Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2007-02-13-Speech-2-253"

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"en.20070213.19.2-253"6
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"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l’Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell’avviare la riforma dell’OCM del vino l’Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l’ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell’esportazione europea, a essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. E’ questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l’uso dei mosti di origine europea per l’arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. E’ per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell’Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. E’ ora giunto il momento per l’Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@it12
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"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@cs1
"Fru formand, mine damer og herrer! Tallene taler deres tydelige sprog. I de seneste år er Europas produktion faldet, mens andre lande uden for Europa konstant øger deres produktionsandel. Når EU i dag foretager en reform af den fælles markedsordning for vin, skal vi huske, at den kommer til at berøre ca. 3.400.000 ha og 3.000.000 ansatte. Hvis vi betragter rydning som et instrument, der kan genskabe balancen på markedet, går vi samme vej som i forbindelse med de tidligere ændringer af markedsordningerne for tobak og sukker. Vi må ikke fortsætte i den retning, da den medfører et fald i beskæftigelsen og en opgivelse af hele landbrugsdistrikter, der ofte ligger i områder, som er sårbare set ud fra et hydrogeologisk synspunkt. Derfor bør der med en hvilken som helst reform først og fremmest tages hensyn til virksomhederne, arbejdstagerne og miljøbetingelserne, og det er kun ved at forsvare og bevare det europæiske landbrugsproduktionssystem, at vi kan sørge for kvalitet og forbrugersikkerhed. Der er ingen tvivl om, at det arbejde, som ordføreren, fru Batzeli, har gjort, har medført en forbedring i forhold til kommissærens holdninger. Efter min mening er der dog stadig nogle bekymrende aspekter. Vi skal først og fremmest opgive forslaget om en rydning og omlægge produktionen for de produkter, der klarer sig dårligt på markedet, idet vi satser på kvalitetsprodukter. De seneste europæiske eksportdata viser, at kvalitet bliver belønnet, og det gælder således for de produkter, som har tilknytning til vores områder og traditioner. Det er den vej, vi skal gå, og ikke i retning af at gøre vin til et simpelt industriprodukt. Derfor siger jeg nej til sukkertilsætning, og derfor er det nødvendigt at opstille nøje regler for vinfremstilling. I den forbindelse bør vi ikke afvise tilsætningen af europæisk most, eftersom det er en europæisk vindyrkningstradition, der ikke går ud over selve vinens kvalitet. Det er således vigtigt, at vi bevarer støtten til finansiering af most. Når alt kommer til alt, er vi med en hvilken som helst reform nødt til at tage højde for de klimaforandringer, der sker i øjeblikket, og som vil få alvorlige følgevirkninger i visse dele af Sydeuropa og vende op og ned på produktionssystemerne. Tiden er nu inde til, at Europa forsvarer sine områder, sin kultur og sine traditioner."@da2
"Frau Präsidentin, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich meine, die Zahlen sprechen für sich: In den letzten Jahren ging die Weinerzeugung in Europa zurück, während andere, außereuropäische Länder ihre Produktionsanteile stetig gesteigert haben. Wenn Europa heute eine Reform der GMO Wein auf den Weg bringt, muss es berücksichtigen, dass etwa 3 400 000 Hektar und 3 000 000 Beschäftigte davon betroffen sind. Die Rodung als Instrument zur Herstellung des Marktgleichgewichts zu betrachten bedeutet, denselben Weg wie bei den vorangegangenen Reformen der GMO für Tabak und für Zucker zu beschreiten. Wir dürfen diesen Weg nicht weitergehen, der zu Einbrüchen beim Beschäftigungsniveau und zur Aufgabe ganzer Agrargebiete führt, die oft in hydrogeologisch instabilen Landschaften liegen. Jede Reform muss daher vor