Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2005-09-07-Speech-3-023"
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un’altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all’Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c’è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E’ positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l’odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il Ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c’è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell’
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest’Aula."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@cs1
"Hr. formand, kære kolleger, det er rigtigt, at terrorisme ikke kan bekæmpes ved hjælp af krig, men den kan heller ikke bekæmpes ved at filosofere - sådan som der er flere, der gør i denne debat - om rettigheder og garantier. Vi ved alle, at fjenden er iblandt os.
Derfor er det ret overflødigt - og besnærende - at fortælle os det, som visse indflydelsesrige politikere gør, når de besøger de såkaldte moderate muslimske lande og ser, at det er pæne mennesker, som ikke ønsker krig eller terrorisme. Jeg vil foreslå dem f.eks. at tage en afstikker til et andet plan og et andet spørgsmål, der handler om kultur og de store kulturforskelle, der eksisterer. Se f.eks. på Tunis, hvor en stakkels italiensk mor måtte flygte til den italienske ambassade for at forsvare sig selv og sit mindreårige barns ret til at vende tilbage til Italien, eftersom hun retsforfølges af myndighederne i landet. Når man i de muslimske lande - også de moderate lande - skal dømme en tvist mellem en muslim og en ikke-muslim, er afgørelsen nemlig givet på forhånd. Jeg ved, at denne kvinde for at kræve sin ret har henvendt sig til hr. Borrell Fontelles, og han vil utvivlsomt sørge for, at Parlamentet giver sin holdning til kende over for dette styre.
Jeg sagde således, at faren er iblandt os, og derfor er det en god ting med de forebyggende foranstaltninger, som kommissær Frattini så rigtigt omtalte. Der er ingen tvivl om, at vi skal forebygge, og at vi skal gøre en indsats der, hvor risikoen er. Det er ikke blandt de stakler, som ankommer med båd til Lampedusa, for det er bestemt ikke dem, der udgør en risiko, men derimod de mennesker, som rekrutterer og organiserer dem, ikke i alle, men i rigtig mange moskéer og bønnecentre. Det er positivt at konstatere, at den italienske regering gør en yderst fornuftig indsats i den retning, eftersom den med stor præcision slår ned på dem, der tilskynder til had og spændinger, og som skaber og fremmer disse kultursammenstød. Her i Parlamentet bliver vi ved med at filosofere over indsamling af oplysninger osv. Vi kommer altid for sent i forhold til de islamiske netværk, som der bliver flere og flere af, og vi efterforsker ikke ret meget.
Hr. Clarke nævnte ikke engang problemet med finansieringen af terrorisme, men som vi hørte, er der heldigvis andre, som går mere i dybden med dette spørgsmål. Det er et meget vigtigt spørgsmål. Netop i dag skriver aviserne, at terrororganisationerne i Frankrig - og det er en franske efterretningstjenestes fortjeneste, at der gøres opmærksom på dette - ligefrem har bemægtiget sig en meget stor sektor, nemlig sektoren for beklædning og markedsføring af sportsbeklædning til unge i handelsøjemed. Dette er således faren ved den fællesskabsgørelse, der er genstand for så meget demagogi.
Faren er iblandt os, i vores lande og i de europæiske byer. Det er der, vi skal gøre en indsats ved hjælp af seriøse og præcise foranstaltninger og uden at give efter for den overdrevne tolerance, der i alt for høj grad er kommet til udtryk her i Parlamentet."@da2
"Κύριε Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, είναι αλήθεια πως η τρομοκρατία δεν καταπολεμάται με τον πόλεμο, αλλά δεν καταπολεμάται ούτε φιλοσοφώντας σχετικά με τα δικαιώματα και τις εγγυήσεις, όπως επιχειρούν να κάνουν αρκετοί σε αυτήν τη συζήτηση: γνωρίζουμε όλοι πως ο εχθρός είναι ανάμεσά μας.
