Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2006-12-13-Speech-3-044"
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell’Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell’Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un’adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell’Unione europea, a cui non corrisponda un’adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l’indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell’Unione europea.
E’ un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell’allargamento, non indica quale sarà l’impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all’adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie – che peraltro dovrà essere rivisto a breve – è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull’allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l’eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@cs1
"Hr. formand, mine damer og herrer! Med denne forhandling skal vi sende et præcist budskab til Kommissionen, nemlig at det med Kommissionens omfattende udvidelsesprogram er nødvendigt med en samlet strategi for EU's nuværende og kommende politiske rolle.
Dette indebærer også - og måske først og fremmest - en geopolitisk beslutning om, hvor EU's grænser skal ligge. Det er særlig vigtigt og nødvendigt, hvad det vanskeligste spørgsmål angår, nemlig Tyrkiet, hvor der nu endelig begynder at være udsigt til en løsning med et privilegeret partnerskab.
Der er et punkt i betænkningerne, som jeg er enig i, nemlig at der i Kommissionens meddelelse om udvidelsesstrategien mangler nogle overvejelser omkring et fundamentalt aspekt, nemlig risikoen for, at en yderligere udvidelse af EU - hvis der ikke er en tilsvarende politisk, økonomisk og finansiel integrationskapacitet, men også kulturel kapacitet - får den uundgåelige konsekvens, at EU's politiske projekt svækkes eller bliver en fiasko.
Det er en kendsgerning, at Kommissionen, når den på en foruroligende overfladisk måde planlægger dette udvidelsesprogram - ikke angiver, hvilke finansielle konsekvenser det kan få, selv om det er absolut nødvendigt at have kendskab til dette inden enhver eventuel tiltrædelse.
Vi er udmærket klar over, hvilken indsats der venter os efter Bulgariens og Rumæniens tiltrædelse, så måske er tiden inde til klart at sige til de lande, som venter på at blive optaget, at de på nuværende tidspunkt har andre udsigter, sådan som det er tilfældet med Tyrkiet. Vi må ikke glemme, at det var yderst vanskeligt at nå frem til et kompromis om de nuværende finansielle overslag - et kompromis, som i øvrigt skal tages op til revision om kort tid.
Disse argumenter får os til at forstå, at holdningen hos regeringerne - f.eks. Prodi-regeringen - som hele tiden insisterer på Balkanlandenes tiltrædelse uden på nogen måde at tage højde for de reelle vanskeligheder, er resultatet af en overfladisk og uansvarlig handlemåde.
Desuden kan vi ikke længere tolerere den alt for store eftergivenhed, som man har udvist i tiltrædelsesprocedurerne tidligere med hensyn til alvorlige aspekter som kriminalitet og korruption, hvis vi ønsker, at den europæiske konstruktion fortsat skal opfylde de kriterier og værdier, som vores medborgere og befolkninger tror på."@da2
"Herr Präsident, meine Damen und Herren! Mit dieser Aussprache muss der Kommission ein klares Signal übermittelt werden, dass sie ihr umfangreiches Erweiterungsprogramm der Notwendigkeit einer Gesamtstrategie für die gegenwärtige und die zukünftige politische Rolle der Europäischen Union unterordnen muss.
Außerdem – und vielleicht vor allem – bedeutet dies, dass eine geopolitische Entscheidung darüber zu treffen ist, wo die zukünftigen Grenzen der EU verlaufen sollen. Das ist besonders wahr und zwingend im Hinblick auf das äußerst heikle Dossier der Türkei, für die sich endlich eine privilegierte Partnerschaft als Lösung abzuzeichnen beginnt.
In einem Punkt stimme ich mit diesen Berichten überein, und zwar dass in der Mitteilung der Kommission zur Erweiterungsstrategie keine ausreichenden Überlegungen zu einem wesentlichen Aspekt angestellt werden: die Gefahr, dass, wenn eine künftige EU-Erweiterung nicht mit einer entsprechenden politischen, wirtschaftlichen, finanziellen und auch kulturellen Integrationsfähigkeit einhergeht, dies unweigerlich zur Schwächung, wenn nicht gar zum Scheitern des politischen Projekts der Europäischen Union führen kann.