allem auf die Unternehmen, die Arbeitnehmer und die Umweltbedingungen Rücksicht nehmen, und nur wenn wir das europäische landwirtschaftliche Produktionssystem schützen und bewahren, können wir Qualität und Sicherheit für die Verbraucher gewährleisten. Zweifellos hat die Berichterstatterin, Frau Batzeli, durch ihre Bemühungen die Positionen der Frau Kommissarin verbessert. Nichtsdestotrotz bin ich der Ansicht, dass es immer noch Elemente gibt, die besorgniserregend sind. Vor allem müssen wir von dem Rodungsszenario abrücken und die Produktionsumstellung in Betrieben mit Marktschwierigkeiten als Hebel einsetzen, damit sie Qualitätsweine erzeugen. Wie die letzten Daten zu den europäischen Ausfuhren zeigen, muss der Akzent auf der Qualität liegen und demzufolge auf einer Weinerzeugung, die sich mit den Anbaugebieten und mit unseren Traditionen identifiziert. Das ist der Weg, den wir weiterverfolgen müssen, und nicht den, der zur Umwandlung des Weins in ein bloßes Industrieerzeugnis führt. Deshalb ist die Verwendung von Zucker für die Anreicherung abzulehnen und müssen genaue Regeln für die Weinbereitung aufgestellt werden. Demzufolge darf die Anreicherung mit aus Europa stammendem Most nicht bestraft werden, denn das ist ein traditionelles Verfahren des europäischen Weinbaus und beeinträchtigt nicht die Weinqualität. Aus diesem Grunde muss die Beihilfe für Most beibehalten werden. Letzen Endes kann keine Reform umhin, die gegenwärtigen Klimaänderungen zu berücksichtigen, die in einigen südeuropäischen Regionen dramatische Auswirkungen haben und deren Produktionssysteme erschüttern werden. Für Europa ist nun der Zeitpunkt gekommen, sein Anbaugebiet, seine Zivilisation und seine Traditionen zu verteidigen."@de9
"Κυρία Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, πιστεύω ότι τα στοιχεία είναι εύγλωττα: τα τελευταία χρόνια η Ευρώπη έχει δει την παραγωγή της να μειώνεται, ενώ άλλες μη ευρωπαϊκές χώρες βλέπουν να αυξάνονται συνεχώς τα μερίδια παραγωγής τους. Σήμερα, ξεκινώντας τη μεταρρύθμιση της ΚΟΑ του αμπελοοινικού τομέα, η Ευρώπη πρέπει να λάβει υπόψη της το γεγονός ότι αυτή αφορά περίπου 3 400 000 εκτάρια και 3 000 000 εργαζομένους. Το να αντιμετωπίζουμε τις εκριζώσεις ως μέσο εξισορρόπησης της αγοράς σημαίνει ότι πρέπει να ακολουθήσουμε την πορεία των προηγούμενων μεταβολών στις ΚΟΑ του καπνού και της ζάχαρης. Δεν μπορούμε να συνεχίσουμε προς την κατεύθυνση αυτή, η οποία συνεπάγεται τη μείωση των επιπέδων απασχόλησης και την εγκατάλειψη ολόκληρων γεωργικών εδαφών, τα οποία βρίσκονται συχνά σε ευαίσθητες από υδρογεωλογική άποψη περιοχές. Επομένως, οποιαδήποτε μεταρρύθμιση πρέπει να λαμβάνει υπόψη προπάντων τις επιχειρήσεις, τους εργαζομένους και τις περιβαλλοντικές συνθήκες, μόνον αν προστατεύσουμε και διατηρήσουμε ένα ευρωπαϊκό σύστημα γεωργικής παραγωγής θα μπορέσουμε να διασφαλίσουμε για τους καταναλωτές την ποιότητα και την ασφάλεια. Φυσικά, οι προσπάθειες που κατέβαλε η εισηγήτρια, κ. Μπατζελή, επέφεραν βελτιώσεις σε σύγκριση τις θέσεις της Επιτρόπου. Παρ’ όλα αυτά, πιστεύω ότι εξακολουθούν να υπάρχουν λόγοι ανησυχίας. Κατά βάση, πρέπει να εγκαταλείψουμε το σενάριο των εκριζώσεων και να χρησιμοποιήσουμε για όσες εκμεταλλεύσεις αντιμετωπίζουν δυσκολίες στην αγορά την εισφορά για τη μετατροπή των καλλιεργειών, προκειμένου να επιτύχουμε παραγωγή υψηλής ποιότητας. Όπως καταδεικνύουν τα τελευταία στοιχεία για τις ευρωπαϊκές εξαγωγές, πρέπει να δώσουμε έμφαση στην ποιότητα και, κατά συνέπεια, στην παραγωγή, η οποία πρέπει να ταυτίζεται με τη γη και τις παραδόσεις μας. Αυτόν τον δρόμο πρέπει να ακολουθήσουμε και όχι τον δρόμο της μετατροπής του κρασιού σε ένα συνηθισμένο βιομηχανικό προϊόν. Ως εκ τούτου, πρέπει να πούμε όχι στην προσθήκη ζάχαρης ως μέσο εμπλουτισμού του κρασιού και να καθορίσουμε ακριβείς κανόνες για την οινοποίηση. Στο πλαίσιο αυτό, δεν πρέπει να επιβάλουμε κυρώσεις στη χρήση γλευκών ευρωπαϊκής προέλευσης για τον εμπλουτισμό, καθώς πρόκειται για μια παραδοσιακή πρακτική της ευρωπαϊκής παραγωγής κρασιού, η οποία δεν θίγει την ποιότητα του ίδιου του κρασιού. Για τον λόγο αυτόν, είναι σημαντικό να διατηρηθεί η υποστήριξη για τη χρηματοδότηση του γλεύκους. Σε τελευταία ανάλυση, είναι ουσιώδες να λαμβάνονται υπόψη σε κάθε μεταρρύθμιση οι τρέχουσες κλιματικές μεταβολές που θα έχουν τραγικές επιπτώσεις σε ορισμένες περιοχές της νότιας Ευρώπης, ανατρέποντας τα γεωργικά τους συστήματα. Είναι πλέον καιρός να υπερασπιστεί η Ευρώπη τη γη, τον πολιτισμό και τις παραδόσεις της."@el10
