Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2005-10-26-Speech-3-296"
Predicate | Value (sorted: default) |
---|---|
rdf:type | |
dcterms:Date | |
dcterms:Is Part Of | |
dcterms:Language | |
lpv:document identification number |
"en.20051026.20.3-296"6
|
lpv:hasSubsequent | |
lpv:speaker | |
lpv:spoken text |
". – Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest’Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l’elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l’intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l’arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afghane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le Istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello Stato di diritto anche i nostri amici afghani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell’Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E’ anche vero però che l’Afghanistan è uno dei paesi in cui l’impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L’Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afghani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l’impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afghano stesso."@it12
|
lpv:spokenAs | |
lpv:translated text |
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@cs1
"Fru formand, fru kommissær, kære kolleger, jeg vil benytte lejligheden til på Parlamentets vegne at takke dem, der var med på mit kernehold, langtidsobservatørerne og dem, der ligesom jeg tilbragte fire måneder i dette fantastiske, men meget vanskelige land, under nogle forhold, som undertiden var meget specielle, meget spændte og meget følelsesbetonede, men ikke altid så nemme. I får dem aldrig at se, men de eksisterer, og de var der under det europæiske flag. Jeg tror, at de var gode repræsentanter for den støtte til demokratiet, som vi alle er enige om, og som er det grundlæggende element, vi ønsker at holde fast ved.
Missionen vil om kort tid - og efter at have hørt Kommissionen - offentliggøre den endelige rapport om valget, og for første gang vil vi også - hvilket ligeledes vil ske efter en høring - udarbejde en rapport om demokratiseringen og de næste skridt. Hele valgprocessen havde naturligvis nogle kedelige øjeblikke, hvilket vi i øvrigt allerede havde omtalt i den foreløbige udtalelse, og der var også bekymrende øjeblikke, f.eks. anholdelsen af Mohaqui Nasab, som er journalist og udgiver et ugeblad om kvinders rettigheder. Denne anholdelse blev erklæret for ulovlig af den ansvarlige for de afghanske myndigheders medieudvalg. Dette er efter min mening en bekymrende oplysning, og jeg håber, at EU-institutionerne vil minde vores afghanske venner og landets myndigheder om, at loven og retsstaten skal respekteres.
Desuden vil jeg gerne understrege to ting, når det gælder den kommende opfølgning på Bonn-konferencen, som De var inde på. For det første skal vi være bevidste om, at der er tale om en indsats, som mindst finder sted på mellemlang eller lang sigt, uanset hvilken løsning der vælges. For det andet vil jeg gerne understrege den regionale dimension, der er så vigtig for hele Afghanistans succes. Uanset om det gælder sikkerhed, handel eller økonomisk udvikling, bør der så afgjort tages højde for den regionale dimension.
Det skal dog også siges, at Afghanistan er et af de lande, hvor den internationale indsats - og ikke mindst den europæiske indsats - kan gøre en forskel. Afghanistan er et land, der er klemt inde mellem en mulig fremtid og en fortid, som det er svært at komme af med. Efter min mening gør de menneskelige ressourcer det dog muligt at se fremad. Når vi ser tusindvis af piger komme ud af skolerne med sort skoleuniform og hvidt tørklæde og med normale bøger i lommerne, tror jeg, at dette er fremtiden, selv om det varer mange år endnu, før det er fuldstændigt gennemført. Men det er netop på sådanne punkter, at vi kan gøre en forskel, selv om vi ikke kan gøre dette alene. Det er nødvendigt, at også vores amerikanske venner bliver i landet på nuværende tidspunkt, da der stadig er problemer med sikkerheden, og vi håber, at de vil opføre sig mere respektfuldt over for de lokale traditioner, hvilket ikke altid har været tilfældet.
Jeg er dog stadig overbevist om, at en fremtid er mulig. Det afhænger selvfølgelig af afghanerne, men det afhænger også af os. Jeg tror, at det var dette håb og denne indsats, som lå bag Deres besøg hos os, den europæiske delegations besøg og vores tilstedeværelse i mange uger, hvor vi efter min opfattelse også har gjort os fortjent til den afghanske befolknings respekt og anerkendelse."@da2
"Frau Präsidentin, Frau Kommissarin, verehrte Kolleginnen und Kollegen! Ich ergreife die Gelegenheit, um im Namen dieses Hauses den Mitgliedern meines Kernteams, den Langzeitbeobachtern und denjenigen zu danken, die zusammen mit mir in diesem einzigartigen, aber sehr schwierigen Land vier Monate unter bisweilen sehr anstrengenden und ungewöhnlichen, jedoch auch sehr aufregenden und nicht immer einfachen Bedingungen verbracht haben. Sie werden Sie nie sehen, aber sie existieren, sie waren dort unter einer europäischen Flagge. Ich denke, sie haben eine gute Arbeit geleistet und die Unterstützung für die Demokratie, die das Bindeglied zwischen uns allen und der Grundwert ist, den wir verteidigen wollen, gut repräsentiert.