Είναι συνεπώς άσκοπο, αλλά και απατηλό, να μας εξηγούν ορισμένοι διακεκριμένοι βουλευτές του Σώματος ότι επισκέπτονται τις αποκαλούμενες μετριοπαθείς ισλαμικές χώρες και συναντούν καλούς ανθρώπους που δεν επιθυμούν τον πόλεμο και την τρομοκρατία. Θα τους συνιστούσα λοιπόν να κάνουν μιαν άλλη επίσκεψη για άλλα θέματα και ζητήματα, όπως για παράδειγμα αυτά που συνδέονται με τον πολιτισμό και τις τεράστιες πολιτιστικές διαφορές που μας χωρίζουν: στην Τύνιδα, για παράδειγμα, όπου μια δυστυχής ιταλίδα μητέρα αναγκάσθηκε να καταφύγει στην ιταλική πρεσβεία για να προστατεύσει τον εαυτό της και το δικαίωμα του ανήλικου παιδιού της να επιστρέψει στην Ιταλία, καθώς διώκεται από τη δικαιοσύνη αυτής της χώρας μιας και ακόμη και στις μετριοπαθείς ισλαμικές χώρες όταν εκδικάζεται μια υπόθεση ανάμεσα σε έναν μουσουλμάνο και σε έναν αλλόθρησκο, η απόφαση είναι δεδομένη. Γνωρίζω ότι για να διεκδικήσει τα δικαιώματά της αυτή η κυρία απευθύνθηκε στον Πρόεδρο Borrell Fontelles, η ευαισθησία του οποίου θα επιτρέψει στη φωνή του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου να φτάσει στο καθεστώς αυτής της χώρας.
Όπως είπα λοιπόν, ο κίνδυνος βρίσκεται ανάμεσά μας και καλωσορίζουμε συνεπώς όλα τα μέτρα πρόληψης στα οποία αναφέρθηκε ο Επίτροπος Frattini. Είναι συνεπώς αναγκαία η πρόληψη και η επέμβαση εκεί που ελλοχεύει ο κίνδυνος, όχι στους δύστυχους που αποβιβάζονται στη Lampedusa με τα σαπιοκάραβα, καθώς δεν είναι αυτοί ο κίνδυνος, αλλά εκείνοι που τους στρατολογούν και τους οργανώνουν, όχι σε όλα, αλλά σε πάρα πολλά τζαμιά, όχι σε όλες, αλλά σε πάρα πολλές θρησκευτικές οργανώσεις. Διαπιστώνω με ικανοποίηση ότι η ιταλική κυβέρνηση εμφανίζει θετικό έργο προς αυτήν την κατεύθυνση, στοχεύοντας ευθέως όσους διασπείρουν το μίσος και τις εντάσεις, δημιουργούν και αναπαράγουν αυτήν την ιδεολογία. Εδώ εξακολουθούμε να φιλοσοφούμε σχετικά με τη συγκέντρωση των δεδομένων και άλλα παρόμοια, ενώ φτάνουμε πάντα καθυστερημένοι σε σχέση με τα ισλαμικά δίκτυα που πολλαπλασιάζονται, καθώς οι έρευνες είναι ανεπαρκείς.
Ο κ. Clarke ούτε καν αναφέρθηκε στο πρόβλημα της χρηματοδότησης της τρομοκρατίας, αλλά ευτυχώς ακούσαμε κάποιους που ασχολήθηκαν με αυτό το θέμα. Το ζήτημα είναι πολύ σημαντικό, καθώς σήμερα κιόλας οι εφημερίδες γράφουν ότι οι τρομοκρατικές οργανώσεις στη Γαλλία ελέγχουν έναν τεράστιο τομέα, τον τομέα της κατασκευής και των πωλήσεων ειδών αθλητικής ένδυσης για νέους και αξίζουν συγχαρητήρια στις γαλλικές υπηρεσίες πληροφοριών που το κατήγγειλαν. Αυτός είναι ο κίνδυνος της κοινοτικοποίησης, που αντιμετωπίζεται με υπέρμετρη δημαγωγία.