"Madam President, ladies and gentlemen, I believe that the figures speak for themselves: in recent years Europe has seen its production decrease, while other countries outside Europe are witnessing a constant increase in their production shares. Today, in launching a reform of the CMO in wine, Europe must take account of the fact that approximately 3 400 000 hectares and 3 000 000 workers are involved. Looking to grubbing-up as a tool for market balance means going along the route of previous changes to the CMOs in tobacco and sugar. We cannot continue along this path, which results in falls in employment levels and the abandonment of entire agricultural territories, often located in fragile areas from the viewpoint of hydrogeological capacity. Any reform must thus take account, above all, of businesses, workers and environmental conditions, and it is only by protecting and maintaining a European agricultural system of production that we will be able to ensure quality and security for consumers. Of course, the efforts made by the rapporteur, Mrs Batzeli, have brought about an improvement with respect to the Commissioner’s positions. Despite this, I believe that there are still points of concern. Above all, we must abandon the grubbing-up scenario and use the crop reconversion levy for those holdings with market difficulties, to achieve high-quality production. As the latest European export data show, we need to place the accent on quality and, as a result, production that should identify itself with the land and with our traditions. This is the road that we need to go down, not that of changing wine into an ordinary industrial product. It follows from this that we should not add sugar as a way of enriching wine, and that we need to lay down precise rules on vinification. On this point, the use of musts of European origin for enrichment should not be penalised, since this is a traditional practice in European winemaking and is not detrimental to the quality of the wine itself. For this reason, it is important to retain support for funding musts. In the final analysis, it is essential for any reform to take into account the climate changes currently occurring, which will have dramatic consequences in some areas in southern Europe, throwing their agricultural systems into confusion. Now is the time for Europe to defend its land, its civilisation and its traditions."@en4
"Señora Presidenta, Señorías, creo que las cifras hablan por sí solas: en los últimos años, Europa ha visto decrecer su producción, mientras que otros países de fuera de Europa observan un constante crecimiento en sus cuotas de productivas. Hoy, al lanzar una reforma de la OCM del vino, Europa debe tener en cuenta el hecho de que están en juego aproximadamente 3 400 000 hectáreas y tres millones de puestos de trabajo. Considerar el arranque de viñedos como instrumento para equilibrar el mercado significa seguir el mismo camino que en las anteriores reformas de las OCM del tabaco y del azúcar. No podemos continuar por ahí, pues solo conseguiremos mayor desempleo y el abandono de zonas agrícolas enteras, a menudo situadas en lugares sensibles desde el punto de vista de su capacidad hidrogeológica. Por eso, toda reforma debe tener en cuenta, sobre todo, a empresas, trabajadores y medio ambiente, y solo protegiendo y manteniendo el sistema europeo de producción agrícola podremos garantizar calidad y seguridad a los consumidores. Es cierto que los esfuerzos de la ponente, la señora Batzeli, han conseguido introducir alguna mejora respecto a la postura de la Comisión, pero creo que aún hay aspectos preocupantes. En primer lugar, debemos abandonar la hipótesis del arranque y utilizar el impuesto de reconversión productiva para las explotaciones con dificultades de comercialización, a fin de que alcancen un alto nivel de calidad. Tal como demuestran los últimos datos de exportación europeos, debemos