Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2007-03-12-Speech-1-119"

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"en.20070312.19.1-119"6
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". – Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l’uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E’ stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch’essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l’esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell’intera collettività, in un’Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell’Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il settimo programma quadro e quant’altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l’esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all’immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell’Unione, un rigore che, come dicevo all’inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell’approfondire ancora una volta e nell’analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt’oggi all’Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell’arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell’arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un’attenzione particolare da parte dell’Unione. L’altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l’85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un’indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l’accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt’oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@cs1
"Hr. formand, mine damer og herrer! Det glæder mig meget, at vi her i aften kan afholde den endelige forhandling om køreplanen for ligestilling mellem kønnene. I den forbindelse har Udvalget om Kvinders Rettigheder og Ligestilling i de sidste par måneder været beskæftiget med at analysere et meget interessant dokument, som Kommissionen har givet os. Det var vigtigt, at også kommissær Špidla arbejdede videre med køreplanen, ikke mindst fordi der er tale om et spørgsmål, som ikke lige bliver løst på en gang. Det tredje punkt, som vi overvejede, og som også er en konsekvens af situationen, er nødvendigheden af at forene arbejdsliv og familieliv. For at det skal være muligt at forene arbejdsliv og familieliv har vi således fastlagt en række politikker, som kunne - både på europæisk plan, men også i form af retningslinjer til medlemsstaterne - give et meget stort bidrag på dette område, idet man kommer ind på omkostningerne ved mødres og fædres barselsorlov - der bør påhvile samfundet som helhed, eftersom der fødes stadig færre børn i Europa - og det gamle, men stadig uløste spørgsmål om nødvendigheden af bedre, mere tilgængelige og mere fleksible pasningsmuligheder, ikke blot når det gælder børn, men også når det gælder handicappede, alvorligt syge og ældre mennesker. Hvis dette skal være muligt, er det absolut nødvendigt at medtage kønspolitikken i EU-budgettet og i fællesskabsprogrammerne - f.eks. strukturfondene og det syvende rammeprogram - idet vi også tager højde for dette aspekt i politikkerne udadtil. Vi mener nemlig, at der i alle tiltrædelsespolitikkerne - men også i naboskabspolitikken, udenrigspolitikken og udviklingspolitikken - skal tages højde for de politikker, der drejer sig om respekt for kvinders rettigheder. Sidst, men ikke mindst, skal vi tage alle de problemer op, der er forbundet med indvandring, lige fra slaveri til polygami og lemlæstelse af kvinders kønsorganer, og her skal EU udvise en strenghed, der - sådan som jeg sagde i starten - svarer til nultolerance. Ved at gå i dybden med dette spørgsmål endnu en gang og ved at analysere alle de aspekter, som man har forelagt os, fik vi ikke mindst mulighed for at se på nogle væsentlige punkter. Vi gik ud fra det princip, som hele vores arbejde bygger på, nemlig at der i alle politikker skal lægges vægt på at fremme den enkeltes rettigheder, og en naturlig konsekvens af dette er, at det er nødvendigt med nultolerance på europæisk plan. I denne køreplan var vores udgangspunkt først og fremmest, at fremme af menneskerettighederne ligger til grund for … Jeg prøver igen. Vores udgangspunkt var fremme af menneskerettighederne, og som en naturlig konsekvens heraf er vi nået frem til den konklusion, at når vi sætter rettighedernes fremme i centrum, bør vi også indføre nultolerance over for den manglende overholdelse af disse rettigheder. Vi er desværre klar over, at volden også i dag er et problem i Europa, og at det er et omfattende og væsentligt problem. Det fremgår nemlig af de tal, som vi har til rådighed, at en ud af tre kvinder bliver udsat for vold på et tidspunkt i livet. Vi ved også, at 52 % af Europas befolkning er kvinder, og derfor mener vi, at der selv i dag i Europa er en meget stor procentdel af mennesker, som bliver udsat for vold på et tidspunkt i livet. Det er nødvendigt, at EU er særligt opmærksom på dette aspekt. Det andet punkt, som vi har beskæftiget os med, er fattigdommen. Også i dette tilfælde står der i utroligt mange tidligere betænkninger, at fattigdomsrisikoen navnlig rammer kvinder, eftersom 85 % af alle enlige forældre er kvinder, og eftersom dette som regel anses for at være den faktor, der gør det lettest at nærme sig fattigdomsgrænsen. Også i den forbindelse mener vi, at en af de vigtigste ting, som vi kan gøre på fællesskabsplan, er at styrke alle de politikker, der kan sikre kvindernes økonomiske uafhængighed, dvs. de politikker, som letter adgangen til arbejdsmarkedet. Selv om situationen selvfølgelig er forskellig i de enkelte lande, er der selv i dag en væsentlig forskel mellem mænds og kvinders arbejdsløshed. Når kvinderne har arbejde, har man konstateret, at kvinder i gennemsnit får en løn, der er 15 % lavere end mændenes for det samme arbejde. Derfor - og også i betragtning af denne situation - anmoder vi om politikker og om opmærksomhed på, at dette ikke længere må ske."@da2
