Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2006-10-24-Speech-2-384"
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". – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell’OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell’OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l’industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un’applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell’OMC. Per alcuni paesi emergenti, l’applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli
investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell’OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso “
” con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l’uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest’ultima riesce a ottenere un’adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l’industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d’istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell’industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l’applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell’OMC, facendosi promotrice di un’azione mirata a rendere più rapida ed efficace l’applicazione delle decisioni dell’organo di risoluzione delle dispute all’interno dell’OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell’Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell’ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell’industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l’industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell’OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all’applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l’uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell’interesse comunitario."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@cs1
"Hr. formand, mine damer og herrer, hr. kommissær! Kommissionens tjenestegrenes årsberetning for 2004 om de antidumping-, antisubsidie- og beskyttelsesforanstaltninger, som tredjelande har anvendt over for EU, har vist noget, der har givet anledning til bekymring i udvalget. Årsberetningen viser en abnorm stigning i antallet af handelsbeskyttelsessager, som både inddrager dem, der traditionelt benytter sådanne foranstaltninger, og de nyere WTO-lande. I mange tilfælde er WTO's regler og retspraksis blevet sat delvist eller fuldstændigt til side, hvilket er gået ud over EU's industri.
For de udviklede lande - og navnlig USA - opstår der større problemer som følge af en unilateral og under alle omstændigheder halvhjertet gennemførelse af WTO-reglerne. I nogle af de nye vækstlande tager anvendelsen af udligningstold ikke sigte på at bekæmpe ulovlig praksis, men på at give den lokale industri en ekstra beskyttelse mod europæisk import. Ofte er undersøgelsesstandarderne ikke særligt høje, og det rejser tvivl om, hvorvidt der er fuld overensstemmelse med WTO-reglerne.
Kommissionens årsberetning medtager nogle af de vigtige tilfælde, nemlig nulstillingssagen med USA, de indiske antidumpingsager, de sydamerikanske og australske landbrugssager og generelt den omfattende og ukorrekte brug af beskyttelsesforanstaltninger. I mange af de sager, der er anlagt mod Det Europæiske Fællesskab, er det lykkedes Fællesskabet at opnå en tilfredsstillende ordning i forbindelse med tvisternes løsning inden for WTO.
Disse løsninger kommer dog ofte alt for sent, så skaderne for den europæiske industri bliver uoprettelige. På baggrund af den beskrivelse, som Kommissionen giver i sin beretning, kunne Udvalget om International Handel instinktivt foreslå, at man anvendte de samme metoder og den samme adfærd som de handelspartnere, der krænker antidumping-, antisubsidie- og beskyttelsesbestemmelserne, men det gjorde vi ikke. Vi er nemlig overbevist om, at overholdelsen af de handelsregler, der er fastlagt på internationalt niveau og inden for multilaterale rammer, udgør et grundprincip for den økonomiske vækst og mere generelt for nationernes fredelige sameksistens. Det bliver ikke rigtigere af, at der er to, som gør den samme fejltagelse. Når det er sagt, vil vi gerne understrege, at reglerne skal følges, og at deres manglende gennemførelse skal medføre sanktioner, som garanterer bestemmelsernes overholdelse i løbet af kort tid. Hvis ikke fristen er kort, bliver skaderne uoprettelige.
For at forsvare lovgivningen og den del af den europæiske industri, der føler sig uretmæssigt ramt af ulovlige foranstaltninger, opfordrer vi Kommissionen til resolut at fortsætte WTO-forhandlingerne, der har til formål at gøre de andre WTO-medlemmers anvendelse af handelsbeskyttelsesforanstaltninger mindre vilkårlig, og til at gøre en målrettet indsats for, at de beslutninger, som WTO's tvistbilæggelsesorgan træffer, bliver hurtigere og mere effektive. Disse punkter bør medtages på Doha-udviklingsdagsordenen, såfremt disse forhandlinger skulle blive genoptaget, hvilket vi håber på.
Vi opfordrer således Kommissionen til at lægge den rette vægt på dette spørgsmål i forbindelse med de initiativer, der tager sigte på at øge den europæiske industris konkurrenceevne udadtil, og som kommissær Mandelson bebudede over for Underudvalget om International Handel for nylig.
Endelig henstiller vi til Kommissionen om, at den ikke giver præference- eller særbehandling til de handelspartnere, som gentagne gange og med alvorlige økonomiske følger for den europæiske industri bryder WTO's regler og retspraksis.
Udvalget om International Handel mener ikke, at vi kan forholde os fuldstændigt passivt til sådanne alvorlige situationer. Hvis vi ønsker borgernes opbakning til de nye internationale handelsregler, er vi nødt til at gøre en indsats for at opnå større gennemsigtighed, konsekvens og respekt for lovgivningen fra alle aktørers side ved at træffe foranstaltninger, der går lige fra grænsekontrol til gennemførelsen af fælles sanktioner over for dem, der handler med kopivarer eller andre ulovlige varer på europæisk område.
Denne årsberetnings konklusioner hænger sammen med Kommissionens nylige initiativ for at opnå en reform af EU's antidumping- og antisubsidieregler. Formålet med denne reform er at begrænse Kommissionens brug af disse instrumenter som en del af indsatsen for at sikre, at der lægges mere og større vægt på Fællesskabets interesser."@da2
"Herr Präsident, Her Kommissar, meine Damen und Herren! Der von den Kommissionsdienststellen vorgelegte Jahresbericht 2004 über die Antidumping-, Antisubventions- und Schutzmaßnahmen von Drittländern gegen die Gemeinschaft hat eine Tatsache enthüllt, die große Besorgnis in unserem Parlamentsausschuss hervorgerufen hat. Aus diesem Bericht geht ein ungewöhnlicher Anstieg der Fälle handelspolitischer Schutzmaßnahmen hervor, und zwar nicht nur von den Staaten, die traditionell zu derartigen Maßnahmen greifen, sondern auch von anderen WTO-Mitgliedern, die zu den Schwellenländern gehören. Die Regeln und die Rechtsprechung der WTO werden in vielen Fällen teilweise oder gänzlich missachtet, und der Industrie der Gemeinschaft wird so ein nicht hinnehmbarer Schaden zugefügt.
Was die entwickelten Länder, insbesondere die Vereinigten Staaten, betrifft, so entstehen die Hauptprobleme durch eine einseitige und zu wenig auf die Regeln der WTO bedachte Anwendung. Bestimmte Schwellenländer erheben Ausgleichszölle, mit denen nicht etwa unlauteren Handelspraktiken entgegengetreten, sondern vielmehr bestimmten Bereichen ihrer Industrie ein zusätzlicher Schutz gegen Waren aus dem Ausland geboten werden soll. In vielen Fällen sind die Untersuchungsstandards niedrig oder dergestalt, dass sie Zweifel an ihrer vollständigen Vereinbarkeit mit den WTO-Regeln aufkommen lassen.