Die Mission wird in Kürze, nach Konsultation mit der Kommission, den Abschlussbericht über die Wahlen veröffentlichen; außerdem werden wir uns verpflichten, ebenfalls nach Absprache, zum ersten Mal einen Bericht über die Demokratisierung und ihre zukünftigen Schritte auszuarbeiten. Selbstverständlich gab es während des gesamten Wahlprozesses auch schwierige Momente, die wir im Übrigen im Vorbericht angekündigt hatten, doch gab es auch Besorgnis erregende Momente, wie zum Beispiel die Verhaftung von Mohaqui Nasab – eines Journalisten, der eine Wochenzeitschrift über Frauenrechte herausgibt –, die sogar vom Leiter der Medienkommission der afghanischen Behörden für illegal erklärt wurde. Ich denke, das ist ein Grund zur Sorge, und ich hoffe, die europäischen Institutionen werden dies unseren afghanischen Freunden und den Behörden dieses Landes zu übermitteln wissen und sie ermahnen, dass das Gesetz und die Rechtsstaatlichkeit gewahrt werden müssen.
Darüber hinaus möchte ich, unter Bezugnahme auf das von Ihnen angesprochene Follow-up der Bonner Konferenz, zwei Dinge hervorheben. Erstens müssen wir uns dessen bewusst sein, dass es sich um eine zumindest mittelfristige Verpflichtung handelt, in welcher Form auch immer sie angenommen wird. Zweitens möchte ich die regionale Dimension herausstellen, die so wichtig für den Gesamterfolg Afghanistans ist. Ob über Sicherheit, Handel oder wirtschaftliche Entwicklung gesprochen wird, die regionale Dimension ist definitiv ein Element, das es zu berücksichtigen gilt.
Es ist auch richtig, dass Afghanistan eines der Länder ist, in denen das internationale Engagement, insbesondere das Europas, etwas verändern kann. Afghanistan ist ein Land, das zwischen einer möglichen Zukunft und einer wirklich rückständigen Vergangenheit gefangen ist. Doch meiner Meinung nach verfügt es über die Humanressourcen, um in die Zukunft zu schauen. Wenn man Tausende junger Mädchen sieht, die in schwarzen Uniformen und mit weißen Halstüchern aus der Schule kommen, mit normalen Büchern in ihren Taschen, glaube ich, dass dies Zukunft ist, auch wenn noch viele Jahre bis zu ihrer vollständigen Verwirklichung ins Land gehen werden. Gerade in diesen Bereichen können wir etwas bewirken, wenn auch nicht allein. Unsere amerikanischen Freunde müssen ebenfalls im Land bleiben in einer Zeit, da es noch Schwierigkeiten hinsichtlich der Sicherheit gibt, wobei sie hoffentlich respektvoller mit den örtlichen Traditionen umgehen werden, was nicht immer geschieht.
Ich bleibe jedoch davon überzeugt, dass eine Zukunft möglich ist. Das hängt sicher von den Afghanen ab, aber auch von uns. Ich denke, das ist die Hoffnung und die Verpflichtung, die Ihr Besuch bei uns ausgelöst hat, ebenso wie der Besuch der europäischen Delegation und unsere wochenlange Anwesenheit, die meiner Ansicht nach auch Achtung und Anerkennung bei der afghanischen Bevölkerung gefunden hat."@de9
"Κύριε Πρόεδρε, κυρία Επίτροπε, κυρίες και κύριοι, δράττομαι αυτής της ευκαιρίας για να ευχαριστήσω από αυτό το βήμα όλους όσοι συμμετείχαν στη βασική μου ομάδα παρατηρητών μακράς περιόδου, όσους έζησαν μαζί μου τέσσερις μήνες στην υπέροχη, αλλά πολύ δύσκολη αυτή χώρα, σε συχνά πολύ ειδικές και τεταμένες συνθήκες που ήταν πολύ εντυπωσιακές, αλλά όχι πάντα ευχάριστες. Δεν θα τους δείτε ποτέ, ωστόσο υπάρχουν και ήταν εκεί υπό τη σημαία της Ευρώπης: πιστεύω πως εκπροσώπησαν επάξια την υποστήριξη στη δημοκρατία, η οποία αποτελεί το κοινό σημείο συμφωνίας όλων και τη θεμελιώδη αξία που θέλουμε να προωθήσουμε.
Σύντομα, η αποστολή θα δημοσιεύσει μετά από διαβούλευση με την Επιτροπή την τελική έκθεση για τις εκλογές και, για πρώτη φορά, θα αναλάβουμε πάντα μετά από διαβούλευση την εκπόνηση μιας έκθεσης σχετικά με τον εκδημοκρατισμό και τα μελλοντικά του βήματα. Είναι βέβαιο πως η όλη εκλογική διαδικασία διήλθε στιγμές αμηχανίας τις οποίες είχαμε εξάλλου προαναγγείλει στην προκαταρκτική δήλωση, υπήρξαν ωστόσο και στιγμές ανησυχίας, όπως για παράδειγμα η σύλληψη του Mohaqui Nasab, του δημοσιογράφου-εκδότη ενός περιοδικού για τα δικαιώματα των γυναικών, μια σύλληψη που χαρακτηρίσθηκε παράνομη ακόμη και από τον υπεύθυνο της Επιτροπής Μέσων Ενημέρωσης των αφγανικών αρχών. Πιστεύω πως πρόκειται για ένα ανησυχητικό στοιχείο και ελπίζω ότι τα ευρωπαϊκά όργανα θα το επισημάνουν και θα ανακαλέσουν τους αφγανούς φίλους μας και τις αρχές της χώρας στον σεβασμό του νόμου και του κράτους δικαίου.