"Herr Präsident, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich freue mich ganz besonders, dass wir heute Abend die Schlussaussprache über den Fahrplan für die Gleichstellung von Frauen und Männern durchführen können. Der Ausschuss für die Rechte der Frau und die Gleichstellung der Geschlechter hat sich in den letzten Monaten bemüht, ein uns von der Kommission vorgelegtes, äußerst wichtiges Dokument zu analysieren. Bedeutsam ist ferner, dass die Arbeit an diesem Fahrplan auch von Kommissar Špidla vorangebracht wurde, nicht zuletzt, weil dies eines jener Themen ist, die nie ein für allemal abgeschlossen sind. Der dritte und nicht weniger folgerichtige Punkt, den wir in Betracht gezogen haben, war die Forderung nach Vereinbarkeit von Berufs- und Familienleben. Es wurden einige politische Maßnahmen aufgezeigt, die – zum einen auf europäischer Ebene, aber auch auf Ebene der Mitgliedstaaten – einen enormen Beitrag zu dieser Vereinbarkeit leisten könnten. Hier kommt die Frage der Kosten von Mutter- bzw. Vaterschaft ins Spiel, für die die Allgemeinheit aufzukommen hat, in einem Europa, wo immer weniger Kinder geboren werden, womit wir bei dem uralten, aber immer noch ungelösten Problem der Betreuungsdienste, nicht nur für Kinder, sondern auch für Menschen mit Behinderungen und ältere Menschen, wären, die ausgebaut, zugänglicher und flexibler gestaltet werden müssen. Um dies zu bewerkstelligen, halten wir es für unerlässlich, die Geschlechterpolitik in den Haushaltsplan der Union und in die Gemeinschaftsprogramme, insbesondere die Strukturfonds, das Siebte FuE-Rahmenprogramm usw. einzubeziehen. Dabei müssen auch nach außen gerichtete politische Schritte unternommen werden, denn die Achtung der Rechte der Frau darf weder in der Beitrittspolitik, noch in der Nachbarschafts-, der Außen- oder der Entwicklungspolitik unberücksichtigt bleiben. Und schlussendlich gilt es, die keineswegs weniger wichtigen Probleme im Zusammenhang mit der Einwanderung anzupacken, denen gegenüber – angefangen bei der Versklavung über die Polygamie bis hin zu Genitalverstümmelungen – die Union eine strenge Haltung einnehmen muss. Wie ich zu Beginn schon sagte, dürfen wir keinerlei Toleranz walten lassen. Als wir alle uns unterbreiteten Themen nochmals eingehender untersuchten und beleuchteten, konnten wir unser Augenmerk vor allem auf einige grundlegende Fragen richten. Dabei gingen wir von dem Prinzip aus, das unserem ganzen Verhalten zugrunde liegt, d. h. dass der Förderung der Rechte des Individuums in allen Politikbereichen Vorrang eingeräumt werden muss und es demnach – als logische Konsequenz – keine Toleranz auf europäischer Ebene geben darf. In diesem Fahrplan haben wir als Erstes festgelegt, dass die Förderung der Rechte des Individuums … Ich fahre fort. Unser Ausgangspunkt war die Förderung der Rechte des Individuums, was uns logischerweise zu dem Schluss führt, dass wir, wenn wir die Förderung der Rechte in den Mittelpunkt rücken, auch festlegen müssen, dass die Nichtachtung dieser Rechte nicht toleriert werden darf. Leider wissen wir, dass das Thema Gewalt bis heute in Europa eine große, erhebliche Rolle spielt: Aus den uns vorliegenden Daten geht hervor, dass jede dritte Frau im Laufe ihres Lebens in irgendeiner Form Gewalt erleidet. Wir wissen ferner, dass 52 % der europäischen Bevölkerung Frauen sind, weshalb wir davon ausgehen müssen, dass heutzutage noch ein hoher Prozentsatz von Menschen während ihres Lebens Gewalt erleidet. Wir fordern die Union auf, diesem Aspekt besondere Beachtung zu widmen. Der zweite Punkt, den wir genauer untersucht haben, war das Thema Armut. Auch hierzu wird in sehr vielen, auch früheren, Berichten hervorgehoben, dass insbesondere Frauen von Armut bedroht sind, wenn man bedenkt, dass in 85 % der Fälle das Familienoberhaupt in Einelternfamilien eine Frau ist und dies normalerweise als eine Situation betrachtet wird, in der man sehr leicht in die Armut abrutscht. Auch in diesem Zusammenhang sind wir zu der Auffassung gelangt, dass eine der wichtigsten Maßnahmen, die wir auf Ebene der Europäischen Union voranbringen müssen, in der Verstärkung sämtlicher Politikmaßnahmen besteht, mit denen wirtschaftliche Unabhängigkeit für Frauen gewährleistet werden kann, d. h. die ihren Zugang zur Arbeitswelt erleichtern. Bis heute besteht – sicherlich mit unterschiedlichen Situationen in den einzelnen Ländern – ein erhebliches Beschäftigungsgefälle zwischen Männern und Frauen. Es wurde festgestellt, dass Frauen, wenn sie denn beschäftigt sind, für die gleiche Arbeit durchschnittlich 15 % weniger Lohn erhalten. Daher fordern wir auch diesbezüglich politische Maßnahmen und eine Kontrolle, damit dies nicht mehr geschieht."@de9
"Κύριε Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, είμαι ιδιαίτερα ικανοποιημένη για το ότι μπορούμε να ξεκινήσουμε απόψε την τελική συζήτηση σχετικά με τον χάρτη πορείας για την ισότητα των φύλων. Από την άποψη αυτή, η Επιτροπή Δικαιωμάτων των Γυναικών και Ισότητας των Φύλων πέρασε τους τελευταίους μήνες εξετάζοντας ένα πολύ σημαντικό έγγραφο που μας έστειλε η Ευρωπαϊκή Επιτροπή. Είναι σημαντικό ότι στην εργασία για την κατάρτιση του χάρτη πορείας συνέβαλε και ο Επίτροπος Špidla, κυρίως διότι πρόκειται για ένα από εκείνα τα θέματα που δεν εξαντλούνται ποτέ μονομιάς και διά παντός. Το τρίτο ζήτημα, το οποίο προέκυψε επίσης συνεκδοχικά και το οποίο ελήφθη υπόψη, ήταν η ανάγκη συνδυασμού της οικογενειακής ζωής και της εργασίας. Επισημάνθηκε μία σειρά πολιτικών οι οποίες θα μπορούσαν να συμβάλουν σημαντικά στον συνδυασμό της οικογενειακής ζωής και της εργασίας και οι οποίες είναι εφαρμόσιμες όχι μόνον σε ευρωπαϊκό επίπεδο αλλά και σε επίπεδο κρατών μελών. Θίγουν το θέμα του κόστους που συνεπάγεται η μητρότητα και η πατρότητα, το οποίο θα πρέπει να βαρύνει την κοινωνία ως σύνολο σε μία Ευρώπη στην οποία γεννιούνται ολοένα και λιγότερα παιδιά, και αντιμετωπίζουν το εδώ και δεκαετίες ανεπίλυτο πρόβλημα της ανάγκης ύπαρξης καλύτερων, περισσότερο προσβάσιμων και περισσότερο ευέλικτων υπηρεσιών, οι οποίες δεν θα έχουν ως στόχο μόνο τη φροντίδα των παιδιών αλλά και των ατόμων με ειδικές ανάγκες, των σοβαρά ασθενών και των ηλικιωμένων. Για να επιτευχθεί αυτό, πιστεύουμε ότι είναι απαραίτητο να εντάξουμε την πολιτική της ισότητας των φύλων στον προϋπολογισμό της ΕΕ, καθώς και στα κοινοτικά προγράμματα, όπως τα διαρθρωτικά ταμεία, το έβδομο πρόγραμμα πλαίσιο, κ.ο.