Ο κίνδυνος είναι ανάμεσά μας, είναι στα σπίτια μας και στις πόλεις μας και οφείλουμε να επέμβουμε με σοβαρά και έγκαιρα μέτρα, χωρίς καμία παραχώρηση στην κακώς νοούμενη ευαισθησία για την οποία τόσα πολλά ακούσαμε στην Αίθουσα."@el10
"Mr President, ladies and gentlemen, it is true that terrorism cannot be fought by means of war, but it cannot be fought either by philosophising about rights and safeguards, as several speakers in this debate have done: we all know that the enemy is among us.
It is rather pointless and also specious, then, for a certain respected speaker to come and tell us that he has visited the so-called moderate Islamic states and found good people who do not want war or terrorism. Well, I suggest he pays them a quick visit, for instance, at a different level, on a different issue, one associated with culture, the considerable cultural difference that exists between them and us. He could go to Tunis, for instance, where a poor Italian mother had to take refuge in the Italian Embassy to protect herself and her young child’s right to return to Italy, as she was being pursued by the courts of that country, because in Islamic countries, even moderate ones, when a ruling has to be made in a dispute between a Muslim and a non-Muslim, the decision is a foregone conclusion. It is just that the woman in this case has turned to President Borrell Fontelles to uphold her right, and this Parliament is certainly sensitive enough to ensure that that regime will hear what it has to say.
I was saying, then, that the danger is in our midst, and so I welcome those preventative measures that Mr Frattini has mentioned so opportunely. This is what we must do: take preventative action, certainly; strike right where the danger lies, not among the bargeloads of wretched people reaching Lampedusa – they are certainly not the danger – but among those who recruit and organise them in not all but a great many mosques, not all but many prayer centres. It is encouraging to see that the Italian Government is doing very well in that respect, by targeting those who disseminate hatred and tension, those who create and propagate that culture broth. Here we continue to philosophise about data collection and so on – which means we are always a long way behind the Islamic networks, which are multiplying – and we investigate very little.
Mr Clarke did not even mention the problem of terrorist funding. Fortunately there are those who have researched the subject more thoroughly, as we have heard. It is a very important issue: just this morning the newspapers are saying that terrorist organisations in France – and all credit to French intelligence for having reported it – have even taken over a vast industry: sportswear and sportswear sales to young people. Therein lies the danger of communitisation, which is the subject of so much demagogy.
The danger is in our midst; it is in our houses and in our cities in Europe. That is where we must act with firm, targeted measures, without giving in to the indulgent attitudes of which we have heard too much in this Chamber."@en4
"Señor Presidente, Señorías, es verdad que el terrorismo no puede combatirse con la guerra, pero tampoco puede combatirse filosofando sobre los derechos y las garantías, como han hecho varios oradores en este debate: todos sabemos que el enemigo se encuentra entre nosotros.
No tiene sentido y es superfluo que cierto orador respetado venga y nos diga que ha visitado los llamados Estados islámicos moderados y ha encontrado gente buena que rechaza la guerra y el terrorismo. Yo le sugeriría que haga una breve visita, por ejemplo, en un plano distinto, un plano asociado a la cultura, para comprobar la enorme diferencia cultural que existe entre ellos y nosotros. Podría ir a Túnez, por ejemplo, donde una pobre madre italiana ha tenido que refugiarse en la Embajada italiana para protegerse y para defender el derecho de su hijo a volver a Italia, porque estaba siendo perseguida por los tribunales de ese país, ya que en los países islámicos, incluso en los moderados, cuando tiene que dictarse sentencia en un conflicto entre un musulmán y un no musulmán, el veredicto se conoce de antemano. Esa mujer ha acudido al Presidente Borrell Fontelles para defender su derecho, y el Parlamento Europeo es, sin duda, lo suficientemente sensible para garantizar que el régimen tunecino escuche lo que tenga que decir.
