Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2012-11-19-Speech-1-153-000"

PredicateValue (sorted: default)
rdf:type
dcterms:Date
dcterms:Is Part Of
dcterms:Language
lpv:document identification number
"en.20121119.23.1-153-000"6
lpv:hasSubsequent
lpv:speaker
lpv:spoken text
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@it12
lpv:spokenAs
lpv:translated text
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@cs1
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@da2
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@de9
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@el10
". − Mr President, ladies and gentlemen, Commissioner, 23 years after the UN Convention on the Rights of the Child, the internet is becoming the new frontier at which the rights of minors have to be protected and promoted, given the growing penetration of the internet among children and adolescents in Europe – a kind of symbiotic relationship which helps to form their personalities and the way in which they relate to the outside world. A few years ago, the average age at which children had their first access to the internet was around 9 years old, but today, the first steps on the web, for those born in the digital age, are being taken even before they learn to read or write. Young people under 16 use computers for study, play, watching video clips, downloading videos and music, file sharing, and for visiting chat rooms, blogs and virtual worlds. However, the majority of children between the ages of 9 and 16 have their profile registered on a social network, many using a fictitious identity, and a quarter of adolescents declare an older age than their real one. Twelve per cent of those in the 9 to 16 age group report that they have been harassed, in particular by being bullied (40 %) and by content and approaches of a sexual nature (25 %). Therefore, opportunities and threats coexist on the internet; nowadays the internet is indispensable for the integration of children from a social, educational and work point of view, but the European institutions and the Member States must do their utmost to ensure that minors are guaranteed the conditions they need for their education and to keep themselves informed, the rules required for safe navigation, and that providers, business and educators are made aware of their responsibilities. The report proposes a holistic approach in respect of the promotion and protection of the rights of children online. Exchanges with the various political groups in the Committee on Culture and Education and the shadow rapporteurs – whom I would like to thank – allowed us to arrive at a compromise text which was highly satisfactory even though it deals with a topic about which there are different sensibilities and trends. The work carried out with the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs and its rapporteur, Ms Hedh, made a significant contribution. The report welcomes and incorporates – with precise recommendations – the recent communication from the Commission for a better internet for children. It was our aim to strike a balance between the fundamental rights of the child in the digital world, the right to access to education, the right to protection and the right to digital citizenship, in a new system of governance which puts at its heart, as paramount, the interests of the child, as a person undergoing education and as a European citizen, on the basis of Article 24 of the European Charter of Fundamental Rights and the Treaty. Where governance is concerned, we call on the Commission to mainstream children’s rights across all the policies of the European Union that refer to the internet, to continue to finance specific programmes such as the Safer Internet Programme on the basis of a report and monitoring, and to take appropriate measures, through the internet among other things, which make it possible to coordinate the implementation of codes of conduct and the CEO coalition initiative. In addition, we support the Commission’s proposal to take legislative action if the adoption of the current codes of self-regulation should fail. As regards safe and untroubled access to internet use, we propose taking measures for an educational alliance among families, schools, associations and those involved in media and audiovisual services, to integrate these skills in school curricula and to train trainers and adults; vigilance in respect of the online marketing and publicising of harmful substances; an exchange of good practice in the role of informal education by the dissemination among adolescents of positive and good practices on the internet; the access of minors to safe and high-quality pluralistic digital content in educational programmes and services and, in particular, in the public service media. As regards the right to protection, the report makes a clear distinction between illegal content and unsuitable and dangerous content. For the dangerous and unsuitable material, we call for action to protect identity and privacy; to prevent excessively early contact with sexuality, grooming and improper behaviour – including that towards other minors, such as online bullying and sexting. Furthermore, we call on the Commission to maintain the initiative for classifying unsuitable content and, in general, for all the technical innovations that guide parents and children; we support the proposal from Ms Reding on the protection of personal data, privacy, the right to be forgotten, with specific measures for minors, and with mandatory parental consent for the processing of their data. As regards illegal content, however, there must be tools which are effective in dealing with online crimes such as grooming, and we would repeat that such crimes are of a cross-border nature and so stronger international cooperation is required in dealing with computer crime and in supporting hotlines. Finally, we would encourage – and we call on the Commission to encourage – the Member States to give whatever support they can to digital citizenship, which is crucial for the development of an intelligent and inclusive Union and civic participation, including that on the internet, by minors."@en4
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@es21
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@et5
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@fi7
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@mt15
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@pl16
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@ro18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@sk19
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@sl20