κ. Πρέπει επίσης να προωθήσουμε ορισμένες εξωτερικές πολιτικές: πιστεύουμε ότι όλες οι πολιτικές ένταξης, όπως και η πολιτική γειτονίας, η εξωτερική και η αναπτυξιακή πολιτική πρέπει να λαμβάνουν υπόψη τον σεβασμό προς τα δικαιώματα των γυναικών. Τέλος, είναι εξίσου σημαντικό να αντιμετωπίσουμε όλα τα ζητήματα που συνδέονται με τη μετανάστευση, από την υποδούλωση έως την πολυγαμία και τον ακρωτηριασμό των γεννητικών οργάνων: ως προς τα ζητήματα αυτά, η Ένωση πρέπει να λάβει αυστηρή θέση. Όπως είπα και στην αρχή, πρέπει να έχουμε ως στόχο τη μηδενική ανοχή. Κατά την επανεξέτασή του και την ανάλυση όλων των θεμάτων που μας υποβλήθηκαν, μπορέσαμε να επικεντρωθούμε ιδιαίτερα σε ορισμένα βασικά ζητήματα. Ξεκινήσαμε από την αρχή που διέπει όλη τη δράση μας, σύμφωνα με την οποία η προώθηση των δικαιωμάτων του ανθρώπου πρέπει να αποτελεί μέρος όλων των πολιτικών και, επομένως, ως φυσική συνέπεια, πρέπει να υπάρχει μηδενική ανοχή σε ολόκληρη την Ευρώπη. Σε αυτόν τον χάρτη πορείας, ξεκινήσαμε καθορίζοντας προπάντων το γεγονός ότι η προώθηση των δικαιωμάτων του ανθρώπου βρίσκεται στη βάση … Θα ξεκινήσω πάλι. Αφετηρία μας υπήρξε η προώθηση των δικαιωμάτων του ανθρώπου και, κατά φυσική συνέπεια, καταλήξαμε στο συμπέρασμα ότι, θέτοντας στο επίκεντρο την προώθηση των δικαιωμάτων, πρέπει επίσης να θέσουμε ως στόχο τη μηδενική ανοχή όσον αφορά την περιφρόνηση των εν λόγω δικαιωμάτων. Δυστυχώς, όλοι γνωρίζουμε ότι η βία εξακολουθεί να αποτελεί ένα μείζον, σημαντικό ζήτημα στην Ευρώπη: πράγματι, τα δεδομένα που έχουμε στη διάθεσή μας καταδεικνύουν ότι μία στις τρεις γυναίκες υφίσταται βία σε κάποια περίοδο της ζωής της. Γνωρίζουμε επίσης ότι οι γυναίκες αποτελούν το 52% του πληθυσμού της Ευρώπης και αυτό μας κάνει να αντιληφθούμε ότι, ακόμη και σήμερα, υπάρχει στην Ευρώπη μας ένα πολύ μεγάλο ποσοστό ατόμων που υφίσταται βία στη διάρκεια της ζωής του. Ζητούμε από την Ένωση να δώσει ιδιαίτερη προσοχή στο ζήτημα αυτό. Το άλλο ζήτημα που εξετάσαμε ήταν το θέμα της φτώχειας. Και στην περίπτωση αυτή, πάρα πολλές εκθέσεις, ακόμη και παλαιότερες, κατέδειξαν με ποιον τρόπο ο κίνδυνος της φτώχειας πλήττει κατά κύριο λόγο τις γυναίκες, λαμβάνοντας υπόψη το γεγονός ότι στο 85% των μονογονεϊκών οικογενειών ο αρχηγός της οικογένειας είναι γυναίκα και ότι, συνήθως, η συνθήκη αυτή θεωρείται ότι είναι ευκολότερο να οδηγήσει στο επίπεδο της φτώχειας. Και από την άποψη αυτή, νομίζουμε ότι μία από τις βασικές ενέργειες στις οποίες μπορούμε να προβούμε σε επίπεδο ΕΕ είναι να ενισχύσουμε όσες πολιτικές μπορούν να διασφαλίσουν στις γυναίκες την οικονομική ανεξαρτησία τους, με άλλα λόγια τις πολιτικές εκείνες που διευκολύνουν την πρόσβαση των γυναικών στην αγορά εργασίας. Εξακολουθεί να υπάρχει μεγάλο χάσμα μεταξύ των επιπέδων απασχόλησης των δύο φύλων, αν και ομολογουμένως η κατάσταση ποικίλλει από τη μία χώρα στην άλλη. Αποδείχθηκε ότι, όταν οι γυναίκες απασχολούνται, λαμβάνουν συνήθως κατά 15% χαμηλότερες αμοιβές σε σύγκριση με τους άνδρες για την ίδια εργασία. Και στο πλαίσιο αυτό, επομένως, ζητούμε τη χάραξη πολιτικών, καθώς και μια ορισμένη παρακολούθηση, προκειμένου να σταματήσει να συμβαίνει κάτι τέτοιο."@el10
". Mr President, ladies and gentlemen, I am particularly pleased that we can get down to the final debate on the gender equality roadmap this evening. In this respect, the Committee on Women's Rights and Gender Equality has spent the last few months examining a very important document sent to us by the Commission. It is significant that the roadmap work has also been pushed through by Commissioner Špidla, not least because this is one of those subjects that are never finished once and for all. The third, and no less consequential issue that was taken into consideration was the need to reconcile family life and work. A number of policies were identified that could make an enormous contribution to reconciling family life and work, not only at European level but also applicable to the Member States. They touch on the subject of the costs of maternity and paternity, which should be borne by society as a whole in this Europe where fewer and fewer babies are being born, and address the age-old but as yet unsolved problem of the need for better, more accessible, more flexible services that are aimed not just at childcare but also at care for the disabled, the seriously ill and the elderly. To achieve that, we believe it is essential to mainstream gender policy in the EU budget and in Community programmes, such as the Structural Funds, the Seventh Framework Programme and so forth. External policies also need to be taken forward: we believe that all the accession policies as well as the neighbourhood, foreign and development policies need to take account of respect for women’s rights. Lastly, but not because they are any less important, we must address all the immigration-related issues, from enslavement to polygamy and genital mutilation: on these the Union must take a strict stand. As I said at the beginning, we must aim at zero tolerance. In examining it once again and analysing all the topics that were put to us, we were able to focus on a number of basic issues in particular. We started from the principle that underlies all our actions, which is that promoting the rights of the individual must be mainstreamed in all our policies and therefore, as a natural consequence of that, there must be zero tolerance across Europe. In this roadmap, we started by establishing the fact above all that promoting the rights of the individual underlies … I shall start again. Our starting-point was the promotion of the rights of the individual and, as a natural consequence, we arrived at the conclusion that in focusing on the promotion of rights we must also aim at zero tolerance of any failure to respect such rights. Unfortunately we all know that violence is still a major, significant issue in Europe: available data in fact show that one woman in three suffers violence at some time in her life. We also know that women make up 52% of Europe’s population, and that makes you realise that there is an enormous percentage of people in our Europe even today that suffer violence during their lifetime. We are asking the Union to pay particular attention to this point. The other point that we took into consideration was the subject of poverty. In this case as well, a great many reports, including previous ones, have shown how the risk of poverty affects women most of all, in view of the fact that 85% of single-parent families are headed by women and, on average, this is considered the situation in which it is easiest to drop down to the poverty line. In that respect as well, we think that one of the main actions that we can carry out at an EU level is to enhance all those policies that can provide women with economic independence, in other words those policies that facilitate access to the job market. There is still a considerable gender gap in employment levels, although admittedly the situation varies from one country to another. When women have jobs, it has been shown that on average they are paid 15% less than men for the same work. In this context as well, therefore, we are calling for policies and monitoring to prevent this from happening any more."@en4