Así que estaba diciendo que el peligro está entre nosotros, de manera que acojo con satisfacción las medidas preventivas que el señor Frattini ha mencionado tan oportunamente. Esto es lo que debemos hacer: tomar medidas preventivas, desde luego; atacar allí donde está el peligro, no entre los desdichados que llegan a Lampedusa –ciertamente no son ellos el peligro–, sino entre los que les reclutan y organizan, no en todas las mezquitas pero sí en muchas de ellas, y no en todos los centros de oración pero sí en muchos de ellos. Es alentador ver que el Gobierno italiano está actuando muy bien en este terreno, centrándose en los que diseminan el odio y la tensión, en los que crean y propagan ese caldo cultural. Aquí seguimos filosofando sobre la recogida de datos, etc. –lo cual significa que siempre estamos muy por detrás de las redes islámicas, que siguen multiplicándose– e investigamos muy poco.
El señor Clarke ni siquiera ha mencionado el problema de la financiación terrorista. Afortunadamente, hay personas que han investigado el tema con más detenimiento, por lo que hemos escuchado. Es una cuestión muy importante: esta misma mañana los periódicos decían que las organizaciones terroristas en Francia –y todo el mérito lo tiene la inteligencia francesa por haber informado de ello– se han hecho con una gran industria: la ropa deportiva y la venta de ropa deportiva a los jóvenes. Ahí yace el peligro de la comunitarización, que es objeto de tanta demagogia.
El peligro está entre nosotros; está en nuestras casas y en nuestras ciudades europeas. Ahí es donde debemos actuar con medidas firmes y selectivas, sin rendirnos a las actitudes indulgentes de las que tanto hemos oído hablar en esta Cámara."@es20
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@et5
"Arvoisa puhemies, hyvät kollegat, on totta, ettei terrorismia voiteta sodalla, mutta ei sitä voiteta myöskään filosofoimalla oikeuksista ja takeista, kuten tässä keskustelussa suurimmaksi osaksi on tehty. Tiedämme kaikki, että vihollinen on keskuudessamme.
On siis melko turhaa ja myöskin harhaanjohtavaa, että arvostettu puhuja tulee kertomaan vierailuistaan niin sanottuihin maltillisiin islamilaisiin valtioihin ja siitä, kuinka hän on tavannut kunnon ihmisiä, jotka eivät halua sotaa eivätkä terrorismia. Kehottaisin häntä tutustumaan asiaan toisenlaisesta näkökulmasta ja tutustumaan toiseen aiheeseen, joka liittyy kulttuuriin sekä meidän ja muiden välisiin huomattaviin kulttuurieroihin. Esimerkiksi Tunisiassa italialainen äitiraukka joutui pakenemaan Italian suurlähetystöön suojellakseen itseään ja nuorimman lapsensa oikeutta palata Italiaan. Kyseisen valtion oikeuslaitos vainosi naista, koska kun islamilaisissa maissa, myös maltillisissa, on selvitettävä muslimin ja ei-muslimin välinen erimielisyys, päätös on jo tehty. Tiedän, että kyseinen nainen on kääntynyt puhemies Fontellesin puoleen vaatien oikeuttaan, ja tämä parlamentti on varmasti riittävän järkevä varmistaakseen, että kyseinen hallitus kuulee, mitä sillä on sanottavanaan.
Olin siis sanomassa, että vaara on keskuudessamme. Suhtaudun siis myönteisesti ehkäiseviin toimiin, joista arvoisa komission jäsen Frattini niin otollisesti meille kertoi. Näin meidän on toimittava. Meidän on ryhdyttävä ehkäiseviin toimiin, iskettävä sinne missä vaara sijaitsee, mutta ei niiden onnettomien joukkoon, jotka saapuvat täyteen ahdetuilla veneillä Lampedusaan. He eivät varmastikaan meitä uhkaa, vaan ne, jotka heitä värväävät ja järjestävät heidän asioitaan monissa moskeijoissa ja rukouskeskuksissa vaikkei kuitenkaan kaikissa niistä. On rohkaisevaa havaita, että Italian hallitus tekee paljon työtä tällä alalla ja kohdistaa toimet niiden toimintaan, jotka kylvävät vihaa ja jännitteitä ja jotka luovat ja levittävät kulttuurien sekoittumista. Täällä jatketaan filosofointia tietojen tallentamisesta ja niin edelleen, mutta tutkitaan vähän, minkä vuoksi olemme aina jäljessä islamilaisista verkostoista, jotka moninkertaistuvat.