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, a 23 anni dalla Convenzione ONU sull'infanzia, Internet diventa la nuova frontiera per tutelare i diritti dei minori e promuoverli per la grande penetrazione crescenti di Internet tra i bambini e gli adolescenti europei, una sorta di simbiosi che struttura la loro personalità e la loro modalità di relazione col mondo esterno. L'età media del primo accesso alla rete qualche anno fa si aggirava intorno ai 9 anni ma oggi i primi passi su Internet dei nativi digitali vengono fatti ancor prima di imparare a leggere o a scrivere. I ragazzi sotto i 16 anni usano il computer per studiare, giocare, vedere scaricare video e musica, per visite di e mondi virtuali. Ma la maggioranza dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni sono registrati su un con il loro profilo; molti si presentano con identità fittizie e un quarto di adolescenti dichiara un'età superiore a quella reale. Il 12% dei nove-dodicenni dichiara di essere stato molestato, in particolare, dal bullismo per il 40% e da contenuti e approcci a carattere sessuale per il 25%. Quindi convivono sulla rete, opportunità e rischi: la rete ormai è indispensabile per l'integrazione sociale, formativa, lavorativa dei ragazzi ma le istituzioni europee e gli Stati membri devono adoperarsi perché siano garantite ai minori condizioni di educazione, informazione, regole per una navigazione sicura e responsabilizzazione degli operatori, imprese ed educatori. La relazione propone un approccio olistico in materia di promozione e tutela dei diritti del minore . Lo scambio con i diversi gruppi politici della commissione CULT e dei relatori ombra, che ringrazio, ha permesso di arrivare a un testo di compromesso ampiamente soddisfacente, anche se si tratta di una materia su cui ci sono diverse sensibilità e orientamenti. Significativa è stata la collaborazione della commissione LIBE e della sua relatrice Anna Hedh. La relazione accoglie e integra, con precisi indirizzi, la recente comunicazione della Commissione per un Internet più sicuro per i minori. Il nostro intento è stato quello di bilanciare i diritti fondamentali del minore nel mondo digitale, diritto all'accesso all'istruzione, diritto alla protezione e diritto alla cittadinanza digitale, in una nuova che metta al centro l'interesse prevalente del minore come persona in formazione e come cittadino o cittadina europei sulla base dell'articolo 24 della Carta europea e del Trattato. Nell'ambito della chiediamo alla Commissione di inserire i diritti del bambino trasversalmente in tutte le politiche dell'Unione europea che facciano riferimento alla rete, di rifinanziare programmi specifici come sulla base di una relazione e di un monitoraggio e di adottare misure adeguate anche a mezzo di Internet e per coordinare l'implementazione dei codici di condotta e dell'iniziativa . Inoltre, condividiamo la proposta della Commissione per intervenire per via legislativa, se fallisse l'adozione dei codici di autoregolamentazione in corso. Per quanto riguarda l'accesso all'uso di Internet in serenità e sicurezza, proponiamo di sostenere misure per un'alleanza educativa tra famiglie, scuole, associazioni e servizi mediali e audiovisivi, di integrare queste competenze nei curricula scolastici e la formazione degli educatori e degli adulti; la vigilanza sulla commercializzazione e publicizzazione di prodotti dannosi; lo scambio di buone pratiche sul ruolo dell'educazione non formale per la diffusione tra gli adolescenti di pratiche positive e sicure nella rete; l'accesso dei minori a contenuti digitali pluralistici, di qualità e sicuri nei programmi scolastici e nei servizi e, in particolare, nel servizio pubblico dei media. Per quanto riguarda il diritto alla tutela, la relazione distingue con chiarezza i contenuti illegali da quelli inappropriati e pericolosi. Per gli aspetti pericolosi e inappropriati, richiamiamo azioni di tutela dell'identità e della privacy; prevenire il precoce impatto con la sessualità, col con comportamenti impropri anche verso altri minori, come il "cyberbullismo" e il . Inoltre, chiediamo alla Commissione il sostegno all'iniziativa di classificazione dei contenuti inadatti e, in generale, tutte le innovazioni tecniche che possono orientare genitori e ragazzi; sosteniamo al proposta della Commissaria Reding sulla protezione dei dati personali, della privacy, col diritto all'oblio, con specifiche misure sui minori, anche con un obbligo di consenso parentale per il trattamento dei loro dati. Per i contenuti illegali è necessario però che ci siano strumenti efficaci contro i reati come l'adescamento e ribadiamo il carattere transfrontaliero dei reati e quindi una cooperazione più forte e internazionale in materia di criminalità informatica e sostegno alle . In ultimo, incoraggiamo – e chiediamo alla Commissione di incoraggiare – negli Stati membri tutte quelle forme che possono dare sostegno alla cruciale per lo sviluppo di un'Unione intelligente e inclusiva e di una partecipazione civica anche attraverso la rete da parte dei minori."@sv22
lpv:unclassifiedMetadata
"CEO coalition"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"Safer Internet"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"Silvia Costa,"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"blog"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"chat room"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"digital citizenship"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"file sharing"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"governance"18,5,20,15,15,1,19,19,14,14,16,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"grooming"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"hotline"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"online"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"relatrice"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"sexting"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"social network"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
"videoclip"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,10,2,7,3,13,21,9,17,12,8
lpv:videoURI

Named graphs describing this resource:

1http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Czech.ttl.gz
2http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Danish.ttl.gz
3http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Dutch.ttl.gz
4http://purl.org/linkedpolitics/rdf/English.ttl.gz
5http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Estonian.ttl.gz
6http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Events_and_structure.ttl.gz
7http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Finnish.ttl.gz
8http://purl.org/linkedpolitics/rdf/French.ttl.gz
9http://purl.org/linkedpolitics/rdf/German.ttl.gz
10http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Greek.ttl.gz
11http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Hungarian.ttl.gz
12http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Italian.ttl.gz
13http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Latvian.ttl.gz
14http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Lithuanian.ttl.gz
15http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Maltese.ttl.gz
16http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Polish.ttl.gz
17http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Portuguese.ttl.gz
18http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Romanian.ttl.gz
19http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Slovak.ttl.gz
20http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Slovenian.ttl.gz
21http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Spanish.ttl.gz
22http://purl.org/linkedpolitics/rdf/Swedish.ttl.gz
23http://purl.org/linkedpolitics/rdf/spokenAs.ttl.gz

The resource appears as object in 2 triples

Context graph