Επίσης, όσον αφορά το μέλλον, όπως είπατε για τη συνέχεια της Διάσκεψης της Βόνης, θα ήθελα να επισημάνω δύο πράγματα. Πρώτον, πρέπει να έχουμε υπόψη ότι πρόκειται τουλάχιστον για μια μεσο-μακροπρόθεσμη προσπάθεια, όποια διαδικασία και αν ακολουθήσουμε. Δεύτερον, θα ήθελα να υπογραμμίσω την περιφερειακή διάσταση που είναι τόσο σημαντική για την επιτυχία του Αφγανιστάν. Είτε μιλάμε για ασφάλεια είτε για εμπόριο και οικονομική ανάπτυξη, η περιφερειακή διάσταση είναι ασφαλώς ένα στοιχείο που πρέπει να λάβουμε υπόψη.
Είναι επίσης αλήθεια ότι το Αφγανιστάν είναι μία από τις χώρες στις οποίες η διεθνής και ειδικότερα η ευρωπαϊκή πρωτοβουλία μπορεί να κάνει τη διαφορά. Το Αφγανιστάν είναι μια χώρα που βαδίζει ανάμεσα σε ένα μέλλον ελπίδας και ένα παρελθόν που δύσκολα εγκαταλείπει τα όπλα. Υπάρχουν όμως, κατά την άποψή μου, οι ανθρώπινοι πόροι για την οικοδόμηση του μέλλοντος. Πιστεύω πως το μέλλον είναι τα χιλιάδες κορίτσια που βλέπουμε να βγαίνουν από τα σχολεία με τη μαύρη στολή και το λευκό μαντίλι στο κεφάλι κουβαλώντας στην τσάντα σχολικά βιβλία, αν και απέχουμε ακόμη αρκετά χρόνια από την πλήρη υλοποίησή του. Σε αυτά ακριβώς τα θέματα μπορούμε να κάνουμε τη διαφορά, έστω και με τη βοήθεια άλλων. Αυτήν τη δύσκολη από άποψη ασφαλείας στιγμή θα πρέπει να παραμείνουν στη χώρα και οι φίλοι μας οι Αμερικανοί, συμπεριφερόμενοι, ελπίζω, κατά τρόπο που θα σέβεται περισσότερο τις τοπικές παραδόσεις, πράγμα που δεν συμβαίνει πάντοτε.
Παραμένω ωστόσο πεπεισμένη ότι ένα καλύτερο μέλλον είναι εφικτό. Εξαρτάται ασφαλώς από τους Αφγανούς, αλλά εξαρτάται και από εμάς. Αυτή πιστεύω πως είναι η ελπίδα και η δέσμευση που χαρακτηρίζει την επίσκεψή σας, την επίσκεψη της ευρωπαϊκής αντιπροσωπείας και την παρουσία μας για τόσες πολλές εβδομάδες, στις οποίες κερδίσαμε, κατά την άποψή μου, τον σεβασμό και την αναγνώριση του αφγανικού λαού."@el10
"Madam President, Commissioner, ladies and gentlemen, I wish to take this opportunity to thank on behalf of this House the members of my core team, the long-term observers, and the people who spent four months with me in this extraordinary but very difficult country, in conditions sometimes very tense and unusual, and also very emotional and not particularly easy. You will never see them but they do exist, and they were there under a European flag. I believe they did a good job in representing the support for democracy that is the common ground between us all and the fundamental value we wish to uphold.
The Mission, in short, will make public, after consulting the Commission, its final report on the elections; we shall also undertake, again after consultation, to draw up for the first time a report on democratisation and its future steps. Naturally, the whole electoral process had its awkward moments, which, moreover, we had already anticipated in the preliminary statement, but there were also moments of concern, for example the arrest of Mohaqui Nasab – a journalist who edits a weekly publication on women’s rights – which was declared illegal even by the representative of the Media Commission of the Afghan authorities. I believe that to be a cause for concern, and I hope that the European institutions will let it be known to our Afghan friends and the authorities of the country, or will remind them of the need to respect both the law and the rule of law.
Moreover, with regard, as you said, to future follow-up to the Bonn Conference, I would like to emphasise two things. Firstly, we have to be aware that this is at least a medium- to long-term commitment, whichever formula is adopted. Secondly, I would like to emphasise the regional dimension, which is so important to the whole success of Afghanistan. Whether one talks about security, or commerce, or economic development, the regional dimension is definitely an element to take into account.
