Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2012-02-02-Speech-4-291-000"

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"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@it12
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"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@cs1
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@da2
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@de9
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@el10
"A regulation defining collective redress is not only desirable but it is also urgent and cannot be delayed, especially when we consider that, in the majority of cases, the ‘collective’ victims come from the weakest sections of the population, both in terms of education and from an economic perspective. This implies that, in the majority of cases, the infringements perpetrated against these groups go unpunished due to economic barriers (the cost of an individual case being disproportionate to the possible compensation) and psychological ones (fears about the length of procedures) and difficulties in accessing the necessary information. Vice versa, bundling the claims would not only strengthen their legal position but would also make it possible to simplify the processes and reduce their costs. On the other hand, there remain quite a few problems, both with regard to the different jurisdictions in individual Member States and to the need to curb misuse of the instrument. In any event, it is advisable for the EU to have a common horizontal approach to the issue, without following the US class action model and without amending national laws, and to establish a horizontal reference framework instrument that enables citizens and companies to enforce their rights under EU legislation."@en4
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@es21
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@et5
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@fi7
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@fr8
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@hu11
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@lt14
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@lv13
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@mt15
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@nl3
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@pl16
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@pt17
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@ro18
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@sk19
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@sl20
"Una regolamentazione che definisca la materia dei ricorsi collettivi è non solo auspicabile ma urgente e indifferibile. Tanto più se si considera che, nella maggior parte dei casi, le vittime "collettive" risultano appartenere alle fasce più deboli della popolazione, sia in termini di istruzione, che sotto il profilo economico. Questo aspetto implica che, nella maggior parte dei casi, le violazioni perpetrate a danno di questi ceti restino impunite a causa di ostacoli di natura economica (sproporzione tra i costi di una causa individuale ed eventuale risarcimento) e psicologica (i timori per la lunghezza delle procedure) e delle difficoltà di accesso alle informazioni necessarie. Viceversa, l'accorpamento delle richieste oltre a rafforzarne la posizione processuale consentirebbe anche di semplificare i processi e abbattere i costi. D'altro canto, sussistono non poche difficoltà, sia in merito alle differenti giurisdizioni presenti nei singoli stati sia rispetto all'opportunità di contenere l'abuso dello strumento. In ogni caso, è opportuno che l'UE si doti di un approccio orizzontale comune al tema, senza ricalcare il modello di statunitense e senza modificare le legislazioni nazionali, e stabilisca uno strumento quadro orizzontale di riferimento che consenta a cittadini e imprese di far valere i propri diritti sanciti dall'UE."@sv22
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"Andrea Cozzolino (S&D ),"18,5,20,15,1,19,14,16,11,22,7,2,10,3,13,21,9,17,12,8
"class action"18,5,20,15,1,19,14,11,16,22,7,2,10,3,13,21,9,17,12,8
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