Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2005-05-25-Speech-3-204"
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". – Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l’interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell’industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell’Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l’industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l’ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l’articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l’industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un’etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell’Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l’indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d’impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l’assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l’utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un’armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell’attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell’Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l’istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l’utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell’allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l’utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall’articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell’Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l’adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@it12
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"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@cs1
"Fru formand, hr. kommissær, mine damer og herrer, Kommissionens forslag om ernærings- og sundhedsanprisninger er opstået på baggrund af muligheden for at bygge på forbrugernes stigende interesse for at få klare oplysninger om fødevarernes ernæringsmæssige og sundhedsmæssige værdi samt nødvendigheden af, at fødevareindustrien reagerer på dette presserende krav med klar, præcis og indholdsrig information, som er videnskabeligt underbygget. Alt dette skal ske inden for rammerne af harmoniserede, markedsregulerende mekanismer for at gøre det muligt for fødevareproducenterne at være konkurrencedygtige i henhold til rimelige og retfærdige reguleringskriterier.
Ved udarbejdelsen af ernæringsprofilerne vil Kommissionen rådføre sig med både fødevarevirksomheder og forbrugergrupper ud over agenturet, hvis rolle vil blive styrket, fordi det inddrages i forskellige faser og procedurer.
På nuværende tidspunkt er man nødt til at erkende, at de to år, der er gået siden fremlæggelsen, ikke har været forgæves, da alle interessenter - Kommissionen selv, Rådet, Parlamentet, industrien, forbrugerne og Det Økonomiske og Sociale Udvalg - har konstateret, at der er gjort store fremskridt.
Udvalget om Miljø, Folkesundhed og Fødevaresikkerhed har stillet mange ændringsforslag til Kommissionens tekst, men især har det slettet artikel 4, som efter min mening er en yderst vigtig artikel, fordi ernæringsprofilerne fastsættes her. Forordningen ville i høj grad miste i sammenhæng og kompleksitet, hvis denne artikel ikke genindsættes. Jeg håber, at mine kolleger ønsker at indføre denne artikel på ny.
Sunde fødevarer og et godt helbred følges ad som benchmarks for forbrugernes adfærd. De har en langt større bevidsthed om deres mad og er mere og mere interesserede i at vide, hvad de spiser, og hvordan fødevarerne indvirker på deres helbred.
Sådan er gennemsnitsforbrugerens adfærd, og fødevareindustrien har forsøgt at reagere på denne adfærd ved at indføre mere detaljeret mærkning om næringsværdi, hvor de taler om visse fødevarers positive virkninger eller påståede fordele.
Det er et faktum, at to eksisterende EU-grunddirektiver - direktiv 2000/13 og 90/496 om henholdsvis mærkning og næringsdeklaration af levnedsmidler - ikke håndhæves tilstrækkelig konsekvent i langt de fleste tilfælde, men de opfylder heller ikke nutidens forbrugeres krav, for de tillader ikke, at der anføres data om påståede sundhedsfordele, og de definerer ikke klart betingelserne for brugen af ernæringsanprisning.
Manglen på specifikke bestemmelser på EU-plan har desuden ført til en stigning i antallet af anprisninger på fødevarernes etiketter - anprisninger, der varierer i antal og form. Medlemsstaterne har vedtaget uafhængige bestemmelser og normer for at regulere brugen af de forskellige anprisninger. Resultatet er noget lovgivningsmæssig rod med forskellige tilgange til samme sagforhold, hvilket har skabt forvirring, som betyder, at det indre marked ikke fungerer effektivt, og folkesundheden og forbrugernes helbred ikke sikres.
Over for så stor usikkerhed om lovgivningen er der behov for at harmonisere forordningerne om fødevarer på fællesskabsplan og dermed også behov for en forordning, som uden at forbyde fødevarer skal indeholde klare, grundlæggende betingelser for at sikre, at anprisninger af fødevarer er helt klare for forbrugerne. Det er et yderligere fremskridt i retning af at gennemføre fødevarepolitikken, herunder de målsætninger, som Kommissionen foreslog i 1999 i hvidbogen om fødevaresikkerhed. Her skrev Kommissionen udtrykkeligt, at EU's fødevarepolitik skal opbygges omkring stringente normer for fødevaresikkerheden, som skal beskytte og fremme forbrugernes sundhed.