poner énfasis en la calidad y, por tanto, en la producción que se identifique con la tierra y con nuestras tradiciones. Este es el camino que debemos seguir, no el de convertir el vino en un producto industrial cualquiera. En consecuencia, no se debe admitir la adición de azúcar para enriquecer el vino y es necesario establecer normas precisas sobre su elaboración. En este sentido, no se ha de penalizar la utilización de mostos de origen europeo para el enriquecimiento, pues es una práctica enológica tradicional en Europa y, de por sí, no perjudica a la calidad del vino. Por eso, hay que mantener el apoyo a la financiación de los mostos. En última instancia, es esencial que toda reforma tenga en cuenta los actuales cambios climáticos, que tendrán dramáticas consecuencias en algunas zonas de Europa meridional y sumirán sus sistemas agrícolas en la confusión. Es el momento de que Europa defienda su territorio, su civilización y sus tradiciones."@es21
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@et5
"Arvoisa puhemies, hyvät parlamentin jäsenet, mielestäni luvut puhuvat puolestaan: tuotanto on laskenut Euroopan unionissa viime vuosina, kun taas Euroopan unionin ulkopuolisissa maissa tuotanto-osuudet ovat kasvaneet jatkuvasti. Nyt kun olemme käynnistämässä viinin yleisen markkinajärjestelyn uudistusta, Euroopan unionin on otettava huomioon se, että uudistus koskee noin 3 400 000 hehtaarin alaa ja 3 000 000:aa työntekijää. Jos raivaustoimia käytetään markkinoiden tasapainottamisen välineenä, valitsemme saman tien kuin tupakan ja sokerin yhteisiin markkinajärjestelyihin aiemmin tehtyjen muutosten yhteydessä. Emme voi jatkaa tällä tiellä, joka johtaa työllisyyden heikentymiseen ja sellaisten kokonaisten maatalousalueiden hylkäämiseen, jotka sijaitsevat usein hydrogeologisesti herkillä alueilla. Kaikissa uudistuksissa on otettava huomioon ennen kaikkea yritykset, työntekijät ja ympäristöolot. Voimme taata laadun ja kuluttajien turvallisuuden ainoastaan suojelemalla Euroopan maatalouden tuotantojärjestelmää ja säilyttämällä sen. Esittelijä Batzelin ehdotuksilla on tietenkin parannettu komission esittämiä näkemyksiä. Siitä huolimatta muutamat näkökohdat aiheuttavat mielestäni edelleen huolta. Meidän on ennen kaikkea hylättävä raivaussuunnitelma ja käytettävä viljelykasvien vaihtamisesta kerättäviä maksuja sellaisten tilojen tukemiseen, joilla on vaikeuksia markkinoilla, jotta varmistetaan korkealaatuinen tuotanto. Kuten uusimmat Euroopan unionin vientiä koskevat tiedot osoittavat, meidän on painotettava laatua ja sitä kautta tuotantoa, joka voidaan samaistaa maahan ja perinteisiimme. Meidän on edettävä tätä tietä sen sijaan, että muuttaisimme viinin tavalliseksi teollisuustuotteeksi. Näin ollen meidän ei pitäisi lisätä sokeria viinin väkevöimiseksi, ja meidän on vahvistettava viiniyttämistä koskevat tarkat säännöt. Tähän liittyen eurooppalaista alkuperää olevan rypäleen puristemehun käytöstä ei pitäisi tehdä rangaistavaa, sillä se on perinteinen eurooppalainen viininvalmistuskäytäntö, eikä se heikennä itse viinin laatua. Tästä syystä on tärkeää säilyttää rypäleen puristemehun rahoitukseen annettava tuki. Viime kädessä kaikissa uudistuksissa on ensisijaisen tärkeää ottaa huomioon käynnissä oleva ilmastonmuutos, jolla on huomattavia vaikutuksia joihinkin Etelä-Euroopan alueisiin, sillä ilmastonmuutoksen takia niiden maatalousjärjestelmät kokevat suuria mullistuksia. Euroopan unionin on nyt aika puolustaa omaa maaperäänsä, sivilisaatiotaan ja perinteitään."@fi7
"Madame la Présidente, Mesdames et Messieurs, les chiffres, selon moi, parlent d’eux-mêmes: ces dernières années, l’Europe a vu sa production diminuer, contrairement à d’autres pays non européens dont la production connaît une augmentation constante. Aujourd’hui, toute réforme de l’OCM du vin en Europe ne doit pas oublier que le secteur compte quelque 3 400 000 hectares de plantations et emploie aux alentours de 3 000 000 de personnes. Ériger l’arrachage en instrument de rééquilibrage du marché, c’est emprunter la même voie que pour la réforme des OCM du tabac et du sucre, ce que nous devons éviter pour ne pas revivre les pertes d’emplois et l’abandon de territoires