Neuvoston puheenjohtaja Clarke ei edes maininnut terrorismin rahoitusta koskevaa ongelmaa. Onneksi on kuitenkin niitä, jotka ovat tutkineet asiaa perusteellisemmin, kuten olemme kuulleet. Tämä on hyvin tärkeä asia, sillä juuri tänä aamuna sanomalehdet kirjoittivat – kaikki kunnia Ranskan tiedustelupalvelulle, joka asiasta ilmoitti – että Ranskassa toimivat terroristijärjestöt ovat jopa vallanneet suuren toimialan, joka myy urheiluasusteita nuorille. Tällaisessa tapauksessa vaarana on yhteisöllistäminen, josta niin paljon kiihkoillaan.
Uhka on keskuudessamme, kodeissamme ja eurooppalaisissa kaupungeissamme. Siellä meidän on toteutettava päättäväisesti kohdennettuja toimenpiteitä sallimatta liian suopeita asenteita, joita olemme kuulleet liikaa tässä salissa."@fi7
"Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, il est vrai que le terrorisme ne peut être combattu par des moyens guerriers, mais il ne peut pas non plus l’être en philosophant sur les droits et les protections, comme plusieurs intervenants l’ont fait: nous savons tous que l’ennemi est parmi nous.
Dès lors, il est assez inutile et même spécieux qu’un député respecté vienne nous dire qu’il s’est rendu dans les États dits islamiques modérés et rencontré des gens bien qui ne veulent pas de la guerre ou du terrorisme. Je lui suggère donc de leur rendre une visite rapide, par exemple, sur un autre plan, une question différente, relative à la culture, aux différences considérables de culture entre eux et nous. Il pourrait se rendre en Tunisie, par exemple, où une pauvre mère italienne a dû se réfugier à l’ambassade d’Italie pour protéger son droit et celui de son jeune enfant de rentrer en Italie, alors qu’elle était poursuivie par les tribunaux de ce pays, car dans les pays islamiques, même les modérés, lorsqu’une décision doit être prise dans un litige entre un musulman et un non-musulman, cette décision est courue d’avance. Il est normal que cette femme se soit tournée vers le président Borrell Fontelles pour défendre son droit, et ce Parlement est sans aucun doute assez sensible pour s’assurer que ce régime entendra ce qu’il a à dire.
Je disais donc que le danger est parmi nous et, dès lors, je salue les mesures préventives mentionnées si opportunément par M. Frattini. Voilà ce que nous devons faire: prendre des mesures préventives, indubitablement; frapper là où se trouve le danger, pas les barques remplies de pauvres gens atteignant Lampedusa - ils ne constituent certainement pas un danger -, mais ceux qui les recrutent et les organisent dans des mosquées et des centres de prière (certes pas dans tous, mais dans beaucoup). Il est encourageant de constater que le gouvernement italien obtient de bons résultats en la matière, en ciblant les personnes qui disséminent la haine et les tensions, celles qui créent et propagent ce bouillon de culture. Ici, nous continuons à philosopher sur la collecte d’informations, etc. - ce qui signifie que nous sommes toujours loin derrière les réseaux islamiques, qui se multiplient -, et nous enquêtons très peu.
M. Clarke n’a même pas mentionné le problème du financement du terrorisme. Heureusement que certains ont étudié la question plus en détail, comme nous l’avons entendu. Il s’agit d’un point essentiel: ce matin, les journaux racontent que des organisations terroristes en France - et il convient de saluer les services de renseignement français pour l’avoir signalé - se sont même emparées d’une grande industrie: les vêtements de sport et leur commercialisation auprès des jeunes. C’est là que se situe le danger de communautarisation, sujet de tant de démagogie.
Le danger est parmi nous; il se trouve dans nos maisons et dans nos villes en Europe. C’est là que nous devons agir par des mesures déterminées et ciblées, sans céder devant des attitudes indulgentes dont nous n’avons que trop entendu parler au sein de cette Assemblée."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@mt15
"Mijnheer de Voorzitter, geachte collega's, het is waar dat terrorisme niet kan worden bestreden met oorlog, maar ook niet door te filosoferen over rechten en garanties, zoals we in dit debat van meerdere kanten hebben gehoord. We weten allemaal dat de vijand onder ons is.