Ud over disse målsætninger kommer en yderligere målsætning om at øge den frie bevægelighed for fødevarer, fordi indførelsen af en forordning vil gøre det muligt for fødevareproducenterne at være konkurrencedygtige på rimelige og lige vilkår i alle medlemsstaterne.
Med det dokument, vi nu behandler, har Kommissionen foreslået at indføre nye lovgivningsmæssige rammer for ernærings- og sundhedsanprisning, idet det bliver tilladt at bruge sådanne anprisninger, hvis de overholder bestemmelserne i bilaget, der indeholder en liste over ernæringsanprisninger og specifikke krav til brugen deraf, såsom at brugen af sundhedsanprisninger er betinget af en godkendelses- eller anmeldelsesprocedure (hvis Kommissionens tekst ikke ændres).
Med procedurerne i artikel 93, stk. 2, foreslår Kommissionen at udarbejde specifikke ernæringsprofiler for fødevarer eller fødevarekategorier inden for en periode på 18 måneder, som kan forlænges helt op til 30 måneder, samt efter høring af Den Europæiske Fødevaresikkerhedsautoritet, specifikke ernæringsprofiler for fødevarer eller fødevarekategorier. Kommissionen foreslår ligeledes, at der vedtages en EU-liste over sundhedsanprisninger, som skal beskrive et næringsstofs eller andre stoffers almindeligt anerkendte rolle på grundlag af forslag fra medlemsstaterne."@da2
"Frau Präsidentin, Herr Kommissar, meine Damen und Herren! Der Vorschlag der Kommission betreffend nährwert- und gesundheitsbezogene Angaben über Lebensmittel resultiert aus der Möglichkeit, das wachsende Interesse der Verbraucher am Nähr- und Gesundheitswert der Lebensmittel zu bündeln, und aus der Notwendigkeit für die Nahrungsmittelindustrie, dieser zunehmenden Forderung mit genauen, detaillierten, aussagekräftigen und wissenschaftlich untermauerten Angaben zu entsprechen. All dies sollte im Rahmen harmonisierter Marktvorschriften erfolgen, um es den Lebensmittelunternehmern zu ermöglichen, auf der Grundlage geregelter, fairer und gleicher Kriterien im Wettbewerb mitzuhalten.
Bei der Festlegung der Nährwertprofile führt die Kommission Konsultationen mit den Lebensmittelunternehmern und den Verbraucherverbänden durch und holt den Rat der Behörde ein, deren Rolle durch ihre Beteiligung an den einzelnen Phasen und Verfahren gestärkt wird.
In dieser Phase muss eingeräumt werden, dass die zwei Jahre seit Vorlage des Vorschlags nicht nutzlos verstrichen sind, denn alle Beteiligten – die Kommission selbst, Rat, Parlament, Industrie, Verbraucher, Europäischer Wirtschafts- und Sozialausschuss – haben erhebliche Fortschritte gemacht.
Allerdings hat der Umweltausschuss den von der Kommission vorgelegten Text erheblich abgeändert, wobei er insbesondere Artikel 4 gestrichen hat, den ich für äußerst wichtig halte, weil er die Nährwertprofile definiert. Zudem würden Kohärenz und Komplexität der Verordnung wesentlich beeinträchtigt, falls dieser Artikel nicht wiedereingesetzt würde. Ich hoffe sehr darauf, dass meine Kollegen für seine Wiedereinsetzung sorgen werden.
Gesunde Ernährung und gute Gesundheit gehören zusammen und sind Richtschnur für das Verhalten des Verbrauchers, der heutzutage mehr auf seine Ernähung achtet und zunehmend darauf bedacht ist zu erfahren, was er isst, und zu verstehen, wie die Lebensmittel seine Gesundheit beeinflussen.
Auf dieses Verhalten des Durchschnittsverbrauchers hat die Nahrungsmittelindustrie mit einer detaillierten Nährwertkennzeichnung und mit der Bereitstellung von Angaben zu den positiven – oder angeblich positiven – Wirkungen einiger Lebensmittel zu reagieren versucht.