In dem Bericht der Kommission werden einige dieser symptomatischen Fälle aufgeführt, wie zum Beispiel das „Zeroing“ der Vereinigten Staaten, die indischen Antidumpingfälle, südamerikanischen und australischen Fälle im Agrarsektor und ganz allgemein der extensive und unfaire Gebrauch von Schutzmaßnahmen. In vielen Fällen, die gegen die Europäische Gemeinschaft vorgebracht wurden, gelang es der Gemeinschaft, einen angemessenen Ausgleich bei der Streitbeilegung in der WTO zu erreichen.
Doch ein solcher Erfolg stellt sich oft zu spät ein, so dass für die europäische Industrie ein irreparabler Schaden entsteht. In Anbetracht der Situation, die uns die Kommission in ihrem Bericht beschrieben hat, hätte der Ausschuss für internationalen Handel instinktiv reagieren und vorschlagen können, dieselben Methoden und Verhaltensweisen wie unsere Handelspartner an den Tag zu legen, die gegen die Antidumping-, Antisubventions- und Schutzbestimmungen verstoßen, doch er hat es nicht getan. Wir sind nämlich davon überzeugt, dass die Achtung der auf internationaler Ebene und in einem multilateralen Rahmen festgelegten Handelsregeln die Hauptstütze des Wirtschaftswachstums und ganz allgemein des friedlichen Miteinanders der Nationen bildet. Zweimal falsch ergibt nicht einmal richtig. Eingedenk dessen wollen wir bekräftigen, dass die Regeln eingehalten und im Falle ihrer Nichteinhaltung umgehend Sanktionen verhängt werden müssen, um das Recht durchzusetzen. Wenn die Sanktionen nicht schnell greifen, ist der Schaden nicht wieder gutzumachen.
Zur Verteidigung der Legalität und des Bereichs der europäischen Industrie, der sich zu Unrecht von diesen ungesetzlichen Maßnahmen getroffen fühlt, fordern wir die Kommission auf, innerhalb der WTO entschlossen die Verhandlungen fortzuführen, damit bei handelspolitischen Schutzmaßnahmen anderer WTO-Mitglieder weniger Willkür herrscht, und sich nachdrücklich dafür einzusetzen, dass die Beschlüsse des Streitbeilegungsgremiums der WTO schneller und wirksamer umgesetzt werden. Diese Punkte sollten in die Entwicklungsagenda von Doha aufgenommen werden, sofern die Verhandlungen – wie wir hoffen – wiederaufgenommen werden.
Deshalb fordern wir die Kommission auf, dieser Frage im Rahmen der vor kurzem von Herrn Mandelson vor dem Ausschuss für internationalen Handel angekündigten Maßnahmen zur Steigerung der äußeren Wettbewerbsfähigkeit der europäischen Industrie die gebührende Bedeutung beizumessen.
Schließlich empfehlen wir der Kommission, Handelspartnern, die sich wiederholt und mit schwer wiegenden wirtschaftlichen Folgen für die europäische Industrie nicht an die Regeln und die Rechtsprechung der WTO halten, keine Präferenzbehandlung einzuräumen.
Der Ausschuss für internationalen Handel ist der Auffassung, dass wir angesichts ernster Situationen nicht völlig untätig bleiben können. Wenn wir die Unterstützung der Öffentlichkeit für die neuen Regeln des internationalen Handels gewinnen wollen, müssen wir uns für mehr Transparenz und Konsequenz sowie eine striktere Einhaltung von Recht und Gesetz durch alle Akteure einsetzen, indem wir Maßnahmen ergreifen, die von Grenzkontrollen bis hin zur Verhängung gemeinsamer Sanktionen gegen diejenigen reichen, die im Gebiet der Union mit gefälschten oder illegalen Waren handeln.
Wir können die Schlussfolgerungen dieses Berichts mit der jüngsten Initiative der Kommission für eine Reform der Antidumping- und Antisubventionspolitik der Europäischen Gemeinschaft in Zusammenhang bringen. Ziel dieser Reform ist die Beschränkung der Anwendung solcher Instrumente durch die Kommission im Rahmen der Bemühungen um eine sorgfältigere und umfassendere Berücksichtigung des Gemeinschaftsinteresses."@de9
"Κύριε Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, κύριε Επίτροπε, η ετήσια έκθεση του 2004 που παρουσίασαν οι υπηρεσίες της Επιτροπής σχετικά με τα μέτρα αντιντάμπινγκ, αντεπιδοτήσεων και διασφάλισης από τρίτες χώρες, έφερε στην επιφάνεια ένα στοιχείο που προκάλεσε έντονες ανησυχίες στο πλαίσιο της κοινοβουλευτικής μας επιτροπής. Από την έκθεση προκύπτει μια αφύσικη αύξηση των περιπτώσεων εμπορικής άμυνας τόσο από τους παραδοσιακούς χρήστες των μέτρων αυτών όσο και από άλλα κράτη μέλη του ΠΟΕ που ανεπτύχθησαν πρόσφατα. Σε πολλές περιπτώσεις, οι κανόνες και η νομολογία του ΠΟΕ έχουν εν μέρει ή πλήρως αγνοηθεί, προκαλώντας αδικαιολόγητη ζημία στην κοινοτική βιομηχανία.
Όσον αφορά τις αναπτυγμένες χώρες και ειδικά τις Ηνωμένες Πολιτείες, τα κυριότερα προβλήματα οφείλονται στη μονομερή ή έστω ελάχιστα αυστηρή εφαρμογή των κανόνων του ΠΟΕ. Σε ορισμένες αναδυόμενες χώρες εφαρμόζονται αντισταθμιστικοί δασμοί όχι για να εμποδίσουν τις παράνομες εμπορικές πρακτικές, αλλά για να εξασφαλίσουν στις τοπικές βιομηχανίες μια πρόσθετη προστασία από τις ευρωπαϊκές εισαγωγές. Σε πολλές περιπτώσεις, οι προδιαγραφές έρευνας δεν είναι διόλου υψηλές και δημιουργούν ερωτηματικά ως προς την πλήρη συμμόρφωσή τους με τους κανόνες του ΠΟΕ.
Η έκθεση της Επιτροπής αναφέρει ορισμένες τέτοιες σημαντικές περιπτώσεις, όπως η περίπτωση του «Μηδενισμού» με τις Ηνωμένες Πολιτείες, οι υποθέσεις αντιντάμπινγκ στην Ινδία, οι γεωργικές υποθέσεις στη Νότιο Αμερική και την Αυστρία και, γενικότερα, η εκτεταμένη και αθέμιτη χρήση των μέτρων διασφάλισης. Σε πολλές προσφυγές που ασκήθηκαν κατά της Ευρωπαϊκή Κοινότητας, η Κοινότητα κατόρθωσε να επιτύχει ικανοποιητικό συμβιβασμό με την επίλυση των αντιδικιών στο πλαίσιο του ΠΟΕ.