It is also true, though, that Afghanistan is one of the countries to which international commitment, particularly from Europe, can make a difference. Afghanistan is a country trapped between a possible future and a very outmoded past. In my opinion, though, it possesses the human resources to look to the future. When thousands of young girls can be seen coming out of school in black uniforms and white headscarves, with normal books in their pockets, I believe this is the future, even though it may yet be many years before it is fully realised. It is precisely in areas like this, however, that we can make a difference, though not on our own. Our American friends must also remain in the country at a time when there are still difficulties on the security front, while hopefully behaving more respectfully towards local traditions, which is something that does not always happen.
I remain convinced, though, that a future is possible. It depends on the Afghans, of course, but it also depends on us. I believe that this is the hope and commitment that motivated your visit to us, as well as the visit of the European delegation and our presence there over so many weeks, a presence which, in my opinion, also earned the respect and gratitude of the Afghan people themselves."@en4
".
Señor Presidente, señora Comisaria, Señorías, quiero aprovechar esta ocasión para dar las gracias en nombre de esta Cámara a los que formaron parte de mi equipo central, los observadores a largo plazo, que pasaron conmigo, en este país extraordinario pero muy difícil, cuatro meses en condiciones a veces muy peculiares, muy tensas y también muy emocionantes, pero no siempre fáciles. No les verán ustedes jamás, pero existen, estaban allí, bajo la bandera europea. Creo que hicieron un buen trabajo representando el apoyo a la democracia que es el terreno común de todos nosotros, el valor fundamental que queremos mantener.
Dentro de poco, la misión hará público, previa consulta a la Comisión, el informe final sobre las elecciones y, por primera vez, nos comprometeremos también, previa consulta, a elaborar un informe sobre la democratización y los pasos futuros. Por supuesto, todo el desarrollo electoral ha tenido momentos difíciles, que además ya habíamos anticipado en la declaración preliminar, y ha habido también momentos de preocupación, como la detención de Mohaqui Nasab –un periodista que edita un semanario sobre los derechos de la mujer–, detención que fue declarada ilegal por el propio responsable de la Comisión de Medios de Comunicación de las autoridades afganas. Creo que es un factor de preocupación, y espero que las instituciones europeas se lo hagan saber a nuestros amigos afganos y a las autoridades del país, o les recuerden la necesidad de respetar la ley y el Estado de Derecho.
Además, por lo que respecta, como usted ha dicho, al futuro seguimiento de la Conferencia de Bonn, quisiera resaltar dos cosas. En primer lugar, debemos ser conscientes de que se trata de un compromiso por lo menos a medio o largo plazo, cualquiera que se la fórmula que se adopte. Segundo, quisiera destacar la dimensión regional, tan importante para el éxito global de Afganistán. Ya se hable de seguridad, de comercio o de desarrollo económico, la dimensión regional es sin duda un elemento que hay que tener en cuenta.
Sin embargo, es cierto también que Afganistán es uno de esos países en los que el compromiso internacional, en particular el europeo, puede marcar la diferencia. Afganistán es un país constreñido entre un futuro posible y un pasado muy anticuado. Pero a mi entender tiene los recursos humanos necesarios para mirar al futuro. Cuando veo a miles de niñas salir de la escuela con el uniforme negro y el pañuelito blanco, con libros normales en la cartera, pienso que esto es el futuro, aunque falten aún muchos años para su plena realización. Pero precisamente en estos aspectos podemos marcar la diferencia, aunque no solos. Es necesario también que los amigos estadounidenses permanezcan en el país en este momento todavía difícil desde el punto de vista de la seguridad, esperando que en su comportamiento se muestren más respetuosos con las tradiciones locales, cosa que no siempre sucede.
Sigo convencida, pues, de que es posible un futuro. Depende de los afganos, qué duda cabe, pero también depende de nosotros. Creo que esta es la esperanza y el compromiso que motivó la visita que nos hizo usted y también la visita de la delegación europea y nuestra presencia durante tantas semanas, que, a mi entender, se ha ganado también el respeto y el reconocimiento del propio pueblo afgano."@es20
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@et5
"Arvoisa puhemies, arvoisa komission jäsen, hyvät kuulijat, käytän tilaisuutta hyväkseni kiittääkseni parlamentin puolesta ydinryhmäni jäseniä, pitkäaikaisia tarkkailijoita ja henkilöitä, jotka viettivät kanssani neljä kuukautta tuossa ihmeellisessä, mutta hyvin vaikeassa maassa oloissa, jotka olivat ajoittain hyvin jännittyneet ja epätavalliset, tunteikkaatkin eivätkä erityisen helpot. Te ette koskaan tapaa heitä, mutta he ovat olemassa ja he olivat Afganistanissa Euroopan unionin lipun alla. Mielestäni he tekivät hyvää työtä edustaessaan demokratian edistämistä; arvoa, josta olemme kaikki yhtä mieltä ja jota kaikki haluamme vaalia.
