha un'Europa che delocalizza le braccia dei lavoratori dove il costo del lavoro non conosce dignità, delocalizza i portafogli nei paradisi fiscali, spesso sede di multinazionali, e mantiene qui solamente la testa, ossia i centri amministrativi e finanziari, che pian piano vengono circondati però da rabbia sociale e da tanta miseria. E il Parlamento europeo cosa fa? Spende duecento milioni di euro l'anno per la trasferta qui a Strasburgo e allo stesso tempo destina pochi spiccioli per affrontare continue tragedie umanitarie, come i drammatici salvataggi di vite umane nel Canale di Sicilia.
È questa l'Europa che volete, signor Presidente? Noi sinceramente no.
Parlate di discontinuità: ma qual è la vostra concezione di discontinuità, di cambiamento, di nuova generazione? È forse la nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione e di Martin Schulz a Presidente di questo Parlamento? Popolari e socialdemocratici uniti nella spartizione di potere e di poltrone con l'avallo di qualche piccolo gruppo.
Noi vogliamo cambiare: noi vogliamo un'Europa diversa, un'Europa diversa innanzitutto nella tipologia di trattati, di accordi, di linea politica. Abbiamo sentito parlare con fervore di trattati come il
ma mai in queste istituzioni si è parlato di
o di una qualche misura sociale di riequilibrio, materia che a voi evidentemente non interessa. Vi abbiamo visto entusiasti nell'azionare il Meccanismo europeo di stabilità ma non abbiamo mai visto nessun entusiasmo nell'ipotizzare un Meccanismo europeo di stabilità sociale, in cui si predilige reddito, lavoro e dignità dei cittadini.
E adesso sentiamo nelle vostre parole un grandissimo entusiasmo quando pronunciate l'acronimo TTIP, suona bene vero? Se davvero sarà data la possibilità alle multinazionali che operano nei mercati riuniti di poter agire in giudizio contro i governi nazionali, allora davvero si potrà dire realizzato il più perverso disegno della globalizzazione, ossia i governi che vengono controllati dai mercati. Avete un'idea di quali siano le conseguenze che comporta questa sigla TTIP, ossia accordo sul libero commercio e sugli investimenti tra gli Stati Uniti e l'Europa? Si fanno incontri segreti che escludono noi cittadini dalla discussione e si spalancano le porte a ristrette e potentissime
che decideranno tutto del nostro futuro, un futuro che regalerebbe completamente alle multinazionali il nostro mercato, il cibo che mangiamo, i farmaci con cui ci curiamo, l'aria che respiriamo.
Con questo trattato, chi potrebbe impedire la vendita nei mercati spagnoli, italiani o portoghesi di un pomodoro OGM costruito in un laboratorio del Texas? Oppure di un Parmigiano Reggiano "
Minnesota"? Chi farebbe controlli e regolerebbe la tutela delle tipicità dei territori, e sulla base di quali norme? Un accordo ad appannaggio delle solite multinazionali che farebbe tabula rasa delle piccole e medie imprese e dei tanti lavoratori che rappresentano storicamente l'architrave del benessere della società europea. Ma questo trattato chi lo vuole? Chi lo sta portando avanti?
Come Movimento 5 Stelle, già a partire da questo mese di luglio, in tutte le commissioni avvieremo con determinazione e coraggio un processo di trasparenza e di vigilanza sul trattato TTIP. I cittadini devono poter dire la loro.
Noi, Presidente Renzi, ci aspettiamo da questa presidenza che venga intrapreso un percorso diverso rispetto a quello tracciato finora. Il modello della globalizzazione rappresenta per l'Unione europea quasi un dogma irrinunciabile e indiscutibile. Ma siamo davvero sicuri che non sia arrivato il tempo in cui è la stessa globalizzazione a controllare questi governi?"@it2
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