Tatsache ist, dass die Kommission dieses Erweiterungsprogramm mit erschreckender Unbekümmertheit vorgelegt hat, ohne die möglichen finanziellen Folgen darzulegen, deren man sich doch vor jedem etwaigen Beitritt unbedingt voll bewusst sein muss.
Wir wissen sehr wohl, welch harte Arbeit uns nach dem Beitritt Bulgariens und Rumäniens erwartet, und vielleicht ist deshalb der Zeitpunkt gekommen, um den beitrittswilligen Ländern klarzumachen, dass sich ihnen gegenwärtig unterschiedliche Perspektiven eröffnen, wie wir das im Falle der Türkei hervorgehoben haben. Wir sollten nicht vergessen, dass es äußerst schwierig war, einen Kompromiss über die aktuelle Finanzielle Vorausschau zu erzielen, die im Übrigen schon bald überarbeitet werden muss.
Diese Überlegungen machen uns klar, dass die Haltung jener Regierungen − wie der Prodi-Regierung −, die ohne Rücksicht auf diese objektiven Schwierigkeiten auf Schritt und Tritt auf der Erweiterung um die Balkanländer bestehen, das Ergebnis einer unverantwortlichen Oberflächlichkeit ist.
Außerdem kann die übertriebene Nachsicht, die in früheren Beitrittsverfahren mit besorgniserregenden Erscheinungen wie Korruption und Kriminalität geübt worden ist, nicht mehr toleriert werden, wenn wir wollen, dass das europäische Einigungswerk weiterhin den Kriterien und Werten gerecht wird, an die unsere Bürger und unsere Völker glauben."@de9
"Κύριε Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, η συζήτηση αυτή πρέπει να στείλει στην Επιτροπή ένα σαφές μήνυμα, ότι οφείλει δηλαδή να εξαρτήσει το ευρύ της πρόγραμμα για τη διεύρυνση από τις ανάγκες μιας συνολικής στρατηγικής που αφορά τον σημερινό και τον μελλοντικό πολιτικό ρόλο της Ευρωπαϊκής Ένωσης.
Αυτό έχει επίσης ως, κύρια ίσως, συνέπεια την επιλογή μιας γεωπολιτικής απόφασης σχετικά με το ποια πρέπει να είναι τα σύνορα της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Η ανάγκη αυτή είναι ιδιαίτερα αισθητή και επιτακτική όσον αφορά το εξαιρετικά ευαίσθητο θέμα της Τουρκίας, για το οποίο αρχίζει επιτέλους να διαγράφεται η λύση της προνομιακής εταιρικής σχέσης.
Ένα σημείο των εκθέσεων αυτών με βρίσκει σύμφωνο, το γεγονός δηλαδή ότι από την ανακοίνωση της Επιτροπής σχετικά με τη στρατηγική για τη διεύρυνση απουσιάζει ο αναγκαίος προβληματισμός όσον αφορά ένα καίριο ζήτημα: τον κίνδυνο της αναπόφευκτης αποδυνάμωσης, αν όχι αποτυχίας, του πολιτικού σχεδίου της Ευρωπαϊκής Ένωσης, ως συνέπειας μιας περαιτέρω διεύρυνσης της ΕΕ η οποία δεν θα συνοδεύεται από επαρκή ικανότητα πολιτικής, οικονομικής, δημοσιονομικής, αλλά και πολιτιστικής ολοκλήρωσης.
Είναι αλήθεια ότι, ενώ η Επιτροπή προτείνει με απίστευτη επιπολαιότητα αυτό το πρόγραμμα διεύρυνσης, δεν αναφέρει καν ποιες θα είναι οι δημοσιονομικές συνέπειες που θα έχει, παρά το γεγονός ότι είναι απόλυτα αναγκαίο να τις γνωρίζουμε πριν από κάθε ενδεχόμενη ένταξη.