Lyhyesti sanottuna valtuuskunta julkistaa komissiota kuultuaan vaaleja koskevan loppuraporttinsa. Aiomme myös – jälleen komissiota kuultuamme – laatia ensimmäistä kertaa raportin demokratiakehityksestä ja sen etenemisestä tulevaisuudessa. Vaaliprosessissa oli tietysti hankalatkin hetkensä, jotka olimme lisäksi jo ennakoineet alustavassa kannanotossamme, mutta koimme myös huolestuttavia hetkiä, esimerkiksi Mohaqui Nasabin pidätyksen. Mohaqui Nasab toimittaa naisten oikeuksia käsittelevää viikkojulkaisua, ja jopa Afganistanin viranomaisten tiedotuskomission edustaja totesi hänen pidätyksensä laittomaksi. Pidän tätä huolestuttavana, ja toivon Euroopan unionin toimielinten kertovan afganistanilaisille ystävillemme ja maan viranomaisille tai muistuttavan heitä siitä, että sekä lakeja että oikeusvaltion periaatetta on noudatettava.
Viittasitte myös Bonnin konferenssin tuleviin jatkotoimiin, joista haluaisin painottaa kahta seikkaa. Ensinnäkin meidän on pidettävä mielessä, että kyseessä on vähintään keskipitkän tai pitkän aikavälin sitoumus riippumatta siitä, mikä toimintatapa valitaan. Toiseksi haluan korostaa alueellista ulottuvuutta, joka on erittäin tärkeä Afganistanin onnistumisen kannalta. Olipa kyseessä turvallisuus, kauppa tai talouden kehittyminen, alueellinen ulottuvuus on ehdottomasti otettava huomioon.
On kuitenkin myös totta, että Afganistanissa kansainvälisellä tuella ja erityisesti eurooppalaisella tuella voi olla todellista merkitystä. Kyseessä on maa, joka on jäänyt loukkuun mahdollisen tulevaisuuden ja aikansa eläneen menneisyyden väliin. Mielestäni sen kansalla on kuitenkin riittävästi voimavaroja katsoakseen tulevaisuuteen. Kun tuhansien tyttöjen voidaan nähdä tulevan koulusta mustissa koulupuvuissaan ja valkoisissa huiveissaan tavanomaiset kirjat taskussaan, uskon tulevaisuuteen, vaikka sen saavuttamiseen saattaa mennä vielä vuosia. Juuri tällaisilla aloilla me kuitenkin voimme saada jotakin aikaan, mutta emme yksin. Myös yhdysvaltalaisten ystäviemme on jäätävä maahan nyt, kun turvallisuusrintamalla on vielä ongelmia. Toivottavasti he kuitenkin käyttäytyvät kunnioittavammin paikallisia perinteitä kohtaan. Näin ei aina ole asianlaita.
Olen kuitenkin vakuuttunut siitä, että tulevaisuus on mahdollinen. Se riippuu tietenkin afganistanilaisista, mutta myös meistä. Uskoakseni juuri tämä toivo ja sitoutuminen olivat syy teidän vierailuunne luonamme ja myös Euroopan parlamentin valtuuskunnan vierailuun sekä meidän läsnäoloomme Afganistanissa niin monen viikon ajan. Mielestäni myös Afganistanin kansa itse kunnioitti läsnäoloamme ja oli siitä kiitollinen."@fi7
".
Madame la Présidente, Madame la Commissaire, Mesdames et Messieurs, je souhaite profiter de cette occasion pour remercier, au nom de cette Assemblée, les membres de mon équipe principale, les observateurs à long terme, ainsi que les personnes qui ont passé quatre mois avec moi dans ce pays extraordinaire, mais très difficile, dans des conditions parfois très tendues et inhabituelles, particulièrement chargées en émotion et relativement difficiles. Vous ne les verrez jamais, mais ils existent et ils y étaient présents sous la bannière européenne. Je crois qu’ils ont effectué un bon travail en représentant le soutien à la démocratie, qui constitue un terrain commun entre nous tous et la valeur fondamentale que nous aspirons à faire respecter.
En bref, la mission publiera, après consultation de la Commission, son rapport final sur les élections; nous nous emploierons également, après consultation toujours, à établir pour la première fois un rapport sur la démocratisation et ses prochaines étapes. Naturellement, l’ensemble du processus électoral a connu ses moments délicats, que nous avions, de plus, déjà anticipés dans la déclaration préliminaire, mais il y a également eu des moments d’inquiétude, par exemple l’arrestation de Mohaqui Nasab, journaliste qui édite une publication hebdomadaire sur les droits des femmes - qui a été déclarée illégale y compris par le représentant de la commission des médias des autorités afghanes. Je crois qu’il s’agit d’un motif d’inquiétude et j’espère que les institutions européennes le feront savoir à nos amis afghans et aux autorités du pays ou leur rappelleront la nécessité de respecter à la fois la loi et l’État de droit.
Par ailleurs, en ce qui concerne, comme vous l’avez dit, le futur suivi de la conférence de Bonn, je tiens à souligner deux points. Premièrement, nous devons être bien conscients qu’il s’agit à tout le moins d’un engagement à moyen et long terme, quelle que soit la formule qui sera adoptée. Deuxièmement, je tiens à souligner la dimension régionale, qui est si importante pour l’ensemble du processus en Afghanistan. Que l’on parle de sécurité, de commerce ou de développement économique, la dimension régionale est assurément un élément à prendre en considération.