Het heeft dus niet veel zin - en is ook bedrieglijk - ons te komen vertellen over bezoeken aan de zogenaamde gematigde islamitische staten en fatsoenlijke mensen die geen oorlog willen, die geen terrorisme willen, zoals een gezaghebbend persoon heeft gedaan. Ik stel hem voor een uitstapje te maken naar een ander vlak, naar een andere kwestie, die verband houdt met de cultuur en met de belangrijke culturele verschillen, bijvoorbeeld naar Tunis, waar een arme Italiaanse moeder naar de Italiaanse ambassade moest vluchten om zichzelf en het recht van haar minderjarig kind om terug te keren naar Italië te verdedigen. Zij wordt namelijk vervolgd door de rechterlijke macht van dat land, omdat in islamitische landen, ook in gematigde, de beslissing in een geschil tussen een moslim en een niet-moslim bij voorbaat vaststaat. Ik weet dat deze vrouw om haar recht op te kunnen eisen, zich tot Voorzitter Borrell heeft gewend en ik ben ervan overtuigd dat hij ervoor zal zorgen dat de stem van dit Parlement door dat regime wordt gehoord.
Ik zei daarnet dat het gevaar onder ons is, en dus verwelkom ik de preventieve maatregelen waar commissaris Frattini het over had. We moeten voorkomen, zeker; wij moeten optreden waar gevaar dreigt, niet tegen de stakkers die in boten in Lampedusa landen - zij zijn zeker niet het gevaar - maar tegen degenen die ze rekruteren en organiseren, niet in alle maar in heel veel moskeeën, niet in alle maar in veel gebedscentra. Het is bemoedigend dat de Italiaanse regering op dit punt goed bezig is en tijdig optreedt tegen degenen die haat zaaien, die spanningen creëren, die die cultuursoep aanmaken en opwarmen. We blijven hier maar filosoferen over het vergaren van gegevens, enzovoort, maar we blijven achter de islamitische netwerken aanhollen, die zich blijven vermenigvuldigen, en we onderzoeken maar weinig.
Minister Clarke heeft het probleem van de financiering van het terrorisme niet eens genoemd. Gelukkig zijn er anderen die dit thema uitdiepen, zoals we hebben gehoord. De kwestie is heel belangrijk. Juist vandaag staat in de kranten dat de terroristische organisaties in Frankrijk - het is de verdienste van de Franse inlichtingendienst dat dit naar buiten is gebracht - zich zelfs meester hebben gemaakt van een enorme sector: die van de kleding en de handel in sportkleding voor jongeren. Dat is het gevaar van het communitarisme waarover zoveel demagogische opmerkingen worden gemaakt.
Het gevaar is onder ons, het is in onze huizen en in onze Europese steden. Dáártegen moeten we optreden met serieuze en gerichte maatregelen, zonder toe te geven aan de tolerantie waarover we in dit Parlement al te veel hebben gehoord."@nl3
"Senhor Presidente, Senhoras e Senhores Deputados, é verdade que o terrorismo não se combate com a guerra, mas também não se combate filosofando acerca dos direitos e das garantias, como fizeram diversos oradores neste debate: todos sabemos que o inimigo está entre nós.
Sendo assim, é bastante inútil, e até falacioso, que um respeitado orador venha contar-nos que visitou os chamados países islâmicos moderados e que encontrou gente boa que não quer a guerra nem o terrorismo. Bom, sugiro que lhes faça uma rápida visita, por exemplo, a outro nível, em relação a uma questão diferente, associada à cultura, às importantes diferenças culturais que existem entre eles e nós. Podia ir à Tunísia, por exemplo, onde uma pobre mãe italiana se viu obrigada a refugiar-se na Embaixada italiana para se proteger a si própria e ao direito de o seu filho menor regressar a Itália, uma vez que era perseguida pela justiça desse país, porque nos países islâmicos, mesmo moderados, quando é necessário resolver uma disputa entre alguém que é muçulmano e alguém que não o é, a decisão já está ditada à partida. É um facto que essa mulher apelou ao Senhor Presidente Borrell Fontelles para defender os seus direitos, e este Parlamento é sem dúvida suficientemente sensível para garantir que a sua voz seja ouvida por esse regime.