Ωστόσο, η επιτυχία αυτή πολύ συχνά έρχεται καθυστερημένα και η ζημία για την ευρωπαϊκή βιομηχανία είναι ανεπανόρθωτη. Με δεδομένο το πλαίσιο που παρουσιάζει η Επιτροπή στην έκθεσή της, η Επιτροπή Διεθνούς Εμπορίου, παρασυρόμενη από μια ενστικτώδη αντίδραση, θα μπορούσε να είχε συστήσει τη εφαρμογή των ίδιων μεθόδων και της ίδιας συμπεριφοράς με τους εμπορικούς εταίρους που παραβιάζουν τους κανόνες σε ζητήματα αντιντάμπινγκ, αντεπιδοτήσεων και διασφάλισης, αλλά δεν το έπραξε. Πράγματι, είμαστε πεπεισμένοι ότι ο σεβασμός των εμπορικών κανόνων που θεσπίζονται σε διεθνές επίπεδο και σε ένα πολυμερές πλαίσιο, αποτελεί τη βασική αρχή για την οικονομική ανάπτυξη και, γενικότερα, για την ειρηνική συμβίωση μεταξύ των εθνών. Δύο σφάλματα δεν κάνουν ποτέ ένα σωστό. Τούτου λεχθέντος, θέλουμε να επαναλάβουμε ότι οι κανόνες πρέπει να εφαρμόζονται και ότι η παραβίασή τους πρέπει να επιφέρει κυρώσεις που θα αποκαθιστούν τη νομιμότητα σύντομα. Εάν οι χρόνοι δεν είναι σύντομοι, η ζημία παραμένει ανεπανόρθωτη.
Για την υπεράσπιση της νομιμότητας και του τμήματος της ευρωπαϊκής βιομηχανίας που αισθάνεται ότι πλήττεται αδίκως από παράνομα μέτρα, καλούμε την Επιτροπή να συνεχίσει με αποφασιστικότητα τις διαπραγματεύσεις στο πλαίσιο του ΠΟΕ, προκειμένου να περιορισθεί η αυθαίρετη εφαρμογή μέτρων εμπορικής άμυνας από άλλα μέλη του ΠΟΕ, αναλαμβάνοντας μια πρωτοβουλία για να καταστεί ταχύτερη και αποτελεσματικότερη η εφαρμογή των αποφάσεων του οργάνου επίλυσης των διαφορών στο πλαίσιο του ΠΟΕ. Τα σημεία αυτά θα πρέπει να συμπεριληφθούν στην αναπτυξιακή ατζέντα της Ντόχα σε περίπτωση επανέναρξης των διαπραγματεύσεων, πράγμα το οποίο ευχόμαστε.
Καλούμε, συνεπώς, την Επιτροπή να δώσει την πρέπουσα βαρύτητα σε αυτό το ζήτημα στο πλαίσιο των πρωτοβουλιών με σκοπό την ενίσχυση της εξωτερικής ανταγωνιστικότητας της ευρωπαϊκής βιομηχανίας, τις οποίες εξήγγειλε προσφάτως ο Επίτροπος Mandelson ενώπιον της Επιτροπής Διεθνούς Εμπορίου.
Τέλος, καλούμε την Επιτροπή να αποφεύγει την προνομιακή ή ευνοϊκή μεταχείριση εμπορικών εταίρων που παραβιάζουν επανειλημμένα τους κανόνες και τη νομολογία του ΠΟΕ με σοβαρότατες οικονομικές συνέπειες για την ευρωπαϊκή βιομηχανία.
Η Επιτροπή Διεθνούς Εμπορίου είναι της άποψης ότι δεν μπορούμε να μένουμε εντελώς αδρανείς μπροστά σε αυτές τις σοβαρές καταστάσεις. Εάν θέλουμε να κερδίσουμε τη συναίνεση των πολιτών όσον αφορά τους νέους κανόνες του διεθνούς εμπορίου, θα πρέπει να καταβάλουμε προσπάθειες για περισσότερη διαφάνεια, συνεκτικότητα και σεβασμό της νομιμότητας από όλους τους παράγοντες, εφαρμόζοντας μέτρα που ξεκινούν από τον έλεγχο των συνόρων και φθάνουν στην επιβολή κοινών κυρώσεων σε όσους εμπορεύονται παραποιημένα ή παράνομα προϊόντα στο ευρωπαϊκό έδαφος.
Δεν μπορούμε να μην συνδέσουμε τα συμπεράσματα αυτής της έκθεσης με την πρόσφατη πρωτοβουλία της Επιτροπής για τη μεταρρύθμιση της πολιτικής αντιντάμπινγκ και αντεπιδοτήσεων της Ευρωπαϊκής Κοινότητας, με σκοπό τον περιορισμό της χρήσης αυτών των μέσων από την Επιτροπή στο πλαίσιο μιας προσεκτικότερης και πιο εκτεταμένης θεώρησης του κοινοτικού συμφέροντος."@el10
".
Mr President, Commissioner, ladies and gentlemen, the 2004 annual report on third-country anti-dumping, anti-subsidy and safeguard action, presented by the Commission services, has uncovered a piece of information that has raised a number of concerns within our parliamentary committee. It appears from the report that there has been an abnormal increase in the number of trade protection cases, involving both traditional users of these measures and more recently developed WTO member states. In many cases, WTO rules and case-law have been partially or completely disregarded, causing damage to Community industry.
For the developed countries, led by the United States, major problems arise as a result of the unilateral and half-hearted application of WTO rules. For some emerging countries, the application of countervailing duties is not intended to counteract illegal practices, but to give their local industries extra protection against European imports. In many cases, the investigating standards are low and raise a number of questions as to their full compliance with WTO rules.
The Commission report relates some of those significant cases, namely the 'Zeroing’ case with the United States, the Indian anti-dumping cases, the South American and Austrian farming cases and, in general, the extensive and unfair use of safeguards. In many of the cases brought against the European Community, the Community has succeeded in obtaining a satisfactory settlement for resolving the disputes within the WTO.
Nevertheless, a success such as that often comes too late, and irreparable damage is done to European industry. Faced with the picture presented to us by the Commission in its report, the Committee on International Trade could have acted on instinct and suggested adopting the same methods and behaviour as those trade partners that violate the anti-dumping, anti-subsidy and safeguard rules, but it has not done so. We are in fact convinced that respect for the trade rules established at international level and within a multilateral framework is the mainstay of economic growth and, more generally, of the peaceful relationship between nations. Two wrongs never make a right. Having established that, we should like to reaffirm that the rules must be applied and that, if they are not applied, corresponding sanctions must be swiftly imposed in order to guarantee that the law is upheld. If they are not swiftly applied, the damage will be irreparable.
In defence of the law and of that sector of European industry that feels unfairly affected by unlawful measures, we call on the Commission to take a firm stand in pursuing the WTO negotiations, which are aimed at making other WTO members apply trade protection measures in a less arbitrary way, and to act as the promoter of actions aimed at having the decisions of the WTO dispute settlement body applied more swiftly and effectively. These points should be included in the Doha Development Agenda if – as we hope – these negotiations are resumed.