". Señor Presidente, Señorías, me complace muy especialmente que esta tarde podamos iniciar el debate final sobre el plan de trabajo para la igualdad de género. En relación con este tema, la Comisión de Derechos de la Mujer e Igualdad de Género ha pasado los últimos meses examinando un documento muy importante que recibimos de la Comisión. Resulta significativo que el Comisario Špidla también haya contribuido a impulsar el plan de trabajo, sobre todo porque este es uno de aquellos temas que nunca acaban de cerrarse. El tercer tema, y no menos importante, que se tomó en consideración fue la necesidad de conciliación de la vida familiar y laboral. Se identificaron varias políticas que podrían contribuir muchísimo a la conciliación de la vida familiar y el trabajo, no solo a escala europea sino también aplicables en los Estados miembros. Se trata de medidas relacionadas con el tema de los costes de la maternidad y la paternidad, que en esta Europa donde cada vez nacen menos niños, deberían ser asumidos por el conjunto de la sociedad, y que abordan el antiguo pero aún no resuelto problema de la necesidad de unos servicios más adecuados, más accesibles y más flexibles, que no se ocupen solo de la atención infantil sino también de atender a las personas discapacitadas, con enfermedades graves o ancianas. Para conseguirlo, creemos que es esencial incorporar la política de género de forma transversal en el presupuesto de la UE y en los programas comunitarios, como los de los Fondos estructurales, el Séptimo Programa Marco, etcétera. También hay que abordar el tema de las políticas exteriores: creemos que todas las políticas de adhesión, así como las políticas de vecindad, de relaciones exteriores y de desarrollo, deben tener en cuenta el respeto de los derechos de las mujeres. Finalmente, aunque no por ello menos importante, debemos abordar todos los problemas relacionados con la inmigración, desde la esclavitud hasta la poligamia y la mutilación genital: la Unión debe adoptar una postura estricta al respecto. Como he dicho al principio, debemos intentar conseguir una tolerancia cero. Al examinarlo una vez más y analizar todas las cuestiones que se nos planteaban, pudimos centrarnos en varios aspectos básicos concretos. Partimos del principio en el que se basan todas nuestras acciones, de que es preciso incorporar a todas nuestras políticas la promoción de los derechos de las personas y, por lo tanto, como consecuencia natural, tiene que haber una tolerancia cero en toda Europa. En este plan de trabajo, empezamos estableciendo el hecho primordial de que la promoción de los derechos de las personas es… Voy a comenzar de nuevo. Nuestro punto de partida ha sido la promoción de los derechos de las personas y, como consecuencia natural, llegamos a la conclusión de que cuando nos centrarnos en la promoción de los derechos nuestro objetivo también debe ser una tolerancia cero respecto de cualquier conculcación de esos derechos. Por desgracia, todos sabemos que la violencia sigue siendo un problema importante y significativo en Europa: de hecho, los datos disponibles demuestran que una mujer de cada tres es víctima de violencia en algún momento de su vida. También sabemos que las mujeres constituyen un 52 % de la población europea y eso nos permite apreciar que en nuestra Europa sigue habiendo todavía un gran porcentaje de personas que son víctimas de violencia en el transcurso de su vida. Pedimos a la Unión que preste especial atención a este punto. El otro aspecto que tuvimos en cuenta fue el tema de la pobreza. También en este caso, muchos informes, incluidos los antes citados, han demostrado que el riesgo de pobreza afecta sobre todo a las mujeres, habida cuenta que un 85 % de las familias monoparentales están encabezadas por mujeres y, como media, se considera que esta es la situación desde la que resulta más fácil atravesar la frontera de la pobreza. También en este sentido consideramos que una de las principales medidas que podemos adoptar a escala de la UE es mejorar todas aquellas políticas que puedan proporcionar independencia económica a las mujeres. En otras palabras, aquellas políticas que faciliten el acceso al mercado laboral. Sigue habiendo una diferencia de género considerable en los niveles de empleo, aunque hay que reconocer que la situación varía según el país. Se ha demostrado que, cuando las mujeres trabajan, cobran como media un 15 % menos que los hombres por el mismo trabajo. Por consiguiente, también en este contexto pedimos políticas y controles que impidan que esto siga ocurriendo."@es21
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@et5
"Arvoisa puhemies, hyvät parlamentin jäsenet, olen erityisen tyytyväinen siihen, että voimme käydä tänä iltana lopullisen keskustelun naisten ja miesten tasa-arvon etenemissuunnitelmasta. Naisten oikeuksien ja sukupuolten tasa-arvon valiokunta on kuluttanut viime kuukaudet tarkastelemalla komission meille toimittamaa hyvin tärkeää asiakirjaa. On tärkeää, että myös komission jäsen Špidla on ollut mukana viemässä tasa-arvon etenemissuunnitelmaa eteenpäin, varsinkin koska se on yksi niistä aiheista, joita ei koskaan voida saattaa kokonaan loppuun. Kolmas näkökohta, jota pohdimme ja jolla on yhtä suuret seuraukset, on tarve sovittaa yhteen perhe- ja työelämä. Yksilöimme useita toimintapolitiikkoja, joilla voisi olla valtava edistävä vaikutus perhe- ja työelämän yhteensovittamiseen paitsi Euroopan unionin tasolla myös jäsenvaltioiden tasolla. Ne liittyvät äitiydestä ja isyydestä aiheutuviin kustannuksiin, jotka olisi jaettava koko yhteisön kesken, sillä Euroopan unionissa syntyy yhä vähemmän lapsia, sekä ikivanhaan mutta edelleenkin ratkaisemattomaan ongelmaan eli tarpeeseen parantaa paitsi lasten myös vammaisten, vakavasti sairaiden ja vanhusten hoitopalveluja ja lisätä niiden saatavuutta ja joustavuutta. Katsomme, että tämän saavuttaminen edellyttää tasa-arvopolitiikan valtavirtaistamista EU:n talousarvio-ohjelmaan ja rakennerahastojen ja seitsemännen puiteohjelman kaltaisiin yhteisön ohjelmiin. Myös ulkoisia toimia on vietävä eteenpäin: katsomme, että kaikissa liittymistoimissa sekä naapuruus-, ulko- ja kehitysyhteistyöpoliittisissa toimissa on kunnioitettava naisten ihmisoikeuksia. Viimeinen muttei suinkaan yhtään merkityksettömämpi näkökohta on se, että meidän on tarkasteltava kaikkia