Il est également vrai, cependant, que l’Afghanistan est un des pays où l’engagement international, et notamment européen, peut faire la différence. L’Afghanistan est un pays coincé entre un avenir possible et un passé déjà tout à fait dépassé. Je suis cependant d’avis qu’il possède les ressources humaines qui lui permettent de regarder vers l’avenir. Lorsque des milliers de jeunes filles peuvent être vues sortant des écoles en uniformes noirs et foulards blancs, avec des livres tout ce qu’il y a de plus normaux dans leurs poches, je crois que l’avenir est là, même si de nombreuses années peuvent s’écouler avant qu’il ne se réalise complètement. C’est précisément dans ces domaines que nous pouvons faire la différence, mais pas seuls. Nos amis américains doivent eux aussi rester dans le pays à un moment où des difficultés subsistent sur le front de la sécurité, en se comportant plus respectueusement vis-à-vis des traditions locales, ce qui n’est pas toujours le cas.
Je reste cependant convaincue qu’un avenir est possible. Celui-ci dépend des Afghans, bien entendu, mais il dépend aussi de nous. Je crois que ce sont l’espoir et l’engagement qui ont motivé votre visite chez nous, de même que la visite de la délégation européenne et notre présence là-bas durant de nombreuses semaines, présence qui, à mon humble avis, s’est également attiré le respect et la gratitude du peuple afghan lui-même."@fr8
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@hu11
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@lt14
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@lv13
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@mt15
".
Mevrouw de Voorzitter, mevrouw de commissaris, dames en heren, ik maak van de gelegenheid gebruik om degenen in deze vergaderzaal te bedanken die deel hebben uitgemaakt van mijn
van langetermijnwaarnemers, die met mij vier maanden in dat buitengewone en bijzonder moeilijke land hebben doorgebracht. Vier maanden onder vaak merkwaardige en gespannen, emotionele en moeilijke omstandigheden. U zult ze nooit zien, maar ze zijn er, ze waren daar onder Europese vlag: ik geloof dat ze de steun aan de democratie goed vertegenwoordigd hebben. De democratie is een bindend element voor ons allemaal en een fundamentele waarde die we willen hooghouden.
Binnenkort zal de missie, na overleg met de Commissie, het eindrapport over de verkiezingen publiceren. Voor de eerste keer zullen we dan ook proberen, nog steeds in overleg, een verslag samen te stellen over democratisering en hoe dat in de toekomst moet. Zeker, de aanloop naar de verkiezingen heeft momenten van terugval gekend, die wij al wel voorzien hadden in de
. Maar er waren ook momenten van bezorgdheid, zoals bijvoorbeeld bij de arrestatie van Mohaqui Nasab, journalist en uitgever van het weekblad voor de rechten van de vrouw. Deze arrestatie is zelfs door de verantwoordelijke persoon van de
van het Afghaanse gezag als onwettig betiteld. Ik vind dat hier reden is voor bezorgdheid en ik hoop dat de Europese instellingen in staat zijn ook onze Afghaanse vrienden en de gezagsdragers in het land te wijzen op de noodzaak van respect voor de wet en de rechtsstaat.
Wat betreft de toekomst, de follow-up van de conferentie van Bonn, zoals u gezegd heeft, wil ik graag twee dingen benadrukken. Ten eerste moeten we ons ervan bewust zijn dat dat een inspanning van minimaal middellange termijn betreft, hoe we dat ook aanpakken. Ten tweede wil ik de regionale dimensie onderstrepen, die zo belangrijk is voor het succes in Afghanistan zelf. Of we nu spreken over veiligheid, handel of economische ontwikkeling, de regionale dimensie moet zeker in acht worden genomen.
Maar daarnaast is Afghanistan ook een van de landen waar een internationaal engagement, in het bijzonder van Europa, verschil kan uitmaken. Afghanistan is een land tussen een maakbare toekomst en een moeilijk te vergeten verleden. Maar volgens mij is er het menselijk potentieel om die toekomst op te bouwen. Als je de duizenden meisjes uit school ziet komen met hun zwarte uniformen en witte hoofddoeken, met normale boeken in hun tas, dan geloof ik dat dát de toekomst is, hoewel het nog lang zal duren voordat die ten volle is verwezenlijkt. Maar juist op dergelijke gebieden kunnen we verschil maken, zij het niet alleen. Ook onze Amerikaanse vrienden moeten in deze moeilijke periode in het land blijven met het oog op de veiligheid, waarbij ze zich hopelijk met meer respect voor plaatselijke tradities gedragen, iets wat niet altijd gebeurt.