We therefore call on the Commission to accord due importance to this matter as part of the initiatives aimed at increasing the external competitiveness of European industry, such as were recently announced by Mr Mandelson before the Committee on International Trade.
Finally, we recommend that the Commission refrain from giving preferential or special treatment to those trade partners that repeatedly fail to comply with WTO rules and case-law, giving rise to serious economic consequences for European industry.
The Committee on International Trade is of the opinion that, when faced with serious situations, we cannot remain completely passive. If we want to gain the citizens’ support for the new international trade rules, we need to strive for greater transparency, consistency and respect for the law on the part of all the actors, by implementing measures ranging from border controls to the application of common sanctions against those who trade in counterfeit or illegal goods on European soil.
We can associate the conclusions of this report with the recent Commission initiative in favour of a reform of the European Community's anti-dumping and anti-subsidy policy. The aim of this reform is to restrict the use of these instruments by the Commission as part of the efforts to ensure that the Community interest is looked at more carefully and more extensively."@en4
".
Señor Presidente, Señorías, señor Comisario, el Informe anual 2004 sobre las medidas antidúmping, antisubvenciones y de salvaguardia adoptadas por terceros países contra la Comunidad, presentado por los servicios de la Comisión, pone de manifiesto un dato que ha suscitado más de una preocupación en nuestra comisión parlamentaria. De él se desprende un incremento anormal de los casos de defensa comercial, tanto por parte de los usuarios tradicionales de tales medidas como por parte de Estados miembros de la OMC de desarrollo más reciente. En muchos casos, las normas y la jurisprudencia de la OMC han sido parcial o totalmente desoídas, causando un daño a la industria comunitaria.
Para los países desarrollados, encabezados por los Estados Unidos, los problemas principales se derivan de una aplicación unilateral y en cualquier caso reticente de las normas de la OMC. En el caso de algunos países emergentes, la aplicación de derechos compensatorios no pretende contrarrestar prácticas ilegales, sino garantizar a la industria local una protección adicional contra las importaciones europeas. En muchos casos, las normas de investigación dejan mucho que desear y suscitan más de una duda sobre su plena conformidad con las normas de la OMC.
El informe de la Comisión recoge algunos de estos casos significativos, es decir, el caso de la «reducción a cero
con los Estados Unidos, los casos antidúmping indios, los casos agrícolas sudamericanos y australianos y, en general, el uso extensivo e incorrecto de las salvaguardias. En muchos de los contenciosos emprendidos contra la Comunidad Europea, esta última ha logrado un arreglo satisfactorio para resolver las disputas en el marco de la OMC.
No obstante, ese éxito suele ser demasiado tardío y el perjuicio para la industria europea es irreparable. Ante el panorama que nos presenta la Comisión Europea en su informe, la Comisión de Comercio Internacional habría podido sugerir, respondiendo a una reacción instintiva, que se adoptara la misma metodología y se empleara el mismo comportamiento con los socios comerciales que violan las normas antidúmping, antisubvención y de salvaguardia, pero no lo ha hecho. En efecto, estamos convencidos de que el respeto de las normas en materia comercial, establecidas a escala internacional y en un marco multilateral, constituye un principio básico para el crecimiento económico y, más en general, para la convivencia pacífica entre las naciones. Dos errores no hacen nunca una razón. Sentado esto, queremos resaltar que las normas deben aplicarse y que si no se aplican deben imponerse rápidamente sanciones para garantizar que se cumpla la ley. Si no se aplican rápidamente, el daño será irreparable.
En defensa de la legalidad y de esa parte de la industria europea que se siente injustamente afectada por medidas ilegítimas, pedimos a la Comisión que prosiga con decisión las negociaciones en la OMC con vistas a que otros miembros de la OMC apliquen las medidas de defensa comercial de forma menos arbitraria y actúe como promotora de medidas encaminadas a hacer más rápida y eficaz la aplicación de las decisiones del órgano de resolución de disputas en la OMC. Estos puntos deberían inscribirse en el Programa de Doha para el Desarrollo, en caso de que se reanuden esas negociaciones, como esperamos.
Por tanto, pedimos a la Comisión que conceda la debida importancia a este asunto en el marco de las iniciativas destinadas a incrementar la competitividad exterior de la industria europea que han sido recientemente anunciadas por el Comisario Mandelson ante la Comisión de Comercio Internacional.
Por último, recomendamos a la Comisión que se abstenga de conceder un trato preferente o especial a aquellos socios comerciales que de forma reiterada no se ajusten a las normas y la jurisprudencia de la OMC, con graves repercusiones económicas para la industria europea.
La Comisión de Comercio Internacional opina que, ante situaciones graves, no podemos permanecer de brazos cruzados. Si queremos ganarnos el apoyo de los ciudadanos a las nuevas normas del comercio internacional, hay que aspirar a una mayor transparencia, coherencia y respeto de la legalidad por parte de todos los agentes, aplicando medidas que van del control fronterizo a la imposición de sanciones comunes contra aquellos que comercian con mercancías falsificadas o ilegales en territorio europeo.
No podemos dejar de relacionar las conclusiones de este informe con la reciente iniciativa de la Comisión a favor de una reforma de la política antidúmping y antisubvenciones de la Comunidad Europea con vistas a limitar el uso de tales instrumentos por parte de la Comisión en el marco de los esfuerzos por asegurar que se contemple con más cuidado y amplitud el interés de la Comunidad."@es20
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@et5
".
Arvoisa puhemies, arvoisa komission jäsen, hyvät kollegat, komission yksikköjen vuonna 2004 esittämään vuosikertomukseen yhteisön ulkopuolisten maiden toteuttamista polkumyynnin ja tukien vastaisista toimenpiteistä sekä suojatoimenpiteistä sisältyy tieto, joka on herättänyt runsaasti huolta valiokunnassamme. Kertomuksen mukaan sekä kyseisten toimenpiteiden perinteiset käyttäjät että uudemmat WTO:n jäsenet ovat poikkeuksellisesti lisänneet kaupan suojakeinojen käyttöä. Monissa näistä tapauksista WTO:n säännöt ja oikeuskäytäntö on jätetty osittain tai kokonaan huomiotta ja siten aiheutettu haittaa yhteisön teollisuudelle.
Yhdysvaltojen johtamille teollisuusmaille aiheutuu suuria ongelmia WTO:n sääntöjen yksipuolisesta ja laimeasta soveltamisesta. Jotkin nousevan talouden maat soveltavat tasoitustulleja, joilla ne eivät suinkaan pyri torjumaan laitonta kauppaa vaan varmistamaan ylimääräisen suojan paikalliselle teollisuudelleen Euroopan unionin tuontituotteita vastaan. Tutkimuksissa sovelletaan harvoin korkeatasoisia sääntöjä, ja niiden täydellinen yhdenmukaisuus WTO:n sääntöjen kanssa voidaan joka tapauksessa kyseenalaistaa.