agricoles entiers, souvent situés dans des régions vulnérables du point de vue de la capacité hydrogéologique. Toute réforme doit dès lors tenir compte, avant toute chose, des entreprises, des travailleurs et des conditions environnementales, et ce n’est qu’en protégeant et en maintenant un système de production agricole européen que nous pourrons garantir la qualité et la sécurité côté consommateurs. Certes, grâce aux efforts consentis par le rapporteur Mme Batzeli, nous avons pu observer une amélioration en ce qui concerne les positions de la commissaire. En dépit de cela, certaines préoccupations subsistent selon moi. En premier lieu, nous devons abandonner les plans d’arrachage et nous servir du levier de la reconversion des cultures pour les exploitations en difficulté, afin de parvenir à une production de haute qualité. Ainsi que le démontrent les dernières données en matière d’exportations européennes, nous devons mettre l’accent sur la qualité et, partant, sur une production qui doit s’identifier au terroir et à nos traditions. Tel est le chemin que nous devons emprunter, et non celui qui préconise la transformation du vin en un produit industriel commun. Il découle de ce qui précède que nous ne devons pas procéder à l’adjonction de sucre pour enrichir le vin et que nous devons édicter des règles de vinification précises. Sur ce point, le recours à des moûts d’origine européenne pour l’enrichissement ne doit pas être sanctionné, étant donné qu’il s’agit d’une tradition propre à la viticulture européenne qui ne nuit pas à la qualité du vin lui-même. Il est dès lors essentiel que les moûts continuent de bénéficier d’un financement. En dernière analyse, toutes les réformes, quelles qu’elles soient, doivent absolument tenir compte des changements climatiques actuellement à l’œuvre, qui auront des conséquences dramatiques dans certaines régions d’Europe méridionale, mettant leurs systèmes agricoles sens dessus dessous. Il est grand temps que l’Europe défende sa terre, sa civilisation et ses traditions."@fr8
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@hu11
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@lt14
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@lv13
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@mt15
"Mevrouw de Voorzitter, dames en heren, ik denk dat de cijfers voor zich spreken: in de afgelopen jaren heeft Europa zijn productie terug zien lopen, terwijl landen buiten Europa getuige zijn van een constante toename van hun productieaandeel. Europa moet vandaag, met de hervorming van de GMO voor wijn, rekening houden met het feit dat hier ongeveer 3 400 000 hectare en 3 000 000 werknemers bij betrokken zijn. Door het rooien als een instrument voor marktevenwicht te beschouwen, zouden we dezelfde weg van eerdere veranderingen in de GMO's voor tabak en suiker volgen. We kunnen niet op deze manier verdergaan, want daardoor zal de werkgelegenheid afnemen en zullen hele landbouwgebieden leeglopen, die vaak gelegen zijn in kwetsbare gebieden vanuit het oogpunt van de hydrogeologische capaciteit. Daarom moet iedere hervorming in de eerste plaats rekening houden met ondernemingen, werknemers en milieufactoren en alleen als we het Europese landbouwproductiesysteem beschermen en in stand houden, kunnen we kwaliteit en veiligheid voor de consumenten garanderen. De pogingen die door de rapporteur, mevrouw Batzeli, zijn ondernomen, hebben uiteraard tot een verbetering geleid met betrekking tot de standpunten van de commissaris. Desondanks denk ik dat er nog steeds punten van zorg zijn. Ten eerste moeten we het rooiscenario loslaten en de heffing op de omschakeling van de productie gebruiken ten behoeve van de ondernemingen die het moeilijk hebben op de markt om te maken. Uit de laatste Europese exportgegevens blijkt dat we de nadruk moeten leggen op kwaliteit en dus op een productie die zich identificeert met het land en met onze tradities. Dit is de manier waarop we het aan moeten pakken in plaats van wijn tot een alledaags industrieel product te reduceren. Daaruit volgt dat we geen suiker moeten toevoegen voor de verrijking van wijn en nauwkeurige regels moeten vaststellen voor de vinificatie. In