Ik ben ervan overtuigd dat een toekomst mogelijk is. Dat hangt van de Afghanen af, zeker, maar ook van ons. Ik denk dat die hoop en die inzet de inspiratiebron zijn van uw bezoek aan ons. Die inspiratie lag ook ten grondslag aan het bezoek van de Europese delegatie en onze aanwezigheid daar gedurende al die weken. Die aanwezigheid heeft, naar mijn mening, het respect en de erkentelijkheid van het Afghaanse volk verdiend."@nl3
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@pl16
"Senhora Presidente, Senhora Comissária, Senhoras e Senhores Deputados, gostaria de aproveitar esta oportunidade para agradecer, em nome desta Assembleia, aos membros do meu núcleo duro, aos observadores a longo prazo e às pessoas que passaram quatro meses comigo neste país extraordinário mas muito difícil, em condições por vezes muito tensas e pouco habituais, e também de grande emoção e nem sempre particularmente fáceis. Vós nunca vereis essas pessoas, mas elas existem e estiveram lá sob uma bandeira europeia. Penso que fizeram um bom trabalho, representando o apoio à democracia, que é o elemento comum para todos nós e o valor fundamental que queremos defender.
Em termos sucintos, a Missão irá tornar público, depois de consultada a Comissão, o seu relatório final sobre as eleições; providenciaremos também, sempre após consulta, no sentido de se elaborar, pela primeira vez, um relatório sobre a democratização e os seus passos futuros. Naturalmente, o desenrolar de todo o processo eleitoral teve os seus momentos complicados, que, de resto, já tínhamos previsto na declaração prévia, mas houve igualmente momentos preocupantes, por exemplo, a detenção de Mohaqui Nasab – um jornalista que edita um semanário sobre os direitos das mulheres -, detenção essa que foi declarada ilegal pelo próprio representante da Comissão dos Meios de Comunicação Social das autoridades afegãs. Penso que esse facto é motivo de preocupação e eu espero que as Instituições europeias façam saber – ou recordem - aos nossos amigos afegãos e às autoridades desse país a necessidade de respeitarem a lei e o Estado de direito.
Além disso, no que respeita, tal como a senhora disse, ao futuro seguimento da Conferência de Bona, gostaria de chamar a atenção para duas coisas. Primeiro, devemos estar conscientes de que se trata, pelo menos, de um compromisso a médio-longo prazo, independentemente da fórmula a adoptar. Segundo, gostaria de salientar a dimensão regional, tão importante para todo o sucesso do Afeganistão. Quer se fale de segurança, de comércio ou de desenvolvimento económico, a dimensão regional é, certamente, um elemento a ter em conta.
Mas também é verdade que o Afeganistão é um dos países em que o empenho internacional, em especial por parte da Europa, pode marcar a diferença. O Afeganistão é um país encurralado entre um futuro possível e um passado extremamente obsoleto. Porém, em meu entender, ele possui os recursos humanos necessários para encarar o futuro. Quando se vêem milhares de rapariguinhas sair da escola com a sua roupa preta e os seus lenços brancos, mas com livros normais nas algibeiras, acredito que esse seja o futuro, mesmo que ainda sejam precisos muitos anos para a sua plena realização. Mas é precisamente em aspectos como esse que podemos marcar a diferença, embora não sozinhos. Os nossos amigos americanos devem também permanecer no país nesta altura em que continuam a existir dificuldades ao nível da segurança, na esperança de que possam adoptar um comportamento mais respeitador das tradições locais, o que nem sempre se verifica.
No entanto, continuo convicta de que um futuro é possível. Depende dos afegãos, evidentemente, mas também depende de nós. Penso que essas são a esperança e o empenho que motivaram a sua visita aqui, bem como a visita da delegação europeia e a nossa presença lá durante tantas semanas, presença essa que, em meu entender, também soube merecer o respeito e a gratidão do próprio povo afegão."@pt17
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@sk18
"Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, colgo questa occasione per ringraziare da quest'Aula coloro che hanno fatto parte del mio
gli osservatori di lungo periodo, coloro che con me hanno trascorso, in questo paese straordinario ma molto difficile, quattro mesi in condizioni, a volte molto particolari, molto tese, anche molto emozionanti ma non sempre facilissime. Non li vedrete mai, però esistono, erano là sotto una bandiera europea: io credo che abbiano ben rappresentato il sostegno alla democrazia che rappresenta il punto di accordo tra tutti noi, l'elemento di fondo che vogliamo sostenere.
A breve la missione renderà pubblica, previa consultazione con la Commissione, la relazione finale sulle elezioni e, per la prima volta, ci impegneremo anche, sempre in consultazione, a elaborare una relazione sulla democratizzazione e i suoi passi futuri. Certo, l'intero svolgimento elettorale ha avuto momenti di caduta che, peraltro, avevamo già anticipato nel
ma ci sono stati anche momenti di preoccupazione, come ad esempio l'arresto di Mohaqui Nasab, il giornalista editore del settimanale sui diritti delle donne, un arresto che è stato dichiarato illegale dallo stesso responsabile della
delle autorità afgane. Credo si tratti di un elemento di preoccupazione e spero che le istituzioni europee sapranno far presente o richiamare al rispetto della legge e dello stato di diritto anche i nostri amici afgani e le autorità del paese.
Inoltre, per quanto riguarda il futuro, come lei ha detto, del
della conferenza di Bonn, vorrei sottolineare due cose. Primo, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un impegno perlomeno a medio-lungo termine, qualunque sia la formula da adottare. Secondo, vorrei sottolineare la dimensione regionale, così importante per il successo stesso dell'Afghanistan. Che si parli di sicurezza, di commercio o di sviluppo economico, la dimensione regionale è sicuramente un elemento da prendere in considerazione.