maahanmuuttoon liittyviä kysymyksiä, jotka ulottuvat orjuudesta moniavioisuuteen ja sukupuolielinten silpomiseen. Meidän on omaksuttava näihin näkökohtiin tiukka kanta Euroopan unionissa. Kuten totesin puheenvuoroni alussa, meidän on pyrittävä nollatoleranssiin. Kun tarkastelimme kysymystä uudelleen ja analysoimme meille esitettyjä aiheita, pystyimme keskittymään erityisesti muutamaan peruskysymykseen. Lähdimme liikkeelle kaikkien toimiemme perustana olevasta periaatteesta, nimittäin siitä, että yksilöiden oikeuksien edistäminen on valtavirtaistettava kaikkiin politiikkoihimme, ja tämän seurauksena kaikkialla Euroopan unionissa on luonnollisestikin sovellettava nollatoleranssia. Etenemissuunnitelman alussa toteamme ennen kaikkea, että yksilön oikeuksien edistäminen on … Aloitan alusta. Lähtökohtanamme oli, että yksilöiden oikeuksia on edistettävä, ja teimme siten sen luonnollisen johtopäätöksen, että oikeuksien edistämisen yhteydessä tavoitteenamme on oltava nollatoleranssi näihin oikeuksiin kohdistuvien loukkausten osalta. Me kaikki tiedämme valitettavasti, että väkivalta on edelleen laaja ja merkittävä ongelma Euroopan unionissa: käytettävissämme olevien tietojen mukaan joka kolmas nainen joutuu väkivallan uhriksi jossain elämänsä vaiheessa. Tiedämme myös, että naisten osuus Euroopan unionin väestöstä on 52 prosenttia, joten sen pohjalta voidaan päätellä, että Euroopan unionissa valtava määrä ihmisiä joutuu edelleenkin kärsimään väkivallasta elämänsä aikana. Pyydämme Euroopan unionia kiinnittämään erityistä huomiota tähän seikkaan. Toinen tarkastelemamme aihe liittyy köyhyyteen. Myös köyhyyden osalta hyvin monet mietinnöt, myös aiemmin laaditut, ovat osoittaneet, että köyhyysriski koskee ensisijaisesti naisia, sillä yksinhuoltajaperheissä 85 prosentissa tapauksista ainoa elättäjä on nainen, ja tällaisessa tilanteessa on yleensä helppoa pudota köyhyysrajalle. Myös tältä osin katsomme, että yksi tärkeä yhteisön toimi on lujittaa toimintalinjoja, joilla taataan naisten taloudellinen riippumattomuus, toisin sanoen toimintalinjoja, joilla helpotetaan työmarkkinoille pääsyä. Miesten ja naisten työllisyysasteissa on edelleen suuria eroja, vaikka tilanne vaihteleekin maasta toiseen. On osoitettu, että työssäkäyvien naisten palkka on keskimäärin 15 prosenttia pienempi kuin miehille samasta työstä maksettava palkka. Myös tältä osin vaadimme siten asianmukaisia toimintapolitiikkoja ja valvontaa, jotta estetään tilanteen jatkuminen."@fi7
". Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, je suis particulièrement ravie que nous puissions mener ce soir le débat final sur la feuille de route pour l’égalité entre les femmes et les hommes. Pour cela, la commission des droits de la femme et de l’égalité des genres a passé ces derniers mois à analyser un document très important qui nous a été transmis par la Commission. Il est significatif que les travaux relatifs à la feuille de route aient également été encouragés par le commissaire Špidla, notamment parce qu’il s’agit d’une de ces questions qui ne sont jamais réglées une fois pour toutes. La troisième question, mais non la moindre, à avoir été prise en considération est la nécessité de réconcilier vie familiale et vie professionnelle. Plusieurs politiques ont été identifiées comme pouvant apporter une énorme contribution en vue de réconcilier la vie familiale et professionnelle, non seulement au niveau européen, mais également à celui des états membres. Ces politiques touchent à la question des coûts de la maternité et de la paternité, qui, dans cette Europe où naissent de moins en moins d’enfants, devraient être à la charge de la collectivité dans son ensemble. Elles abordent également le problème très ancien, mais toujours irrésolu, de la nécessité d’avoir de meilleurs services, plus accessibles et plus flexibles, concernant non seulement la garde d’enfants, mais également les soins aux personnes handicapées, aux personnes atteintes de maladies graves et aux personnes âgées. Pour ce faire, nous pensons qu’il est indispensable d’intégrer la dimension du genre dans le budget de l’UE et dans certains programmes communautaires, tels que les Fonds structurels, le septième programme-cadre, etc. Elle doit également être intégrée dans les politiques externes: nous pensons que le respect des droits des femmes doit être une condition essentielle des politiques d’adhésion, mais également des politiques de voisinage, de relations extérieures et de développement. Enfin, nous devons aborder tous les problèmes, non moins importants, liés à l’immigration, allant de l’esclavage à la polygamie en passant par les mutilations génitales. En ce qui concerne ces dernières, l’Union doit adopter une position ferme. Comme je l’ai affirmé au début de mon intervention, nous devons parvenir à une tolérance zéro. En la réexaminant encore une fois et en analysant tous les thèmes qui nous ont été soumis, nous avons pu porter notre attention sur plusieurs questions fondamentales en particulier. Nous sommes partis du principe qui guide toutes nos actions, selon lequel la promotion des droits de la personne doit être intégrée dans toutes nos politiques, ce qui a pour conséquence naturelle qu’une tolérance zéro est nécessaire au niveau européen. Dans cette feuille de route, nous avons commencé par établir que la promotion des droits de la personne était à la base… Je recommence. La promotion des droits de la personne a constitué notre point de départ et, en tant que conséquence naturelle, nous sommes arrivés à la conclusion que, pour nous concentrer sur la promotion des droits, nous devions également établir une tolérance zéro pour le non respect de ces droits. Malheureusement, nous savons tous que la violence est encore une question importante et significative en Europe: les données dont nous disposons montrent en réalité qu’une femme sur trois a subi une forme de violence au cours de sa vie. Nous savons aussi que les femmes constituent 52% de la population européenne. Vous comprenez donc qu’il y a encore aujourd’hui, dans notre Europe, un grand nombre de personnes qui subissent une forme de violence au cours de leur vie. Nous demandons à l’Union européenne d’accorder une attention toute particulière à cette question. L’autre point que nous avons pris en considération est le sujet de la pauvreté. Dans ce cas également, de nombreux rapports, dont certains plus anciens, ont montré que les femmes étaient les plus exposées au risque de pauvreté. En effet, 85% des chefs de familles monoparentales sont des femmes et cette situation est considérée comme étant celle où les personnes sont le plus susceptibles de tomber sous le seuil de pauvreté. C’est aussi pour cela que nous pensons que l’une des principales actions que nous pouvons mener au niveau européen serait d’améliorer toutes ces politiques qui visent à garantir aux femmes une indépendance économique, autrement dit toutes les politiques visant à faciliter l’accès au marché du travail. L’écart entre les femmes et les hommes en matière d’emploi reste important, même s’il est vrai que la situation varie d’un pays à l’autre. Il a été démontré que, lorsque les femmes ont un emploi, leur salaire est 15% inférieur à celui des hommes pour un travail égal. À cet égard également, nous demandons donc des politiques et un suivi afin que cela n’arrive plus."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@mt15