Fakt ist, dass die beiden in der EU geltenden Basisrichtlinien – die Richtlinien 2000/13 und 90/496 betreffend die Rechtsvorschriften über die Etikettierung und Nährwertkennzeichnung von Lebensmitteln – in den meisten Fällen nicht nur nicht entsprechend umgesetzt wurden, sondern auch den aktuellen Forderungen der Verbraucher kaum gerecht werden, denn sie ermöglichen nicht die Angabe von Informationen über die vermeintlichen Vorteile für die Gesundheit und legen die Verwendungsbedingungen für die Nährwertangaben nicht eindeutig fest.
Darüber hinaus führte das Fehlen spezifischer EU-Vorschriften zu einer wahren Flut von Angaben auf Lebensmitteletiketten, die sich in Anzahl und Art unterscheiden. Die Mitgliedstaaten haben ihrerseits selbständige Maßnahmen und Vorschriften erlassen, um die Verwendung der verschiedenen Angaben zur regeln. Daraus resultieren eine chaotische Situation bei den Rechtsvorschriften und unterschiedliche Herangehensweisen an ein und dieselbe Thematik, was zu einem Durcheinander führte, das weder dem reibungslosen Funktionieren des Binnenmarkts noch dem Schutz der öffentlichen Gesundheit und der Verbraucher förderlich ist.
Angesichts dieser Rechtsunsicherheit besteht die Notwendigkeit einer Harmonisierung der Lebensmittelvorschriften und somit die Notwendigkeit einer Verordnung, durch die, ohne irgendein Erzeugnis zu verbieten, freiwillig die Grundbedingungen vorgegeben werden, damit die Verbraucher wahrheitsgemäße Angaben auf den Lebensmitteln erhalten. Dies ist weiterer Schritt hin zu einer Ernährungspolitik, wie sie in den seit 1999 von der Kommission in ihrem Weißbuch zur Lebensmittelsicherheit vorgeschlagenen Zielen enthalten ist. In diesem Weißbuch wird ausdrücklich erklärt, dass die Ernährungspolitik der Europäischen Union auf strengen Vorschriften im Bereich der Lebensmittelsicherheit beruhen muss, die es ermöglichen, die Gesundheit der Verbraucher zu schützen und zu fördern.
Ein weiteres Ziel ist die Gewährleistung des freien Warenverkehrs, denn der Erlass einer Verordnung wird es den Unternehmen ermöglichen, auf einer gleichberechtigten und fairen Grundlage wettbewerbsfähig zu bleiben.
Die Kommission hat vorgeschlagen, durch die vorliegende Verordnung einen neuen Rechtsrahmen für nährwert- und gesundheitsbezogene Angaben zu schaffen, wobei Folgendes zugelassen wird: die Verwendung von ernährungsbezogenen Angaben, sofern sie den Bestimmungen des Anhangs entsprechen, der eine Liste der nährwertbezogenen Angaben mit spezifischen Verwendungsbedingungen enthält; die Verwendung von gesundheitsbezogenen Angaben im Anschluss an ein Zulassungsverfahren (sofern der Text der Kommission nicht geändert wird).
Die Kommission schlägt vor, nach dem Verfahren gemäß Artikel 93 Absatz 2 innerhalb von 18 Monaten – aus denen auch 30 Monate werden könnten - spezifische Nährwertprofile für Lebensmittel oder Lebensmittelkategorien festzulegen und nach Konsultation der Europäischen Behörde für Lebensmittelsicherheit sowie auf der Grundlage der von den Mitgliedstaaten übermittelten Vorschläge eine Gemeinschaftsliste mit gesundheitsbezogenen Angaben anzunehmen, die eine allgemein anerkannte Funktion eines Nährstoffs oder einer sonstigen Substanz beschreiben."@de9
"Κυρία Πρόεδρε, κύριε Επίτροπε, κυρίες και κύριοι, η πρόταση της Επιτροπής όσον αφορά τους ισχυρισμούς για τις θρεπτικές και υγιεινές ιδιότητες πηγάζει από την ανάγκη να ικανοποιηθεί το συνεχώς αυξανόμενο ενδιαφέρον του καταναλωτή για σαφή ενημέρωση όσον αφορά τη θρεπτική και υγιεινή αξία των τροφίμων και η ανάγκη της βιομηχανίας γεωργικών τροφίμων να ανταποκριθεί σε αυτό το πιεστικό αίτημα με σαφείς, λεπτομερείς, χρήσιμες και επιστημονικά τεκμηριωμένες πληροφορίες. Όλα αυτά σε ένα πλαίσιο εναρμονισμένων κανόνων αγοράς για να επιτραπεί στις επιχειρήσεις του τομέα να είναι ανταγωνιστικές σύμφωνα με παραμέτρους δικαιοσύνης και ισότητας.