dit geval moet het gebruik van most van Europese herkomst voor de verrijking niet gestraft worden, aangezien het een traditionele methode binnen de Europese wijnvervaardiging is die geen afbreuk doet aan de kwaliteit van de wijn zelf. Daarom is het belangrijk om steun voor de financiering van most te behouden. Uiteindelijk is het van belang dat elke hervorming rekening houdt met de klimaatveranderingen die momenteel plaatsvinden en dramatische gevolgen voor sommige delen van Zuid-Europa zullen hebben, en hun landbouwsystemen volkomen in de war worden gebracht. Europa moet nu zijn grond, zijn beschaving en zijn tradities beschermen."@nl3
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@pl16
"Senhora Presidente, Senhoras e Senhores Deputados, penso que os números falam por si: nos últimos anos, a Europa tem visto diminuir a sua produção, enquanto, fora da Europa, outros países vêem aumentar constantemente as suas quotas de produção. Neste momento, ao lançar a reforma da OCM do vinho, a Europa deve ter em conta o facto de estarem em jogo cerca de 3 400 000 hectares e 3 000 000 de trabalhadores. Encarar o arranque como um instrumento de equilíbrio do mercado significa seguir o caminho das anteriores alterações às OCM do tabaco e do açúcar. Não podemos continuar por esse caminho, que conduz à queda dos índices de emprego e ao abandono de inteiros territórios agrícolas, muitas vezes situados em zonas fragilizadas do ponto de vista da capacidade hidrogeológica. Qualquer reforma deve, pois, ter em conta sobretudo as empresas, os trabalhadores e as condições ambientais, e só protegendo e mantendo um sistema de produção agrícola europeu poderemos garantir qualidade e segurança aos consumidores. Naturalmente, os esforços envidados pela relatora, a senhora deputada Batzeli, determinaram uma melhoria relativamente às posições da Senhora Comissária. Apesar disso, considero que continuam a existir alguns pontos preocupantes. Em primeiro lugar, devemos pôr de lado a ideia do arranque e usar a alavanca da reconversão de colheitas para as produções com dificuldades de mercado, com vista a conseguir uma produção de qualidade. Como revelam os últimos dados relativos às exportações europeias, devemos valorizar a qualidade e, consequentemente, uma produção que se identifique com os territórios e com as nossas tradições. É esse o caminho que devemos seguir, e não o da transformação do vinho num mero produto industrial. Daí a recusa da adição de açúcar como forma de enriquecimento do vinho, bem como a necessidade de definirmos regras concretas no que toca à vinificação. Nesse sentido, a utilização de mostos de origem europeia no enriquecimento do vinho não deve ser penalizada, por se tratar de uma prática tradicional da viticultura europeia e por não funcionar em detrimento da qualidade desse mesmo vinho. Por esse motivo, é importante manter o apoio ao financiamento dos mostos. Em última análise, é essencial que qualquer reforma tenha em conta as mudanças climáticas actualmente em curso, que terão consequências dramáticas nalgumas zonas do Sul da Europa, alterando os seus sistemas agrícolas. Chegou a altura de a Europa defender o seu território, a sua civilização e as suas tradições."@pt17
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@ro18
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@sk19
"Signora Presidente, onorevoli colleghi, credo che le cifre parlino chiaro: in questi ultimi anni l'Europa ha visto diminuire la propria produzione, mentre altri paesi extraeuropei vedono costantemente aumentare le proprie quote produttive. Oggi, nell'avviare la riforma dell'OCM del vino l'Europa deve tener conto che sono interessati circa 3.400.000 ettari e 3.000.000 di addetti. Pensare allo sradicamento come strumento di equilibrio del mercato significa percorrere la strada delle precedenti modifiche delle OCM del tabacco e dello zucchero. Non possiamo continuare su questa strada, che determina cadute di livello occupazionale e abbandono di interi territori agricoli, spesso collocati in aree fragili dal punto di vista della tenuta idrogeologica. Qualsiasi riforma quindi deve tener conto soprattutto delle imprese, dei lavoratori e delle