Komission kertomuksessa käsitellään joitakin näistä merkittävistä tapauksista, nimittäin Yhdysvaltojen osalta niin kutsuttua nollausmenetelmää, Intian polkumyyntitapauksia ja Etelä-Amerikan ja Australian maataloustukitapauksia, sekä yleisellä tasolla kaupan liiallista ja epäoikeudenmukaista suojelua. Monissa tapauksissa, joissa yhteisön ulkopuoliset maat ovat toteuttaneet asianomaisia toimenpiteitä Euroopan yhteisöä vastaan, yhteisö on onnistunut saavuttamaan tyydyttävän ratkaisun kiistojen ratkaisemisessa WTO:ssa.
Tällainen onnistuminen tulee kuitenkin usein liian myöhään, ja Euroopan unionin teollisuudelle on jo aiheutunut korjaamatonta vahinkoa. Komission kertomuksessaan esittämä kuva huomioon ottaen kansainvälisen kaupan valiokunta olisi voinut toimia vaistonvaraisesti ja ehdottaa samojen menetelmien ja toimintatapojen omaksumista kuin ne kauppakumppanit, jotka rikkovat polkumyynnin ja tukien vastaisia toimenpiteitä sekä suojatoimenpiteitä koskevia sääntöjä, mutta se ei ole tehnyt niin. Olemme itse asiassa vakuuttuneita, että kansainvälisellä tasolla ja monenvälisissä puitteissa laadittujen kauppasääntöjen kunnioittaminen on talouskasvun ja, yleisemmällä tasolla, kansakuntien rauhanomaisten suhteiden kantava voima. Kahdesta väärästä ei tule koskaan oikeaa. Tämän todettuamme haluamme vakuuttaa vielä kerran, että sääntöjä on noudatettava ja että jos niitä ei noudateta, vastaavia seuraamuksia on langetettava nopeasti, jotta taataan lakien noudattaminen. Jos seuraamuksia ei langeteta nopeasti, aiheutuu korjaamatonta vahinkoa.
Lakien ja sellaisen EU:n teollisuudenalan puolustamiseksi, joka kärsii perusteettomasti vahinkoa laittomien toimenpiteiden takia, kehotamme komissiota omaksumaan tiukan kannan WTO:ssa käytävissä neuvotteluissa, joiden tarkoituksena on muiden WTO:n jäsenten käyttämien kaupan suojakeinojen mielivaltaisuuden vähentäminen. Kehotamme komissiota myös edistämään toimintaa, jolla pyritään nopeuttamaan ja tehostamaan WTO:n riitojenratkaisuelimen päätösten täytäntöönpanoa. Nämä kysymykset olisi otettava Dohan kehitysasialistalle, jos kyseiset neuvottelut aloitetaan uudelleen, kuten toivomme.
Kehotamme siten komissiota antamaan tälle asialle sille kuuluvan painoarvon niiden aloitteiden yhteydessä, joilla pyritään lisäämään EU:n teollisuuden kilpailukykyä unionin ulkopuolella ja joista komission jäsen Mandelson ilmoitti äskettäin kansainvälisen kaupan valiokunnassa.
Lopuksi suositamme, että komissio ei myöntäisi suosituimmuuskohtelua tai erityiskohtelua kauppakumppaneille, jotka toistuvasti rikkovat WTO:n sääntöjä ja oikeuskäytäntöä, mistä aiheutuu vakavia taloudellisia seuraamuksia EU:n teollisuudelle.
Kansainvälisen kaupan valiokunta katsoo, ettemme voi vakavissa tilanteissa pysyä täysin toimettomina. Jos haluamme saada kansalaisten tuen uusille kansainvälisille kauppasäännöille, meidän on yritettävä saada kaikki toimijat lisäämään avoimuutta, yhtenäisyyttä ja lakien kunnioittamista toteuttamalla toimia, jotka ulottuvat rajatarkastuksista yhteisten seuraamusten langettamiseen niille, jotka käyvät Euroopan maaperällä kauppaa väärennetyillä tai laittomilla tuotteilla.
Voimme yhdistää mietinnön päätelmät äskettäiseen komission aloitteeseen, jossa puolletaan Euroopan yhteisön polkumyynnin ja tukien vastaisen politiikan uudistamista. Uudistuksen tarkoituksena on rajoittaa näiden välineiden käyttöä komissiossa, millä pyritään osaksi varmistamaan, että yhteisön etua tarkastellaan huolellisemmin ja laajemmin."@fi7
".
Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, Mesdames et Messieurs, le rapport annuel 2004 des services de la Commission sur les activités antidumping, antisubventions et de sauvegarde des pays tiers à l’encontre de la Communauté met en lumière une information qui a suscité des inquiétudes au sein de notre commission parlementaire. Le rapport fait en effet apparaître un accroissement anormal du nombre d’affaires de défense commerciale impliquant des utilisateurs traditionnels de ces mesures mais aussi d’autres pays membres de l’OMC au développement plus récent. Dans nombre de cas, les règles et la jurisprudence de l’OMC ont, partiellement ou totalement, été ignorées, ce qui a causé un dommage à l’industrie communautaire.
En ce qui concerne les pays développés, États-Unis en tête, les principaux problèmes résultent d’une application unilatérale et sans conviction des règles de l’OMC. Par ailleurs, certains pays émergents appliquent des droits compensatoires non pas pour empêcher les pratiques commerciales illicites, mais pour assurer à certaines de leurs industries locales une protection supplémentaire contre les importations européennes. Dans de nombreux cas, les normes d’enquête sont peu élevées et, de toute façon, font naître des doutes quant à leur totale conformité avec les règles de l’OMC.
Le rapport de la Commission relate certaines affaires importantes et notamment le cas de la «réduction à zéro» aux États-Unis, les affaires d’antidumping en Inde, les affaires agricoles en Amérique du Sud et en Australie et, de manière générale, l’usage extensif des sauvegardes. Dans de nombreux cas d’activités à l’encontre de la Communauté européenne, la Communauté est parvenue à obtenir un règlement satisfaisant des différends au sein de l’OMC.
Néanmoins, ces succès interviennent souvent trop tard et des dommages irréparables sont causés à l’industrie européenne. Face au tableau dépeint dans le rapport de la Commission, la commission du commerce international aurait pu réagir instinctivement et suggérer d’adopter les mêmes méthodes et comportements que les partenaires commerciaux qui violent les règles antidumping, antisubventions et de sauvegarde, mais elle ne l’a pas fait. Nous sommes en fait convaincus que le respect des règles du commerce, établies au niveau international et dans un cadre multilatéral, est le pilier de la croissance économique et, plus généralement, de relations pacifiques entre les nations. On ne répare pas une injustice par une autre. Nonobstant, nous devons réaffirmer que les règles doivent être appliquées et qu’à défaut, des sanctions correspondantes doivent être rapidement imposées afin de garantir le respect du droit. Si ces sanctions ne sont pas rapidement appliquées, les dommages seront en effet irréparables.