Για τον ορισμό των χαρακτηριστικών θρεπτικών συστατικών, η Επιτροπή πραγματοποιεί διαβουλεύσεις τόσο με τους φορείς του τομέα όσο και με τις οργανώσεις των καταναλωτών, ενώ συμβουλεύεται και την Αρχή, ο ρόλος της οποίας εδραιώνεται με τη συμμετοχή της στις διάφορες φάσεις και διαδικασίες.
Στη φάση αυτή, πρέπει να αναγνωρίσουμε ότι δεν παρήλθαν άσκοπα δύο χρόνια από την παρουσίαση, καθώς όλα τα ενδιαφερόμενα μέρη –η Επιτροπή, το Συμβούλιο, το Κοινοβούλιο, η βιομηχανία, οι καταναλωτές, η Οικονομική και Κοινωνική Επιτροπή– πραγματοποίησαν σημαντικές προόδους.
Ωστόσο, η Επιτροπή Περιβάλλοντος, Δημόσιας Υγείας και Ασφάλειας των Τροφίμων τροποποίησε σημαντικά το κείμενο που παρουσίασε η Επιτροπή, καταργώντας κυρίως το άρθρο 4, το οποίο, κατά την άποψή μου, είναι ένα πολύ σημαντικό άρθρο γιατί ορίζει τα θρεπτικά χαρακτηριστικά. Η συνεκτικότητα και η πολυπλοκότητα του κανονισμού θα χάσουν κάθε αξία εάν δεν επανέλθει αυτό το άρθρο, το οποίο εύχομαι να επαναφέρουν οι συνάδελφοι.
Η υγιεινή διατροφή και η καλή υγεία αποτελούν δύο αλληλένδετους παράγοντες αναφοράς για τη συμπεριφορά του καταναλωτή, ο οποίος προσέχει σήμερα πολύ περισσότερο τη δίαιτά του και ενδιαφέρεται ολοένα και περισσότερο να γνωρίσει αυτά που καταναλώνει και να κατανοήσει πώς επηρεάζουν την υγεία του τα τρόφιμα.
Η βιομηχανία γεωργικών τροφίμων προσπάθησε να ανταποκριθεί σε αυτήν τη συμπεριφορά του μέσου καταναλωτή μέσω μιας επισήμανσης για τις ιδιότητες των τροφίμων που είναι πιο πλούσια σε λεπτομέρειες και παρέχοντας πληροφορίες σχετικά με τις υπαρκτές ή υποτιθέμενες ευεργετικές ιδιότητες κάποιων τροφίμων.
Το γεγονός είναι ότι οι δύο βασικές οδηγίες που ισχύουν στην Ένωση –οι οδηγίες 2000/13 και 90/496 που αφορούν αντιστοίχως κανόνες σχετικά με την επισήμανση και την επισήμανση των θρεπτικών συστατικών των τροφίμων– όχι μόνο δεν εφαρμόζονται σωστά στις περισσότερες περιπτώσεις, αλλά ανταποκρίνονται ελάχιστα στις σημερινές απαιτήσεις των καταναλωτών από τη στιγμή που δεν επιτρέπουν την αναγραφή στοιχείων σχετικά με τις υποτιθέμενες υγιεινές ιδιότητες και δεν καθορίζουν με σαφήνεια τους όρους χρήσης των θρεπτικών ιδιοτήτων.