condizioni ambientali, ed è solo difendendo e mantenendo un sistema produttivo agricolo europeo che possiamo garantire la qualità e la sicurezza per i consumatori. Certamente, lo sforzo della relatrice, on. Batzeli, ha determinato un miglioramento rispetto alle posizioni del Commissario. Ma nonostante ciò ritengo che ci siano ancora elementi di preoccupazione. Innanzitutto dobbiamo abbandonare l'ipotesi dello sradicamento e usare la leva della riconversione produttiva per quelle produzioni che hanno difficoltà di mercato, in direzione di una produzione di qualità. Così come dimostrano gli ultimi dati dell'esportazione europea, ad essere premiata è la qualità e, di conseguenza, una produzione che deve identificarsi con i territori e con le nostre tradizioni. È questa la strada che bisogna seguire e non quella della trasformazione del vino in un semplice prodotto industriale. Da qui il rifiuto dello zuccheraggio come strumento di arricchimento e la necessità di definire regole precise sulla vinificazione. In questo senso l'uso dei mosti di origine europea per l'arricchimento non può essere penalizzato, in quanto pratica della tradizione di viticoltura europea che non intacca la qualità del vino stesso. È per questo che è importante mantenere il sostegno al finanziamento ai mosti. In ultima analisi, qualsiasi riforma non può non tener conto delle modificazioni climatiche attualmente in atto, che avranno pesanti ripercussioni in alcune aree del sud dell'Europa, sconvolgendone i sistemi produttivi. È ora giunto il momento per l'Europa di difendere il suo territorio, la sua civiltà e le sue tradizioni."@sl20
"Fru talman, mina damer och herrar! Jag menar att siffrorna talar för sig själva: produktionen i Europa har minskat de senaste åren, medan länder utanför Europa har kunnat iaktta en konstant ökning i sina produktionsandelar. I dag inleds en reform av den gemensamma organisationen av marknaden för vin, och EU måste beakta att ungefär 3 400 000 hektar och 3 000 000 arbetstagare berörs. Om man ser nedläggning som ett verktyg för att nå balans på marknaden innebär det att man följer samma väg som tidigare förändringar av gemensamma organisationer av marknader för tobak och socker. Vi kan inte fortsätta på den vägen, som leder till sjunkande sysselsättning och att hela jordbruksområden överges, som ofta återfinns i känsliga områden om man ser till den hydrogeologiska förmågan. Vid varje reform måste man således framför allt ta hänsyn till företag, arbetstagare och miljöförhållanden. Det är endast genom att skydda och bibehålla ett EU-system för jordbruksproduktion som vi kommer att kunna garantera kvalitet och trygghet för konsumenterna. De insatser som föredraganden, Katerina Batzeli, har gjort har inneburit en förbättring i förhållande till kommissionsledamotens ställningstaganden. Trots det menar jag att det finns angelägna frågor. Framför allt måste vi överge nedläggningsscenariot och använda omställningsavgiften för dessa jordbruksföretag med svårigheter på marknaden för att åstadkomma en högkvalitativ produktion. Som framgår av de senaste uppgifterna om exporten från EU måste vi betona kvaliteten och därmed produktion som kan uppfattas som identisk med jordarna och med våra traditioner. Det är den vägen vi måste gå och inte göra om vinet till en vanlig industriprodukt. Därmed borde vi inte heller tillsätta socker för att berika vinet, och vi måste ställa upp exakta regler för vinframställning. Användandet av must som tillverkats i EU borde inte vara straffbart, eftersom det är en traditionell metod i europeisk vinframställning och inte till nackdel för kvaliteten på vinet. Av den anledningen är det viktigt att bibehålla stödet för must. Vid den finansiella analysen är det viktigt att man vid varje reform tar hänsyn till de klimatförändringar som skett på senare tid, som kommer att få dramatiska konsekvenser i vissa områden i södra Europa, med stor förvirring för jordbruket. Det är dags för Europa att försvara sitt land, sin civilisation och sina traditioner."@sv22
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"Vincenzo Aita (GUE/NGL ). –"18,5,20,15,1,19,14,16,11,13

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