Pour la défense du droit et des secteurs de l’industrie européenne qui se sentent injustement affectés par des mesures illicites, nous pressons la Commission de poursuivre avec détermination les négociations au sein de l’OMC en vue de rendre moins arbitraire l’application par d’autres membres de l’OMC de mesures de défense commerciale. Nous l’invitons également à se faire la promotrice d’actions visant à ce que les décisions de l’organe de règlement des différends de l’OMC puissent être appliquées de façon plus rapide et plus efficace. Ces points devraient être intégrés dans le programme de Doha pour le développement si - comme nous l’espérons - ces négociations reprennent.
Nous invitons donc la Commission à accorder une importance légitime à cette question dans le cadre des initiatives destinées à accroître la compétitivité internationale de l’industrie communautaire, telles que celles récemment annoncées par M. Mandelson devant la commission du commerce international.
Enfin, nous recommandons que la Commission s’abstienne d’accorder un traitement préférentiel ou spécial aux partenaires commerciaux qui refusent de manière répétée de s’aligner sur les règles et la jurisprudence de l’OMC, causant ainsi un important préjudice économique à l’industrie communautaire.
La commission du commerce international estime que face à des situations graves, nous ne pouvons rester passifs. Si nous voulons que les citoyens soutiennent les nouvelles règles internationales du commerce, nous devons essayer d’obtenir une plus grande transparence, une cohérence et un respect du droit de la part de tous les acteurs par le biais de diverses mesures allant des contrôles frontaliers à l’application de sanctions communes contre ceux qui échangent des marchandises contrefaites ou illégales sur le territoire européen.
Les conclusions de ce rapport peuvent être reliées à l’initiative récente de la Commission en faveur d’une réforme de la politique antidumping et antisubventions de la Communauté européenne. L’objectif de cette réforme est, dans le contexte des efforts visant à garantir une prise en considération plus attentive et plus étendue des intérêts communautaires, de restreindre l’emploi de ces instruments par la Commission."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@mt15
".
Mijnheer de Voorzitter, waarde collega's, mijnheer de commissaris, het jaarverslag voor 2004 over antidumping-, antisubsidie- en vrijwaringsmaatregelen van derde landen tegen de Gemeenschap, dat de diensten van de Commissie ter tafel hebben gelegd, heeft een aantal zaken aan het licht gebracht die onze parlementaire commissie verontrustend vindt. Uit het jaarverslag blijkt een abnormale stijging van het aantal gevallen van handelsbescherming, zowel door de landen die traditioneel hun toevlucht nemen tot deze methoden als door de opkomende landen die lid zijn van de WTO. In vele gevallen zijn de regels en de jurisprudentie van de WTO geheel of gedeeltelijk met voeten getreden, waardoor het communautaire bedrijfsleven schade heeft geleden.
Wat de industrielanden betreft, met de Verenigde Staten voorop, ontstaan er grote problemen door een eenzijdige en halfslachtige toepassing van de regels van de WTO. Sommige opkomende landen passen compenserende heffingen toe, niet om verboden handelspraktijken tegen te gaan maar om hun eigen industrie extra bescherming te bieden tegen producten die uit Europa worden ingevoerd. In vele gevallen zijn de eisen voor het openen van een onderzoek laag en rijst er twijfel of zij wel volledig in overeenstemming zijn met de regels van de WTO.
In het verslag van de Commissie wordt gewag gemaakt van een aantal van deze belangrijke zaken, te weten de "
"-praktijk van de Verenigde Staten, de Indiase antidumpingzaken, de Zuid-Amerikaanse en Australische landbouwzaken en het extensieve en oneerlijke gebruik van vrijwaringsmaatregelen in het algemeen. In veel van de zaken die tegen de Europese Gemeenschap zijn aangespannen, is deze laatste erin geslaagd een bevredigende genoegdoening te krijgen door de geschillen in het kader van de WTO op te lossen.
Vaak komt een dergelijke goede afloop echter te laat en lijdt het Europese bedrijfsleven onherstelbare schade. Als antwoord op het beeld dat de Commissie in haar verslag heeft geschetst, had de Commissie internationale handel instinctmatig kunnen reageren en zich kunnen bedienen van dezelfde methoden en dezelfde handelwijzen als de handelspartners die de regels op het gebied van antidumping-, antisubsidie- en vrijwaringsmaatregelen aan hun laars lappen. Wij hebben dat echter niet gedaan. Wij zijn er namelijk van overtuigd dat de eerbiediging van de handelsregels die op internationaal niveau en in een multilateraal kader zijn vastgesteld, fundamenteel is voor de economische groei en, meer in het algemeen, voor vreedzame betrekkingen tussen de naties. Het ene onrecht beantwoorden met een ander kan nooit iets positiefs opleveren. Dit vooropgesteld, willen wij benadrukken dat de regels moeten worden toegepast en dat er, wanneer dat wordt nagelaten, sancties moeten volgen die garanderen dat het recht wordt gehandhaafd. Als dat niet snel gebeurt, blijft de schade onherstelbaar.
Om dat deel van het Europese bedrijfsleven te beschermen dat zich onrechtvaardig getroffen voelt door onwettige maatregelen, verzoeken wij de Commissie een vastberaden standpunt in te nemen in de WTO-onderhandelingen, die tot doel hebben ervoor te zorgen dat andere WTO-leden handelsbeschermende maatregelen op een doeltreffender en minder willekeurige wijze toepassen, en maatregelen te nemen om de uitvoering van de besluiten van het WTO-orgaan voor de oplossing van geschillen sneller en doeltreffender te maken. Deze punten zouden op de Doha-ontwikkelingsagenda moeten worden gezet als de onderhandelingen worden heropend, wat wij hopen.
Wij roepen de Commissie dus op aan dit onderwerp het belang te hechten dat het verdient in het kader van de initiatieven ter versterking van het externe concurrentievermogen van het Europese bedrijfsleven, die commissaris Mandelson onlangs ten overstaan van de Commissie internationale handel heeft aangekondigd.
Tot besluit doen wij de Commissie de aanbeveling geen preferentiële of bijzondere behandeling toe te kennen aan handelspartners die herhaaldelijk, en met ernstige economische gevolgen voor het Europese bedrijfsleven, verzuimen de regels en de jurisprudentie van de WTO te eerbiedigen.
De Commissie internationale handel is van mening dat we, wanneer we geconfronteerd worden met ernstige situaties, niet met de armen over elkaar mogen blijven zitten. Als we willen bereiken dat de nieuwe internationale handelsregels op de instemming van de burgers kunnen rekenen, moeten we ons ervoor inspannen dat alle partijen een grotere transparantie en consistentie betrachten en het recht eerbiedigen, door maatregelen te treffen variërend van grenscontroles tot het opleggen van gemeenschappelijke sancties aan diegenen die op Europees grondgebied namaakgoederen of illegale goederen verkopen.
We kunnen de conclusies van dit verslag in verband brengen met het recente initiatief van de Commissie tot hervorming van het antidumping- en antisubsidiebeleid van de Europese Gemeenschap, een hervorming die ten doel heeft het gebruik van dergelijke instrumenten door de Commissie te beperken in het kader van de inspanningen om zorgvuldiger en uitvoeriger rekening te houden met het communautaire belang."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@pl16
".