". Mijnheer de Voorzitter, geachte collega’s, ik ben uiterst tevreden dat we vanavond het afsluitende debat kunnen houden over de routekaart voor de gelijkheid van mannen en vrouwen. De Commissie rechten van de vrouw heeft zich de afgelopen maanden beziggehouden met de analyse van een zeer interessant document dat de Commissie ons had doen toekomen. Het is belangrijk dat ook commissaris Špidla aan de routekaart heeft gewerkt, want de gelijkheid van de geslachten is typisch een van die onderwerpen waar nooit een definitieve oplossing voor wordt gevonden. De derde kwestie waar we ons over hebben gebogen betrof de eis gezin en beroep met elkaar te kunnen verenigen. Ook dat was weer een voortvloeisel van ons uitgangspunt. Om gezins- en beroepsleven met elkaar te kunnen verenigen worden er een reeks beleidsmaatregelen genoemd die – op Europees niveau maar ook met richtsnoeren voor de lidstaten – op dit terrein een geweldige bijdrage zouden kunnen leveren. De kosten van het moeder- en vaderschap moeten in een Europa waar steeds minder kinderen worden geboren ten laste komen van de collectiviteit. Voorts hebben we het historische maar nog onopgeloste probleem van tekortschietende opvang. Er moeten meer diensten komen, die beter toegankelijk en flexibeler zijn. Daarbij doel ik niet alleen op kinderopvang maar ook op de zorg voor gehandicapten, ernstig zieken en bejaarden. Daarom kunnen we er niet omheen het genderbeleid te integreren in de begroting van de Unie, de structuurfondsen, communautaire programma’s als het zevende kaderprogramma enzovoort. Bij dat beleid moeten we ons ook op het buitenland richten, want het toetredings-, nabuurschaps- en het buitenlands en ontwikkelingsbeleid kunnen niet los worden gezien van beleid dat de rechten van de vrouw bevordert. Tot slot dienen we ons ook bezig te houden met de niet minder belangrijke problemen in verband met immigratie. Tegenover zaken als het brengen in slavernij, polygamie en verminking van geslachtsorganen dient de Unie streng te zijn en, zoals ik in het begin zei, een beleid van nultolerantie te voeren. Bij het opnieuw uitdiepen en analyseren van alle onderwerpen die ons waren voorgelegd, hebben we de mogelijkheid gehad onze aandacht vooral te richten op een aantal centrale aandachtspunten. Het uitgangspunt voor ons was het principe dat ten grondslag ligt aan al ons optreden, namelijk dat de bevordering van de rechten van de persoon voorrang moet hebben bij alle beleidsterreinen. Daaruit vloeit de logische consequentie voort dat er op Europees niveau sprake moet zijn van nultolerantie. Bij het opstellen van deze routekaart zijn we er vooral vanuit gegaan dat de bevordering van de rechten van de persoon de grondslag vormt … Ik begin opnieuw. Ons uitgangspunt was dus de rechten van de persoon te bevorderen door ze centraal te stellen. De logische consequentie daarvan is dat we dan met nultolerantie moeten reageren als die rechten niet worden nageleefd. Wij weten helaas dat geweld ook vandaag nog in Europa een belangrijk en omvangrijk probleem is. De gegevens waarover wij beschikken laten namelijk zien dat een op de drie vrouwen tijdens haar leven geweld ondervindt. Tevens weten we dat vrouwen 52 procent van de Europese bevolking vertegenwoordigen. Daaruit kunnen we afleiden dat er ook nu nog in ons Europa een zeer hoog percentage personen is die in de loop van hun leven geweld ondergaan. Voor dit punt vragen we bijzondere aandacht van de Unie. Het tweede thema waar we ons over gebogen hebben was de armoede. Talloze, ook oudere, verslagen benadrukken dat het armoederisico vooral vrouwen treft. 85 procent van de eenoudergezinnen heeft een vrouw als gezinshoofd. Doorgaans ligt bij dergelijke gezinnen de armoedegrens op de loer. Onder andere in verband daarmee menen we dat een van de belangrijkste acties die we op het niveau van de Europese Unie kunnen ondernemen, het bevorderen van alle mogelijke beleidsmaatregelen is om vrouwen economisch onafhankelijk te maken. Daarbij gaat het met andere woorden om beleid dat de toegang tot de arbeidsmarkt vergemakkelijkt. Ook nu nog zijn er grote verschillen in arbeidsvoorwaarden tussen mannen en vrouwen, hoewel de cijfers tussen de lidstaten natuurlijk uiteenlopen. Als vrouwen werken, is hun salaris gemiddeld genomen 15 procent lager dan dat van hun mannelijke collega’s voor hetzelfde werk. Ook hier is weer beleid nodig en is toezicht vereist om te voorkomen dat die situatie in de toekomst zo blijft."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@pl16
"Senhor Presidente, Senhoras e Senhores Deputados, congratulo-me sobretudo pelo facto de esta noite podermos estar a chegar finalmente a um debate conclusivo sobre um roteiro para a igualdade entre homens e mulheres. A este respeito, a Comissão da Igualdade dos Géneros tem despendido os últimos meses a analisar um documento extremamente importante que nos foi enviado pela Comissão. É significativo que o trabalho sobre o roteiro tenha também sido encorajado pelo senhor Comissário Špidla, até porque este é um daqueles temas que nunca está concluído de vez. A terceira questão, e não menos consequencial, que foi tomada em consideração, prende-se com a necessidade de conciliar a vida familiar com a vida profissional. Foram pois identificadas uma série de políticas que poderão dar um enorme contributo para conciliar a vida profissional e familiar, políticas essas que são aplicáveis a nível europeu mas também ao nível dos Estados-Membros. Estas tocam na questão dos custos da maternidade e da paternidade, que devem ser