E' anche vero però che l'Afghanistan è uno dei paesi in cui l'impegno internazionale, in particolare quello europeo, può fare la differenza. L'Afghanistan è un paese stretto tra un futuro possibile e un passato molto duro a morire. Ma ci sono le risorse umane, a mio avviso, per guardare al futuro. Quando si vedono migliaia di ragazzine che escono da scuola con la divisa nera e il fazzolettino bianco, con in tasca libri normali, io credo che quello sia il futuro, sebbene manchino ancora molti anni alla sua completa realizzazione. Ma proprio su simili aspetti possiamo fare la differenza, sebbene non da soli. Occorre anche che gli amici americani rimangano nel paese in questo momento ancora difficile sotto il profilo della sicurezza, auspicando che possano adottare comportamenti più rispettosi delle tradizioni locali, cosa che non sempre avviene.
Resto comunque convinta che un futuro sia possibile. Dipende dagli afgani, certamente, ma dipende anche da noi. Credo sia questa la speranza e l'impegno che ha animato lei nel renderci visita, la visita della delegazione europea e la nostra presenza per tante settimane che, a mio avviso, si è guadagnata anche il rispetto e la riconoscenza del popolo afgano stesso."@sl19
"Fru talman, fru kommissionsledamot, mina damer och herrar! Jag vill ta detta tillfälle i akt för att på kammarens vägnar tacka ledamöterna i min kärntrupp, långtidsobservatörerna och de personer som tillbringade fyra månader med mig i detta fantastiska men väldigt svåra land under väldigt spända och ovanliga, men ibland också känslomässiga och inte speciellt lätta, förhållanden. Ni kommer aldrig att träffa dem, men de existerar och de var där under EU-flagg. Jag anser att de gjorde bra ifrån sig som representanter för demokratin, som är den gemensamma grunden för oss alla och det grundläggande värde som vi vill stödja.
Delegationen kommer att offentliggöra sin slutrapport om valet efter samråd med kommissionen. Vi kommer också, återigen efter samråd, för första gången att utarbeta en rapport om demokratiseringen och dess framsteg. Naturligtvis hade valprocessen sina obehagliga inslag, vilket vi dessutom hade räknat med i förhandsförklaringen. Men det förekom vissa orosmoment, som till exempel arresteringen av Mohaqui Nasab – en journalist som är redaktör för en veckotidskrift om kvinnors rättigheter – som förklarades olaglig till och med av representanter för de afghanska myndigheternas mediekommission. Det är bekymmersamt, och jag hoppas att EU-institutionerna påpekar detta för våra afghanska vänner och landets myndigheter, eller påminner dem om behovet av att respektera både lagen och rättsstatens principer.
Med tanke på vad ni sa om en framtida uppföljning av Bonnkonferensen vill jag dessutom betona två saker. För det första måste vi vara medvetna om att detta är ett åtagande på medellång till lång sikt, oavsett vilken formel som godkänns. För det andra vill jag framhäva den regionala dimensionen, som är så viktig om Afghanistan ska lyckas. Oavsett om man talar om säkerhet, handel eller ekonomisk utveckling så är den regionala dimensionen definitivt någonting att ta i beaktande.
Dock stämmer det också att Afghanistan är ett av de länder där ett internationellt åtagande, speciellt från EU, kan göra skillnad. Afghanistan är ett land fångat mellan en möjlig framtid och ett alltför omodernt förflutet. Enligt min åsikt har landet dock de mänskliga resurser som krävs för att kunna se framåt. Jag anser det vara framtiden när tusentals unga flickor kan ses komma ut från skolan i svarta uniformer och vita huvuddukar, med normala böcker i sina fickor, även om det fortfarande kan dröja många år innan det förverkligas fullt ut. Det är dock just i områden som detta som vi kan göra en skillnad, men inte på egen hand. Våra amerikanska vänner måste också stanna kvar i landet vid en tidpunkt då det fortfarande finns svårigheter på säkerhetsfronten, samtidigt som de förhoppningsvis uppträder med större respekt för lokala traditioner, något som inte alltid är fallet.
Jag anser fortfarande att en framtid är möjlig. Det beror självklart på det afghanska folket men även på oss. Jag antar att det var detta hopp och detta åtagande som motiverade ert besök hos oss, liksom besöket från EU-delegationen, samt även vår närvaro där under så många veckor. En närvaro som, enligt min åsikt, också gjorde sig förtjänt av det afghanska folkets respekt och tacksamhet."@sv21
|
lpv:unclassifiedMetadata |
"Emma Bonino,"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"Media Commission"5,19,15,1,18,14,16,11,3,13,12
"a nome del gruppo ALDE"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"core team"5,19,15,1,18,14,16,11,16,11,13,12
"follow-up"5,19,15,1,18,14,11,16,13,12
"preliminary statement"5,19,15,1,18,14,16,11,3,13,12,12
|
Named graphs describing this resource:
The resource appears as object in 2 triples