Senhor Presidente, Senhor Comissário, Senhoras e Senhores Deputados, o relatório anual da Comissão ao Parlamento Europeu sobre as actividades anti
anti-subvenções e de salvaguarda de países terceiros contra a Comunidade (2004), apresentado pelos serviços da Comissão, revelou uma informação que suscitou uma série de preocupações no seio da nossa comissão parlamentar. Parece decorrer do relatório que terá havido um aumento anormal do número de casos de defesa comercial, envolvendo, quer os utilizadores tradicionais destas medidas, quer os membros mais recentemente desenvolvidos da OMC. Em muitos casos, as regras da OMC e a jurisprudência foram parcial ou totalmente ignoradas, causando prejuízos à indústria comunitária.
Para os países industrializados, liderados pelos Estados Unidos, surgem importantes problemas como resultado da aplicação unilateral e pouco atenta das regras da OMC. Para alguns dos países emergentes, a aplicação dos direitos de compensação não visa impedir práticas comerciais ilícitas mas sim garantir a determinados sectores da sua indústria uma protecção suplementar contra as importações europeias. Em muitos casos, as normas processuais de inquérito são pouco rigorosas e levantam muitas dúvidas quanto à sua plena conformidade com as regras da OMC.
O relatório da Comissão enumera alguns desses casos significativos, nomeadamente, o caso da “truncatura” com os Estados Unidos, os casos anti
na Índia, os casos agrícolas na América do Sul e na Austrália e, em geral, os casos de recurso extensivo e injusto às salvaguardas. Em muitos dos casos instaurados contra a Comunidade Europeia, esta conseguiu obter um resultado satisfatório na resolução dos litígios no seio da OMC.
No entanto, esses êxitos chegam frequentemente demasiado tarde, e já foram causados danos irreparáveis à indústria europeia. Face ao panorama que a Comissão hoje nos apresenta no seu relatório, a Comissão do Comércio Internacional poderia ter actuado por instinto e sugerido que adoptássemos os mesmos métodos e comportamentos dos nossos parceiros comerciais que violam as regras anti
anti-subsídios e de salvaguarda, mas não o fez. Estamos, de facto, convictos de que o respeito pelas regras comerciais estabelecidas a nível internacional e no quadro multilateral constituem um princípio de base para o crescimento económico e, mais genericamente, para a convivência pacífica entre nações. Um erro não justifica outro. Posto isso, gostaríamos de reafirmar que as regras devem ser aplicadas e que, caso não o sejam, devem ser impostas rapidamente as sanções correspondentes a fim de garantir que a lei seja respeitada. Se as sanções não forem aplicadas com celeridade, então os danos serão irreparáveis.
Em defesa da legalidade e do sector da indústria europeia, que se sente injustamente atingido por medidas ilegítimas, convidamos a Comissão a prosseguir com determinação as negociações da OMC, que visam fazer com que os outros membros da OMC apliquem as medidas de protecção comercial de forma menos arbitrária, e a agir como promotora de acções destinadas a tomar mais rápida e eficaz a aplicação das decisões do órgão de resolução de litígios da OMC. Estes aspectos deverão ser incluídos na Agenda de Desenvolvimento de Doha, caso – como esperamos – estas voltem a ser retomadas.
Apelamos, por isso, à Comissão para que atribua a devida importância a esta questão como parte das iniciativas destinadas a aumentar a competitividade externa da indústria europeia, tal como foram recentemente anunciadas pelo Senhor Comissário Mandelson perante a Comissão do Comércio Internacional.
Por último, recomendamos que a Comissão se abstenha de conceder tratamento preferencial ou especial aos parceiros comerciais que reiteradamente não cumpram as regras e a jurisprudência da OMC, com graves consequências económicas para a indústria europeia.
A Comissão do Comércio Internacional considera que, face a situações graves, não podemos permanecer totalmente passivos. Se quisermos ganhar o apoio dos cidadãos para as novas regras do comércio internacional, é preciso que lutemos por maior transparência, consistência e respeito pela legislação por parte de todos os actores, implementando medidas que vão desde os controlos alfandegários à aplicação de sanções comuns contra os que se dedicam ao comércio de bens contrafeitos ou ilegais em território europeu.
Não podemos deixar de ligar as conclusões deste relatório à recente iniciativa da Comissão a favor da reforma da política europeia anti
e anti-subsídio. O objectivo desta reforma é restringir a utilização destes instrumentos por parte da Comissão como parte dos esforços para assegurar que se tenha em maior conta, e de forma mais atenta, o interesse comunitário."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@sk18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la relazione annuale 2004 sulle misure
antisovvenzioni e di salvaguardia adottate dai paesi terzi nei confronti della Comunità, presentata dai servizi della Commissione, ha fatto emergere un dato che ha destato più di una preoccupazione in seno alla nostra commissione parlamentare. Da essa risulta un incremento anormale dei casi di difesa commerciale, sia da parte di utilizzatori tradizionali di tali misure, sia da parte degli Stati membri dell'OMC di più recente sviluppo. In molti casi, le regole e la giurisprudenza dell'OMC sono state parzialmente o totalmente disattese, causando un danno per l'industria comunitaria.
Per i paesi sviluppati, con in testa gli Stati Uniti, sorgono problemi principali di un'applicazione unilaterale e comunque poco attenta alle regole dell'OMC. Per alcuni paesi emergenti, l'applicazione di diritti compensativi non è intesa a contrastare pratiche illegali, bensì ad assicurare alle industrie locali una protezione supplementare contro le importazioni europee. In molti casi, gli standard investigativi sono bassi e sono tali da suscitare più di un dubbio circa la loro piena conformità alle regole dell'OMC.
La relazione della Commissione riporta alcuni di questi casi significativi, vale a dire il caso "
" con gli Stati Uniti, i casi
indiani, i casi agricoli sudamericani e australiani e, in generale, l'uso estensivo e scorretto delle salvaguardie. In molti dei contenziosi intrapresi contro la Comunità europea, quest'ultima riesce a ottenere un'adeguata soddisfazione per la risoluzione delle controversie in sede di OMC.
Tuttavia, tale successo è spesso troppo tardivo e il danno per l'industria europea è irreparabile. Di fronte al quadro che ci è stato presentato dalla Commissione esecutiva nella sua relazione, la commissione per il commercio internazionale avrebbe potuto suggerire, rispondendo a una reazione d'istinto, di adottare la stessa metodologia e di usare lo stesso comportamento dei
commerciali che violano le norme in materia di
antisovvenzione e salvaguardia, ma non lo ha fatto. Siamo infatti convinti che il rispetto delle regole in materia commerciale, stabilite a livello internazionale e in un quadro multilaterale, costituisca un principio base per la crescita economica e, più in generale, per la convivenza pacifica fra le nazioni. Due errori non fanno mai una ragione. Ciò premesso, vogliamo ribadire che le regole devono essere applicate e che alla loro mancata applicazione devono corrispondere sanzioni che garantiscano il diritto entro termini brevi. Se non vi sono termini brevi, il danno rimane irreparabile.