Γνωρίζουμε πολύ καλά τις προσπάθειες που πρέπει να καταβάλουμε μετά την ένταξη της Βουλγαρίας και της Ρουμανίας, και ήλθε ίσως η στιγμή να πούμε με σαφήνεια στις χώρες που περιμένουν να ενταχθούν ότι, προς το παρόν, όπως συνέβη με την Τουρκία, οι προοπτικές που υπάρχουν για αυτές είναι διαφορετικές. Ας μην λησμονούμε πόσο δύσκολη ήταν η επίτευξη ενός συμβιβασμού για τις σημερινές δημοσιονομικές προοπτικές, τον οποίο θα πρέπει μάλιστα να αναθεωρήσουμε σύντομα.
Από τα επιχειρήματα αυτά κατανοούμε ότι οι θέσεις των κυβερνήσεων εκείνων −όπως η κυβέρνηση Πρόντι− που επιμένουν σε κάθε ευκαιρία για την ανάγκη ένταξης των βαλκανικών χωρών, χωρίς να λαμβάνουν υπόψη τις αντικειμενικές δυσκολίες, είναι αποτέλεσμα μιας ανεύθυνης επιπολαιότητας.
Τέλος, η υπερβολική ελαστικότητα που επιδείξαμε στις προηγούμενες διαδικασίες ένταξης για πολύ σοβαρά ζητήματα, όπως η διαφθορά και η εγκληματικότητα, δεν μπορεί να γίνεται πλέον ανεκτή, εάν θέλουμε να οικοδομήσουμε μια Ευρώπη που θα ανταποκρίνεται στα κριτήρια και τις αξίες στις οποίες πιστεύουν οι συμπολίτες μας και οι λαοί μας."@el10
"Mr President, ladies and gentlemen, this debate needs to send the Commission a clear pointer that it must make its vast enlargement programme contingent on the need for an overall strategy regarding the European Union’s political role now and in the future.
That also – perhaps essentially – involves making a geopolitical decision about what the EU’s borders ought to be. That is particularly true and imperative in relation to the highly sensitive issue of Turkey, for which privileged partnership is finally starting to look like a solution.
I agree with these reports on one point, which is that the Commission communication on the enlargement strategy has not given sufficient thought to an essential aspect: the danger that, if future EU enlargement does not involve adequate political, economic, financial and also cultural integration, then it will inevitably result in the weakening, if not the failure, of the European Union as a political project.
It is a fact that the Commission is advancing this enlargement programme with disturbing levity, without even pointing out what financial impact it might have, whereas it is absolutely essential to be fully conscious of that prior to any accession.
We are well aware of the hard work in store for us after Bulgaria and Romania join, so perhaps the time has come to make it clear to the countries waiting to join that, for now, different prospects are opening up for them, as we have pointed out in the case of Turkey. Let us not forget that it was extremely difficult to reach a compromise on the current financial perspective, which needs to be reviewed soon, by the way.
These arguments make us realise that the position of those governments – like the Prodi Government – that insist at every turn on extending enlargement to the Balkan countries without taking these real difficulties into account at all is the result of irresponsible levity.
Furthermore, the excessive leniency shown in previous accession procedures towards serious matters such as corruption and crime can no longer be tolerated if we want the integration of Europe to continue to conform to the standards and values in which our fellow citizens and our peoples believe."@en4
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@et5
"Arvoisa puhemies, hyvät kollegat, tässä keskustelussa on lähetettävä komissiolle selkeä viesti siitä, että sen on otettava mittavassa laajentumisohjelmassaan huomioon tarve laatia kokonaisstrategia, joka koskee Euroopan unionin tämänhetkistä ja tulevaa poliittista roolia.
Tähän kuuluu myös – ehkä keskeisenä osana – geopoliittinen päätös siitä, mitkä EU:n rajojen pitäisi olla. Tämä on erityisen totta ja tärkeää käsiteltäessä äärettömän arkaluonteista Turkin kysymystä, jonka ratkaisussa ollaan päätymässä etuoikeutettuun kumppanuuteen.
Yhdyn mietinnöissä esitettyihin näkemyksiin yhden seikan osalta eli siinä, ettei laajentumisstrategiaa koskevassa komission tiedonannossa ole syvennytty riittävästi erääseen keskeiseen näkökohtaan: vaaraan siitä, että jos EU ei uuden laajentumisen yhteydessä kykene riittävään poliittiseen, taloudelliseen, rahoitukselliseen ja myös kulttuuriseen yhdentymiseen, laajentuminen johtaa väistämättä Euroopan unionin poliittisen hankkeen heikentymiseen tai jopa kaatumiseen.