suportados pela sociedade no seu conjunto, numa Europa onde a taxa de natalidade é cada vez menor, e abordam o histórico tema, ainda por resolver, da necessidade de melhores serviços, mais acessíveis e flexíveis, destinados não só a dar assistência a crianças, mas também a deficientes e a idosos e pessoas gravemente doentes. Para o fazer, entendemos que é indispensável integrar a política de géneros no orçamento da União Europeia e nos programas comunitários, como os Fundos Estruturais, o Sétimo Programa-quadro e outros, bem como desenvolver políticas externas, considerando que todas as políticas de adesão como políticas de vizinhança, externa e de desenvolvimento têm necessariamente de ter em conta o respeito pelos direitos da mulher. Por último, mas não menos importante, há que tratar todas as questões relacionadas com a imigração, desde a escravatura, à poligamia e à mutilação genital: nestas questões a União deve ter uma posição muito rigorosa. Como disse no início, temos de chegar à tolerância zero. Ao aprofundar e ao analisar uma vez mais toda a temática que nos foi apresentada, tivemos a possibilidade de concentrar a nossa atenção sobretudo nalgumas questões fundamentais. Partimos do princípio subjacente a todas as nossas acções, segundo o qual a promoção dos direitos do indivíduo deve ser integrada em todas as nossas políticas e, por conseguinte, deve existir uma tolerância zero a nível europeu. Neste roteiro, começámos por estabelecer, sobretudo, que a promoção dos direitos do indivíduo está na base… Recomeço novamente. O nosso ponto de partida foi a promoção dos direitos do indivíduo e, como consequência natural, chegamos à conclusão de que, ao concentrarmo-nos na promoção de direitos, devemos também estabelecer uma tolerância zero relativamente a quaisquer faltas de respeito desses direitos. Infelizmente, sabemos que a violência é uma ainda um problema de monta na Europa: de facto, os dados disponíveis mostram que uma mulher em três é vítima de violência em algum momento da sua vida. Sabemos também que as mulheres representam 52% da população da Europa, o que nos leva a considerar que existe uma elevadíssima percentagem de pessoas na Europa que, ainda hoje, são vítimas de violência durante as suas vidas. Solicitamos à Europa que dispense uma atenção muito especial a esta questão. Outro ponto que tomámos em consideração foi o da pobreza. Também neste caso, muitíssimos relatórios, incluindo anteriores, mostram como o risco da pobreza afecta sobretudo as mulheres, tendo em conta que 85% das famílias monoparentais têm como chefe de família uma mulher e que, normalmente, esta situação é considerada uma situação mais propícia a um rendimento abaixo da linha da pobreza. Ainda a este respeito, consideramos que uma das principais acções que podemos levar a cabo a nível europeu consiste em reforçar todas as politicas susceptíveis de garantir às mulheres independência económica, por outras palavras, que facilitem o acesso ao mundo do trabalho. Há ainda uma diferença considerável ao nível dos empregos entre homens e mulheres – ainda que, seguramente, com situações distintas de país para país. Quando as mulheres estão empregadas, apurou-se que, normalmente, as mulheres recebem 15% menos do que os homens pelo mesmo trabalho. Assim sendo, também neste contexto, apelamos a políticas e a uma vigilância que impeça que estas situações se repitam."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@ro18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@sk19
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono particolarmente soddisfatta che questa sera possiamo affrontare il dibattito conclusivo sulla tabella di marcia per l'uguaglianza di genere, che ha visto la commissione per i diritti della donna impegnata, in questi ultimi mesi, ad analizzare un documento di grande interesse consegnatoci dalla Commissione. E' stato rilevante il fatto che il lavoro legato alla tabella di marcia sia stato portato avanti anche dal Commissario Špidla, anche perché questo è uno di quei temi che non sono mai superati una volta per tutte. La terza questione, anch'essa consequenziale, che stata presa in considerazione è stata l'esigenza di conciliare la vita familiare con la vita lavorativa. Quindi, per rendere possibile la conciliazione tra la vita familiare e la vita lavorativa, è stata evidenziata una serie di politiche che potrebbero – da un lato a livello europeo, ma anche con indirizzi da dare agli Stati membri – apportare un enorme contributo in questo campo, toccando il tema dei costi della maternità e della paternità, che debbono essere a carico dell'intera collettività, in un'Europa dove nascono sempre meno bambini, per arrivare al tema storico, ma ancora irrisolto, della necessità di avere maggiori servizi, più accessibili, più flessibili e destinati non soltanto alla custodia dei bambini, ma anche dei disabili, degli ammalati gravi e degli anziani. Per fare questo riteniamo indispensabile integrare la politica di genere nel bilancio dell'Unione e nei programmi comunitari, come i Fondi strutturali, il Settimo programma quadro e quant'altro, portando avanti anche delle politiche rivolte verso l'esterno, ritenendo che tutte le politiche di adesione ma anche la politica di vicinato, la politica estera e di sviluppo non possano prescindere da quelle per il rispetto dei diritti della donna, e affrontando da ultimo, ma non perché meno importanti, tutti i problemi legati all'immigrazione, rispetto ai quali – dai casi di riduzione in schiavitù, a quelli della poligamia e delle mutilazioni dei genitali – ci deve essere, da parte dell'Unione, un rigore che, come dicevo all'inizio, deve arrivare alla tolleranza zero. Nell'approfondire ancora una volta e nell'analizzare tutte le tematiche che ci sono state sottoposte, abbiamo avuto la possibilità di portare la nostra attenzione soprattutto su alcune questioni fondamentali. Siamo partiti dal principio alla base di tutto il nostro comportamento, secondo cui la promozione dei diritti della persona deve essere privilegiata in tutte le politiche e quindi, per naturale conseguenza, deve esserci una tolleranza zero a livello europeo. In questa tabella di marcia, noi siamo partiti stabilendo soprattutto che la promozione dei diritti della persona sta alla base… Riprendo. Il nostro punto di partenza è stato quello della promozione dei diritti della persona e, come naturale conseguenza, arriviamo alla conclusione che, mettendo al centro la