A difesa della legalità e di quella parte dell'industria europea che si sente ingiustamente colpita da misure illegittime, invitiamo la Commissione a proseguire con decisione i negoziati in sede di OMC, volti a rendere meno arbitraria l'applicazione di misure di difesa commerciale da parte di altri membri dell'OMC, facendosi promotrice di un'azione mirata a rendere più rapida ed efficace l'applicazione delle decisioni dell'organo di risoluzione delle dispute all'interno dell'OMC. Questi punti dovrebbero essere inseriti nell'Agenda di sviluppo di Doha qualora tali negoziati dovessero – come ci auguriamo – ripartire.
Invitiamo pertanto la Commissione a dare la giusta rilevanza a questa materia nell'ambito delle iniziative volte ad accrescere la competitività esterna dell'industria europea, che sono state recentemente annunciate dal Commissario Mandelson dinanzi alla commissione per il commercio internazionale.
Infine, formuliamo alla Commissione la raccomandazione di astenersi dal concedere trattamenti preferenziali o trattamenti di favore a quei
commerciali che, ripetutamente e con gravi ripercussioni economiche per l'industria europea, non agiscono in linea con le regole e la giurisprudenza dell'OMC.
La commissione per il commercio internazionale è del parere che di fronte a situazioni gravi non si possa restare completamente inerti. Se vogliamo raccogliere il consenso dei cittadini nei confronti delle nuove regole del commercio internazionale, occorre adoperarsi per una maggiore trasparenza, coerenza e rispetto della legalità da parte di tutti gli attori, attuando misure cha vanno dal controllo alle frontiere all'applicazione di sanzioni comuni nei confronti di coloro i quali commerciano merci contraffatte o comunque illegali sul territorio europeo.
Non possiamo non legare le conclusioni di questa relazione alla recente iniziativa della Commissione per una riforma della politica
e antisovvenzione della Comunità europea, volta a limitare l'uso di tali strumenti da parte della Commissione nel quadro di una considerazione più attenta e più estesa dell'interesse comunitario."@sl19
".
Herr talman, herr kommissionsledamot, mina damer och herrar! Den årliga rapporten för 2004 från kommissionens tjänsteavdelningar om tredjeländers antidumpnings-, antisubventions- och skyddsåtgärder mot gemenskapen har avslöjat en uppgift som har väckt ett antal farhågor inom vårt utskott. I rapporten framkommer det att det har skett en onormal ökning i antalet handelspolitiska skyddsåtgärder som avser både traditionella användare av dessa åtgärder och nyligen utvecklade medlemsstater i WTO. I många fall har WTO:s bestämmelser och rättspraxis delvis eller fullständigt åsidosatts, vilket orsakat skador för industrin i gemenskapen.
För industriländerna med Förenta staterna i spetsen uppkommer stora problem som resultat av den unilaterala och halvhjärtade tillämpningen av WTO:s bestämmelser. För en del tillväxtekonomier är tillämpningen av utjämningstullar inte avsedd att motverka olagliga förfaranden utan att ge deras lokala industrier extra skydd mot import från EU. I många fall är standarden på utredningarna låg och väcker ett antal frågor om huruvida de helt överensstämmer med WTO:s bestämmelser.
I kommissionens rapport tas några av de viktiga fallen upp som Förenta staternas ”minskning till noll”, Indiens antidumpningsfall, jordbruksfallen i Sydamerika och Österrike samt den omfattande och otillbörliga användningen av skyddsåtgärder i allmänhet. I många av de fall där åtgärder har vidtagits mot Europeiska gemenskapen har gemenskapen lyckats nå fram till en tillfredsställande överenskommelse för att lösa tvisterna inom WTO.
Emellertid kommer en sådan framgång ofta för sent, och EU:s industri har redan oåterkalleligen skadats. Inför den bild som kommissionen målar upp i sin rapport hade utskottet för internationell handel kunnat handla instinktivt och föreslagit att samma metoder och beteende ska tillämpas som de handelspartner som kränker bestämmelserna om antidumpning, antisubvention och skyddsåtgärder tillämpar, men det har utskottet inte gjort. Faktum är att vi är övertygade om att respekten för de handelsbestämmelser som fastställts på internationell nivå och inom en multilateral ram är grundbulten i ekonomisk tillväxt och mer generellt, i nationernas fredliga förbindelser. Två fel blir aldrig rätt. Efter att ha fastställt detta vill vi återigen betona att bestämmelserna måste tillämpas och att om de inte tillämpas så måste motsvarande bestraffning snabbt utgå för att garantera att lagen upprätthålls. Om bestraffningen inte sker snabbt kommer skadorna inte att gå att reparera.
För att försvara lagen och den del av europeisk industri som känner sig orättvist drabbad av olagliga åtgärder uppmanar vi kommissionen att stå på sig ordentligt i WTO-förhandlingarna vars syfte är att få andra medlemmar i WTO att tillämpa handelspolitiska skyddsåtgärder på ett mindre godtyckligt sätt. Kommissionen uppmanas också att främja åtgärder som syftar till att besluten från WTO:s tvistlösningsorgan ska tillämpas snabbare och effektivare. Dessa punkter bör tas med i utvecklingsagendan från Doha om, vilket vi hoppas, förhandlingarna återupptas.
Därför uppmanar vi kommissionen att lägga vederbörlig vikt vid denna fråga som en del av initiativen för att öka konkurrenskraften utåt i EU:s industri såsom nyligen kungjordes av Peter Mandelson inför utskottet för internationell handel.
Till sist rekommenderar vi att kommissionen avhåller sig från att ge förmånsbehandling eller särskild behandling till de handelspartner som gång på gång underlåter att följa WTO:s bestämmelser och rättspraxis, vilket orsakar allvarliga ekonomiska följder för EU:s industri.
Utskottet för internationell handel anser att vi inte kan förbli helt passiva när vi ställs inför allvarliga situationer. Om vi vill vinna medborgarnas stöd för de nya internationella handelsbestämmelserna måste vi sträva efter ökad öppenhet, konsekvens och respekt för lagen från alla aktörers sida genom att genomföra åtgärder för allt från gränskontroller till tillämpningen av gemensamma påföljder mot dem som handlar med smuggelgods eller illegala varor på europeisk mark.
Vi kan se ett samband mellan slutsatserna i rapporten och det nya initiativ från kommissionen som uppmuntrar till en reform av Europeiska gemenskapens antidumpnings- och antisubventionspolitik. Syftet med reformen är att begränsa kommissionens användning av dessa åtgärder som en del av ansträngningarna för att se till att gemenskapens intressen bevakas noggrannare och mer omfattande."@sv21
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lpv:unclassifiedMetadata |
"Cristiana Muscardini (UEN ),"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"Zeroing"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"antidumping"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"partner"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"relatrice"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
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Named graphs describing this resource:
The resource appears as object in 2 triples