Komission tiedetään vievän laajentumisohjelmaa eteenpäin käsittämättömän kevyesti, eikä se edes ilmoita, mikä on ohjelman taloudellinen vaikutus, vaikka juuri tämän on ehdottomasti oltava tiedossa ennen yhdenkään uuden maan liittymistä.
Olemme täysin tietoisia siitä raskaasta työstä, joka meitä odottaa Bulgarian ja Romanian liittymisen jälkeen, joten ehkä nyt on tullut aika tehdä liittymistä odotteleville maille selväksi, ettei niille voida toistaiseksi antaa samanlaisia näkymiä. Tätä olemme korostaneet muun muassa Turkin tapauksessa. Älkäämme unohtako, miten valtavan vaikeaa oli löytää sovitteluratkaisu nykyiseen rahoituskehykseen, jota sitäkin on kohta tarkistettava.
Nämä perustelut saavat meidät ymmärtämään, että Prodin hallituksen kaltaiset hallitukset, jotka haluavat joka käänteessä ulottaa laajentumisen ehdottomasti Balkanin maihin piittaamatta lainkaan todellisista ongelmista, ovat muodostaneet oman kantansa edesvastuuttoman kevyesti.
Jos haluamme, että yhdentyvässä Euroopassa noudatetaan edelleenkin niitä vaatimuksia ja arvoja, joihin kansalaisemme ja kansamme uskovat, emme myöskään voi enää hyväksyä aiempien liittymismenettelyjen liian lempeää suhtautumista korruption ja rikollisuuden kaltaisiin vakaviin asioihin."@fi7
"Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, ce débat doit montrer clairement à la Commission qu’elle doit subordonner son vaste programme d’élargissement à la nécessité d’une stratégie d’ensemble s’agissant du rôle politique de l’Union européenne aujourd’hui et à l’avenir.
Cela suppose aussi - peut-être essentiellement - de prendre une décision géopolitique sur ce que doivent être les frontières de l’Union européenne. Cela apparaît particulièrement vrai et impératif par rapport à la question très sensible de la Turquie, pour laquelle un partenariat privilégié commence enfin à se dessiner comme une solution.
Je suis d’accord avec ces rapports sur un point, à savoir que la communication de la Commission concernant la stratégie d’élargissement ne s’est pas suffisamment attachée à un aspect fondamental, à savoir le risque, si un nouvel élargissement de l’Union européenne n’impliquait pas une intégration politique, économique, financière et aussi culturelle appropriée, d’aboutir alors à l’affaiblissement, voire à la faillite de l’Union européenne en tant que projet politique.
C’est un fait que la Commission avance ce programme d’élargissement avec une légèreté déconcertante, sans même indiquer quel pourrait être son impact financier, alors qu’il est absolument essentiel d’en être tout à fait conscient avant toute nouvelle adhésion.
Nous sommes bien conscients du travail acharné qui nous attend à la suite de l’adhésion de la Roumanie et de la Bulgarie. L’heure est peut-être venue de dire clairement aux pays candidats que différentes perspectives s’offrent à eux, comme nous l’avons indiqué dans le cas de la Turquie. N’oublions pas qu’il a été extrêmement difficile d’aboutir à un compromis à propos des perspectives financières actuelles, qui devront d’ailleurs être rapidement révisées.
Ces arguments nous font réaliser que la position des gouvernements - comme le gouvernement de M. Prodi - qui insistent à tout moment sur l’élargissement aux pays des Balkans, sans tenir nul compte des difficultés réelles, dénote une légèreté irresponsable.
En outre, il n’est plus possible de tolérer l’excessive clémence vis-à-vis de questions aussi graves que celles de la corruption et de la criminalité, clémence qui a caractérisé certaines procédures d’adhésion par le passé, si nous voulons que l’intégration de l’Europe reste conforme aux règles et aux valeurs dans lesquelles nos concitoyens et nos peuples croient."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@mt15
"Mijnheer de Voorzitter, dames en heren, uit dit debat moet voor de Commissie een precieze indicatie komen, namelijk dat het enorme uitbreidingsprogramma afgestemd moet worden op de noodzaak van een allesomvattende strategie voor de huidige en toekomstige politieke rol van de Europese Unie.