Estava, pois, a dizer que o perigo está entre nós e, portanto, é com satisfação que encaro as medidas de prevenção referidas de forma tão oportuna pelo Senhor Comissário Frattini. O que há a fazer é isto: tomar medidas de prevenção, sem dúvida; atacar o perigo onde ele está, não entre os barcos carregados de desgraçados que chegam a Lampedusa – não são eles certamente o perigo – mas entre aqueles que os recrutam e organizam, não em todas, mas em muitas mesquitas, não em todos, mas em muitos centros de oração. É encorajador constatar que o Governo italiano está a agir muito bem a esse respeito, visando aqueles que semeiam o ódio e a tensão, aqueles que criam e propagam esse caldo de cultura. Aqui continuamos a filosofar acerca da recolha de dados e coisas do género – o que significa que estamos sempre muito atrasados em relação às redes islâmicas, que se vão multiplicando – e investigamos muito pouco.
O Senhor Ministro Clarke nem sequer se referiu ao problema do financiamento do terrorismo. Felizmente, há quem tenha aprofundado melhor essa questão, como tivemos ocasião de ouvir. Estamos perante um assunto muito importante: ainda esta manhã os jornais afirmam que organizações terroristas em França – e o mérito é todo das agências de informações francesas por terem denunciado esse facto – se apoderaram, inclusivamente, de um enorme sector industrial: o vestuário desportivo e a comercialização do vestuário desportivo destinado aos jovens. É aí que reside o perigo do comunitarismo, em torno do qual se faz tanta demagogia.
O perigo está entre nós; está nas nossas casas e nas nossas cidades da Europa. É aí que devemos actuar com medidas firmes e concretas, sem ceder às atitudes indulgentes que se fizeram ouvir em demasia nesta Assembleia."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, è vero che il terrorismo non si combatte con la guerra, ma non si combatte neanche filosofeggiando, come si sta facendo da più parti in questo dibattito, su diritti, su garanzie: sappiamo tutti che il nemico è tra noi.
Allora è abbastanza inutile, e anche specioso, venirci a raccontare, come è stato fatto da qualche autorevole esponente che visita gli Stati islamici cosiddetti moderati e trova brava gente che non vuole la guerra, non vuole il terrorismo. Beh, gli suggerisco di fare una capatina, per esempio, su un altro piano, su un'altra questione, ma legata alla cultura, alla differenza culturale che esiste ed è importante: a Tunisi per esempio, dove all'Ambasciata italiana si è dovuta rifugiare una povera madre italiana per difendere se stessa e il diritto del suo bambino minore di poter ritornare in Italia, in quanto è perseguitata dalla giustizia di quel paese perché nei paesi islamici, anche moderati, quando si deve giudicare una controversia fra chi è musulmano e chi non lo è la decisione è scritta in partenza. So che questa signora per rivendicare il suo diritto si è rivolta al Presidente Borrell e la sua sensibilità certamente farà in modo che la voce di questo Parlamento arrivi a quel regime.
Dicevo dunque che il pericolo è al nostro interno e allora ben vengano quelle misure di prevenzione di cui ci ha parlato molto opportunamente il Commissario Frattini. Questo si deve fare, prevenire, certo, incidere là dove c'è il pericolo, non fra i disgraziati che arrivano a Lampedusa sui barconi, certamente non sono loro il pericolo, ma nei confronti di quelli che li reclutano, li organizzano, non in tutte, ma in moltissime moschee, non in tutti, ma in molti centri di preghiera. E' positivo constatare che il governo italiano sta facendo molto bene in questo senso, intervenendo in maniera puntuale nei confronti di coloro che seminano l'odio, che seminano le tensioni, che creano e moltiplicano quel brodo di cultura. Qui si continua a filosofeggiare sulla raccolta dei dati, eccetera, noi arriviamo poi sempre in ritardo rispetto alle reti islamiche che si stanno moltiplicando, si indaga poco.