promozione dei diritti, dobbiamo anche stabilire una tolleranza zero nei confronti del mancato rispetto di tali diritti. Purtroppo sappiamo che il tema della violenza si applica a tutt'oggi all'Europa, in modo importante e significativo: dai dati a nostra disposizione si evince infatti che una donna su tre subisce violenza nell'arco della sua vita. Sappiamo anche che il 52 per cento della popolazione europea è composto da donne, il che ci porta a ritenere che ancora oggi, nella nostra Europa, ci sia una percentuale elevatissima di persone che subiscono violenza nell'arco della loro vita. Su questo aspetto si chiede un'attenzione particolare da parte dell'Unione. L'altro punto che abbiamo preso in considerazione è stato il tema della povertà. Anche in questo caso, moltissime relazioni, anche precedenti, mettono in evidenza come il rischio povertà colpisca soprattutto le donne, tenendo conto che l'85 per cento delle famiglie monoparentali hanno come capofamiglia una donna e che questa mediamente è considerata come la condizione nella quale è più facile avvicinarsi al livello di povertà. Anche rispetto a ciò, si è ritenuto che una delle azioni principali che possiamo portare avanti a livello di Unione europea consista nel potenziare tutte quelle politiche in grado di garantire alle donne un'indipendenza economica, vale a dire le politiche che facilitano l'accesso al mondo del lavoro. Resta a tutt'oggi importante – certamente con situazioni variabili da paese a paese – la differenza di occupazione fra uomini e donne. Quando le donne sono occupate, si è rilevato che mediamente le donne percepiscono, a parità di lavoro, una retribuzione inferiore del 15 per cento rispetto agli uomini. Pertanto, anche rispetto a questa realtà, si chiedono delle politiche e una vigilanza perché tutto ciò non accada più."@sl20
". Herr talman, mina damer och herrar! Jag är synnerligen nöjd med att vi kan inleda den slutliga debatten om färdplanen för jämställdhet i kväll. Utskottet för kvinnors rättigheter och jämställdhet mellan kvinnor och män har de senaste månaderna arbetat med ett mycket viktigt dokument som kommissionen har skickat till oss. Det är av stor betydelse att arbetet med färdplanen också har drivits av kommissionsledamot Vladimír Špidla, inte minst eftersom detta är en av de frågor som vi aldrig blir klara med en gång för alla. Det tredje frågan som övervägdes, och som är lika viktig, gäller behovet av att förena familje- och yrkeslivet. Ett antal riktlinjer som skulle kunna bidra enormt mycket till att förena familjeliv och arbetsliv har förts fram, inte bara på EU-nivå utan också i medlemsstaterna. De berör frågan om kostnaderna för föräldraskap, som borde bäras av hela samhället i detta EU där allt färre barn föds, och gäller också det gamla men fortfarande olösta problemet med behovet av bättre, mer tillgängliga och mer flexibla tjänster, inte bara i fråga om barnomsorg utan också omsorg om funktionshindrade, allvarligt sjuka och äldre. För att åstadkomma detta anser vi att det är mycket viktigt att integrera jämställdhetspolitiken i EU-budgeten och gemenskapsprogrammen såsom strukturfonderna, det sjunde ramprogrammet och så vidare. Utrikespolitiken måste också drivas framåt: vi anser att man i all anslutningspolitik liksom grannskapspolitiken, utrikespolitiken och utvecklingspolitiken måste beakta respekten för kvinnors rättigheter. Sist men inte minst måste vi ta itu med alla frågor som rör invandring, allt från förslavning till månggifte och könsstympning. Här måste unionen inta en fast hållning. Som jag sa i inledningen, vi måste sträva efter nolltolerans. När vi granskade detta ännu en gång och analyserade alla frågor som har lagts fram för oss kunde vi koncentrera oss särskilt på ett antal grundläggande frågor. Vi utgick från den princip som ligger till grund för alla våra handlingar, nämligen att främjandet av individens rättigheter måste integreras i all vår politik och att det därför, som en naturlig följd av detta, måste råda nolltolerans i hela Europa. I denna färdplan börjar vi med att fastställa att främjandet av individens rättigheter ligger till grund … Jag ska börja om på nytt. Vår utgångspunkt var att individens rättigheter ska främjas, och som en naturlig följd av detta kom vi fram till slutsatsen att vi, då vi inriktar oss på främjandet av rättigheter, också måste sträva efter nolltolerans av all bristande respekt för dessa rättigheter. Tyvärr vet vi alla att våldet fortfarande är en stor fråga i EU: tillgängliga uppgifter visar i själva verket att en kvinna av tre utsätts för våld någon gång under sin livstid. Vi vet också att kvinnorna utgör 52 procent av Europas befolkning, och därmed inser man att en enormt stor del av människorna i vårt Europa än i dag drabbas av våld under sin livstid. Vi vill att EU särskilt ska uppmärksamma denna fråga. Den andra punkten som vi har övervägt är frågan om fattigdomen. Även i detta fall har ett stort antal betänkanden, däribland tidigare sådana, visat att risken för fattigdom är störst hos kvinnor, mot bakgrund av att 85 procent av de ensamstående föräldrarna är kvinnor i genomsnitt och att detta anses vara den situation där det är lättast att hamna under fattigdomsstrecket. Även i detta avseende anser vi att en av de huvudsakliga åtgärder som vi kan vidta på EU-nivå är att förbättra all politik som kan ge kvinnor ekonomiskt oberoende, med andra ord politik som underlättar tillträde till arbetsmarknaden. Det finns fortfarande en stor klyfta mellan könen när det gäller sysselsättningsgraden, även om situationen varierar från land till land. Det har också visat sig att kvinnor får 15 procent lägre lön än män för samma arbete. Även i detta sammanhang efterlyser vi riktlinjer och övervakning för att förhindra att detta fortgår."@sv22
lpv:unclassifiedMetadata
"(A oradora é interrompida novamente)"17
"(Der Präsident unterbricht erneut die Rednerin.)"9
"(El Presidente vuelve a interrumpir a la oradora)"21
"(Formanden afbrød taleren igen)"2
"(L'oratrice è interrotta nuovamente)"18,5,20,15,1,19,14,11,16,13
"(L’oratrice est à nouveau interrompue)"8
"(L’oratrice è interrotta nuovamente)"12
"(Puhuja keskeytettiin uudelleen)"7
"(Spreekster wordt opnieuw onderbroken)"3
"(Talaren avbröts igen.)"22
"(The speaker was cut off again)"4
"(Η ομιλήτρια διακόπτεται εκ νέου)"10
"Amalia Sartori (PPE-DE ),"18,5,20,15,1,19,14,11,16,10,13,12
"relatrice"18,5,20,15,1,19,14,16,11,13,12

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