Dit impliceert ook, en misschien wel in de allereerste plaats, een geopolitieke keuze over de grenzen die de Europese Unie moet krijgen. Dit geldt vooral, en terecht, voor het delicaatste dossier: de relatie met Turkije. Daarvoor dient zich eindelijk een oplossing aan in de vorm van een bevoorrecht partnerschap.
Op één punt ben ik het met deze verslagen eens. Ik vind namelijk ook dat in de mededeling van de Commissie over de uitbreidingsstrategie niet grondig is nagedacht over iets dat van essentieel belang is: als een verdere uitbreiding van de Europese Unie niet gepaard gaat met een toereikend integratievermogen op politiek, economisch, financieel maar ook cultureel gebied, zal het politieke project van de Europese Unie onvermijdelijk verzwakken, zo niet mislukken.
Het is een feit dat de Commissie dit uitbreidingsprogramma op een onthutsend oppervlakkige manier uittekent. Onder meer wordt niet aangegeven welke financiële gevolgen daaraan verbonden zijn, terwijl het juist zo noodzakelijk is daar zicht op te krijgen voordat tot eventuele toetreding besloten wordt.
Wij beseffen maar al te goed welke inspanningen ons wachten met de toetreding van Bulgarije en Roemenië. Vandaar dat nu misschien het moment is aangebroken om duidelijk te zeggen tegen de landen die op toetreding wachten, dat zij voorlopig andere perspectieven krijgen aangeboden, precies zoals wij met Turkije hebben gedaan. Laten wij niet vergeten hoe lastig het was een compromis te bereiken over de huidige financiële vooruitzichten; een compromis dat overigens op korte termijn ook nog herzien moet worden.
Hieruit valt goed af te leiden hoezeer regeringen - zoals de regering-Prodi in Italië - die telkens weer hameren op uitbreiding tot de Balkan-landen, zonder ook maar enigszins rekening te houden met dit soort objectieve moeilijkheden, hun standpunten baseren op oppervlakkigheid en verminderd verantwoordelijkheidsgevoel.
Bovendien kan de overdreven toegeeflijke houding die men in het verleden in toetredingsprocedures had tegenover ernstige zaken als corruptie en criminaliteit, niet langer getolereerd worden als wij willen dat de Europese opbouw een antwoord blijft geven op de normen en waarden waarin onze medeburgers en bevolkingen geloven."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@pl16
"Senhor Presidente, Senhoras e Senhores Deputados, este debate deve transmitir à Comissão a indicação exacta de que deve subordinar o seu vasto programa de alargamento à necessidade de uma estratégia global que diga respeito ao papel político actual e futuro da União Europeia.
Isso implica também – talvez mesmo em termos essenciais – que seja tomada uma decisão geopolítica acerca de quais deverão ser as fronteiras da UE. Isso é particularmente verdadeiro e imperativo no que respeita à questão extremamente delicada da Turquia, para a qual começa finalmente a surgir como solução a parceria privilegiada.
Concordo com estes relatórios quanto a um ponto, nomeadamente o facto de a comunicação da Comissão sobre a estratégia do alargamento carecer de uma reflexão adequada no que toca a um aspecto essencial: o risco de que, se um futuro alargamento da UE não se fizer acompanhar de uma adequada integração política, económica, financeira e também cultural, possa sobrevir, como consequência inevitável, o enfraquecimento, se não a falência, da União Europeia enquanto projecto político.
É um facto que a Comissão faz avançar este programa de alargamento com desconcertante superficialidade, sem mesmo indicar qual será o impacto financeiro que ele poderá ter, quando é absolutamente necessário termos plena consciência desse facto antes de qualquer adesão.
Estamos plenamente conscientes dos grandes esforços que nos esperam depois da adesão da Bulgária e da Roménia, pelo que talvez tenha chegado a altura de dizer muito claramente aos países que aguardam a respectiva adesão que, por agora, se abrem para eles perspectivas diferentes, como indicámos no caso da Turquia. Não nos esqueçamos de que foi extremamente difícil conseguir um compromisso sobre as actuais perspectivas financeiras, compromisso esse que, de resto, necessita de ser revisto em breve.