Il ministro Clarke non ha nemmeno fatto accenno al problema del finanziamento del terrorismo, per fortuna c'è chi approfondisce meglio questo tema, come abbiamo sentito. La questione è molto importante, proprio oggi i giornali scrivono che le organizzazioni terroristiche in Francia, ed è merito dell'
francese averlo denunciato, ci sono impadronite addirittura di un enorme settore: quello del vestiario e della commercializzazione del vestiario sportivo per i giovani a fini commerciali, ecco il pericolo del comunitarismo su cui si fa tanta demagogia.
Il pericolo è tra noi, è nelle nostre case e nelle nostre città europee, lì bisogna incidere con misure serie e puntuali, senza concedere nulla al buonismo di cui abbiamo sentito troppe parole in quest'Aula."@sl19
"Herr talman, mina damer och herrar! Det är sant att terrorismen inte kan bekämpas genom krig, men den kan heller inte bekämpas genom att filosofera om rättigheter och skyddsåtgärder, som flera talare har gjort under debatten – vi vet alla att fienden finns mitt ibland oss.
Det är ganska meningslöst och därför även vilseledande när en viss respekterad talare kommer och talar om för oss att han har besökt de så kallade moderata islamiska länderna och har funnit goda människor där som varken vill ha krig eller terrorism. Då föreslår jag att han gör ett kort besök där, t.ex. på en annan nivå, i en annan fråga som hänger samman med kultur, nämligen den avsevärda kulturella skillnaden mellan dem och oss. Han skulle t.ex. kunna besöka Tunis, där en stackars italiensk mor fick söka skydd på den italienska ambassaden för att värna om sin egen och sitt lilla barns rätt att återvända till Italien eftersom hon var förföljd av det tunisiska rättsväsendet. Orsaken var att utslaget är klart på förhand när domstolar dömer i en tvist mellan en muslim och en icke-muslim även i de moderata muslimska länderna. Det är bara det att kvinnan i detta fall vände sig till talman Borrell Fontelles för att kräva sin rätt, och parlamentet är säkert tillräckligt lyhört för att se till att denna regim lyssnar på vad parlamentet har att säga.
Som jag sa finns alltså hotet mitt ibland oss, och jag välkomnar därför de förebyggande åtgärder som Franco Frattini så lägligt tog upp. Detta måste vi göra: vidta förebyggande åtgärder, givetvis, slå till precis där hotet finns, och det är inte bland båtlasterna med förtvivlade människor som anländer till Lampedusa – det är inte de som är farliga – utan bland de som rekryterar och organiserar dessa människor i moskéer och bönecenter, dock inte alla. Det är uppmuntrande att se att den italienska regeringen sköter sig mycket bra i detta avseende, genom att rikta in sig på dem som genererar hat och spänningar, de som rör ihop och propagerar för denna kulturella sörja. Här filosoferar vi vidare om insamlingen av uppgifter och så vidare, vilket innebär att vi alltid ligger långt efter de muslimska nätverken, som ökar i antal, samtidigt som vi också gör väldigt få utredningar.
Charles Clarke tog inte ens upp problemet med terrorismens finansiering. Som tur är finns det de som har satt sig närmare in i detta, vilket vi har hört. Detta är en mycket viktig fråga. Senast i morse rapporterade tidningarna om att terrororganisationer i Frankrike till och med har tagit över en hel industri – vilket den franska underrättelsetjänsten ska ha en eloge för att ha upptäckt – nämligen sportkläder och utförsäljningar av sådana kläder till ungdomar. Detta är faran med att ge mycket ansvar till gemenskapen, som det propageras så mycket för.
Hotet finns mitt ibland oss, i våra hus och våra städer här i EU. Det är där vi måste sätta in beslutsamma, riktade åtgärder, utan att anamma den slags flathet vi har hört alldeles för mycket av här i kammaren."@sv21
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"Mario Borghezio (IND/DEM )."5,19,15,1,18,14,11,16,13,12
"intelligence"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
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