Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2012-05-09-Speech-3-194-000"

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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@cs1
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@da2
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@de9
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@el10
"Mr President, ladies and gentlemen, I would like to invite the Commission not to be too cautious, on the other hand, and, above all, I would like to invite the House not to be too fixated on the agricultural issue. We cannot carry on considering trade relations between the European Union and Mediterranean countries solely from the point of view of agriculture and, in fact, the report takes a totally different line. We asked for more connection with civil society, more study grants – and I would like to thank the Commissioner for what he said at the beginning on the development of the programme – I believe – it is not an issue which concerns the DG Trade – but I believe that it would be useful also to have an something specifically for the Mediterranean countries, as a written declaration from Parliament had, in fact, requested. We are calling for bilateral chambers of commerce between the European Union and the Mediterranean countries which do not yet exist. We are calling for new credit instruments, something – also through the work we have done with the European Investment Bank (EIB) and European Bank for Reconstruction and Development (EBRD) – is starting to happen, also for small and medium-sized enterprises (SMEs), and we are especially calling for liberalisation of this trade through the possibility of allowing new players and entities, like SMEs in fact, to emerge in southern Mediterranean countries. There is an extraordinary amount of talent in this area in the Arab countries that has always been suppressed by the oligarchies in power. In this sense, technical cooperation to dismantle non-tariff barriers – all elements of our report – is crucial. Let us not miss this opportunity. We have the opportunity to use commercial policy, the exclusive competence of the European Union, to do a truly political job, part of which has still not been done, in order to support these processes. There are those who say that nothing has happened, that there have been no Arab Springs. I challenge anyone in this House eighteen months ago to imagine that Mubarak, Ben Ali and Gaddafi would have fallen from power in their countries in the space of a just a few months. Something has happened, and the development and outcome depend also on us, and also on commercial policy instruments, and I must just briefly say a word about the contribution of our Green friends who have just left us: do not have an ideological approach. It is not true that commerce is not good for development, quite the opposite. The report demonstrates all the rest."@en4
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@es21
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@et5
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@fi7
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@mt15
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@pl16
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@ro18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@sk19
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@sl20
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, io invito la commissione a non essere troppo prudente, viceversa, e soprattutto invito i colleghi a non essere ossessionati dalla questione agricoltura. Non possiamo continuare a vedere le relazioni commerciali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo soltanto dal punto di vista dell'agricoltura, e del resto il rapporto va esattamente in una direzione diversa, cioè noi abbiamo chiesto più collegamento con la società civile, più borse di studio – io ringrazio il Commissario per quello che ha detto in apertura sullo sviluppo dell' credo – non è questione che riguarda la DG Trade – ma credo che sarebbe utile avere anche uno strumento qualcosa di specifico per i paesi del Mediterraneo, come una dichiarazione scritta del Parlamento peraltro aveva richiesto. Chiediamo camere di commercio bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del Mediterraneo che ancora non ci sono. Chiediamo nuovi strumenti di credito, qualcosa – anche col lavoro che abbiamo fatto attraverso la BEI e la BERS – comincia ad esserci, anche disponibile per le piccole e medie imprese, e chiediamo soprattutto di liberalizzare questi scambi commerciali attraverso la possibilità di fare emergere nei paesi del sud nuovi attori, nuovi soggetti, come appunto piccole e medie imprese. C'è un talento straordinario nei paesi arabi sotto questo profilo, che è sempre stato oppresso dalle oligarchie che sono state al potere. E sotto questo profilo la cooperazione tecnica per smantellare le barriere non tariffarie – tutti elementi del nostro rapporto – è cruciale. Non perdiamo questa occasione. Abbiamo la possibilità attraverso la politica commerciale, competenza esclusiva dell'Unione europea, di fare un vero lavoro politico, che ancora in parte non è stato fatto per sostenere questi processi. C'è chi dice che non è successo nulla, che non sono state primavere arabe. Io sfido chiunque un anno e mezzo fa in quest'Aula a immaginare che Mubarak, Ben Ali e Gheddafi in pochi mesi non sarebbero stati più al potere nei loro paesi. Qualcosa è accaduto, l'evoluzione, l'esito dipende anche da noi, dipende anche dagli strumenti di politica commerciale e devo dire una sola parola rispetto all'intervento dei nostri amici verdi che ci hanno lasciato: non abbiate un approccio ideologico, non è che sempre il commercio è negativo per lo sviluppo, tutt'altro. La relazione dimostra tutto il resto."@sv22
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"Erasmus Med"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,2,10,7,3,13,4,21,9,17,12,8
"Erasmus Mundus"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,2,10,7,3,13,4,21,9,17,12,8
"Niccolò Rinaldi,"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,2,10,7,3,13,21,9,17,12,8
"relatore"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,2,10,7,3,13,21,9,17,12,8
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