Estes argumentos fazem-nos compreender que a posição dos governos – como o Governo Prodi – que insistem a cada instante no alargamento aos países balcânicos sem terem em linha de conta estas dificuldades reais, é fruto de uma superficialidade pouco responsável.
Além disso, a excessiva condescendência revelada em anteriores processos de adesão em relação a questões graves como a corrupção e a criminalidade não pode continuar a ser tolerada, se queremos que a construção europeia continue a corresponder aos padrões e aos valores em que acreditam os nossos concidadãos e os nossos povos."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@sk18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell'Unione europea.
Ciò comporta anche, e forse essenzialmente, una scelta di contenuto geopolitico su quelli che devono essere i confini dell'Unione europea. Ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato.
Su un punto concordo con queste relazioni, ovvero sul fatto che nella comunicazione della Commissione sulla strategia di allargamento manca un'adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell'Unione europea, a cui non corrisponda un'adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l'indebolimento, se non il fallimento, del progetto politico dell'Unione europea.
E' un fatto che la Commissione, nel momento in cui prospetta con sconcertante superficialità questo programma dell'allargamento, non indica quale sarà l'impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione.
Siamo ben consapevoli degli sforzi che ci attendono in seguito all'adesione di Bulgaria e Romania, e allora è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che, per ora, si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia. Non dimentichiamo che raggiungere un compromesso sulle attuali prospettive finanziarie - che peraltro dovrà essere rivisto a breve - è stato estremamente difficile.
Questi ragionamenti ci fanno capire come la posizione di quei governi − come il governo Prodi − che insistono ad ogni piè sospinto sull'allargamento ai paesi balcanici senza tenere in alcun conto queste oggettive difficoltà, sia frutto di superficialità poco responsabile.
Inoltre, l'eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione per quanto riguarda aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, non può più essere tollerata se vogliamo che la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli."@sl19
"Herr talman, mina damer och herrar! Denna debatt måste ge kommissionen en tydlig vink om att den måste anpassa sitt omfattande utvidgningsprogram efter behovet av en övergripande strategi för EU:s politiska roll i dag och i framtiden.
Detta inbegriper även – kanske framför allt – att fatta ett geopolitiskt beslut om vilka gränser EU bör ha. Detta är inte minst nödvändigt i den mycket känsliga Turkietfrågan, där ett privilegierat partnerskap till slut börjar framstå som en lösning.
Jag instämmer i betänkandena på en punkt, och det är att man i kommissionens meddelande om utvidgningsstrategin inte lägger tillräcklig vikt vid en central aspekt, nämligen risken för att EU som politiskt projekt ofrånkomligen kommer att försvagas eller t.o.m. misslyckas om inte en tillräcklig politisk, ekonomisk, finansiell och även kulturell integration sker vid framtida utvidgningar.
Det är ett faktum att kommissionen genomför detta utvidgningsprogram med ett lättsinne som är stötande och utan att ens tala om de finansiella konsekvenserna, trots att det är absolut nödvändigt att ha full insikt om dessa före en eventuell anslutning.
Vi är väl medvetna om det hårda arbete vi har framför oss efter Bulgariens och Rumäniens anslutning. Kanske är det dags att göra klart för de länder som väntar på medlemskap att det i nuläget finns flera olika möjligheter för dem, som vi har påpekat när det gäller Turkiet. Vi får inte glömma att det var ofantligt svårt att nå en kompromiss om den nuvarande budgetramen, som förresten måste ses över snart.
Mot denna bakgrund inser man att ståndpunkten hos de regeringar som i likhet med Prodis regering ständigt kräver att utvidgningen ska utsträckas till de baltiska länderna utan någon som helst hänsyn till de faktiska svårigheterna, är ett utslag av oansvarigt lättsinne.
Det överdrivna överseende som man vid tidigare anslutningsförfaranden visat i allvarliga frågor som korruption och brottslighet kan heller inte längre tolereras om vi vill att EU:s integration ska fortsätta att anpassas efter de normer och värden som medborgarna och våra landsmän tror på."@sv21
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"Mario Borghezio (UEN ). –"5,19,15,1,18,14,16,11,13
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