Η απουσία ειδικών διατάξεων σε ευρωπαϊκό επίπεδο προκάλεσε επίσης μια πραγματική έκρηξη των ισχυρισμών που αναγράφονται στις ετικέτες των προϊόντων διατροφής και οι οποίοι διαφέρουν σε αριθμό και τύπο. Τα κράτη μέρη ενέκριναν με τη σειρά τους ανεξάρτητα μέτρα και κανόνες για να ρυθμίσουν τη χρήση των διαφόρων ισχυρισμών. Προέκυψε έτσι μια κατάσταση νομοθετικού κυκεώνα με διαφορετικές προσεγγίσεις στα ίδια θέματα, η οποία προκάλεσε σύγχυση που δεν βοηθά ούτε στην απρόσκοπτη λειτουργία της εσωτερικής αγοράς ούτε στην προστασία της δημόσιας υγείας και των καταναλωτών.
Για την αντιμετώπιση αυτής της νομικής αβεβαιότητας, η ανάγκη εναρμόνισης σε κοινοτικό επίπεδο των κανόνων που αφορούν τα τρόφιμα και, συνεπώς, ενός κανονισμού μέσω του οποίου θα αναφέρονται σε εθελοντική βάση οι κυριότεροι όροι ώστε οι ισχυρισμοί για τα τρόφιμα να ανταποκρίνονται πλήρως στην αλήθεια χωρίς να εξαιρείται κανένα προϊόν, αποτελεί ένα ακόμη βήμα προόδου στην εφαρμογή της πολιτικής για την ασφάλεια των τροφίμων, η οποία αποτελούσε έναν από τους στόχους που πρότεινε η Επιτροπή από το 1999 με τη Λευκή Βίβλο για την ασφάλεια των τροφίμων, όπου αναφέρεται ρητώς ότι η πολιτική διατροφικής ασφάλειας της Ευρωπαϊκής Ένωσης πρέπει να βασίζεται σε αυστηρούς κανόνες για την ασφάλεια των τροφίμων με τους οποίους προστατεύεται και προάγεται η υγεία του καταναλωτή.
Στους στόχους αυτούς πρέπει να προστεθεί και η βελτίωση της ελεύθερης κυκλοφορίας των προϊόντων, καθώς η θέσπιση ενός κανονισμού θα επιτρέψει στις επιχειρήσεις να είναι ανταγωνιστικές σε ισότιμη και δίκαιη βάση σε όλα τα κράτη μέλη.
Με το έγγραφο που εξετάζουμε, η Επιτροπή πρότεινε τη θέσπιση ενός νέου κανονιστικού πλαισίου σχετικά με τους ισχυρισμούς για τις θρεπτικές και υγιεινές ιδιότητες, εγκρίνοντας τη χρήση ισχυρισμών για τις θρεπτικές ιδιότητες, υπό τον όρο ότι συμμορφούνται προς τις διατάξεις που ορίζονται στο παράρτημα το οποίο περιλαμβάνει κατάλογο ισχυρισμών για τις θρεπτικές ιδιότητες και τις ειδικές προϋποθέσεις για τη χρήση τους, καθώς και τη χρήση ισχυρισμών για τις υγιεινές ιδιότητες αφού τεθεί σε εφαρμογή μια διαδικασία έγκρισης ή κοινοποίησης (εάν παραμείνει αμετάβλητο το κείμενο της Επιτροπής).
Μέσω των διαδικασιών που προβλέπει το άρθρο 93, παράγραφος 2, η Επιτροπή προτείνει τον καθορισμό ειδικών θρεπτικών χαρακτηριστικών για τα τρόφιμα ή τις κατηγορίες τροφίμων εντός 18 μηνών, που θα μπορούσαν να γίνουν και 30, και, κατόπιν γνωμοδοτήσεως της Ευρωπαϊκής Αρχής για την Ασφάλεια των Τροφίμων, την έγκριση κοινοτικού καταλόγου ισχυρισμών για τις υγιεινές ιδιότητες, ο οποίος θα περιγράφει τον γενικότερα αποδεκτό ρόλο ενός τροφίμου ή άλλης μορφής ουσίας επί τη βάσει προτάσεων που διαβιβάζουν τα κράτη μέλη."@el10
".
Madam President, Commissioner, ladies and gentlemen, the Commission’s proposal on nutrition and health claims has arisen from the possibility of building on the consumer’s growing interest in receiving clear information on the nutritional and health value of foods, and from the need for the food industry to respond to this urgent request with clear, accurate and significant information, which is substantiated scientifically. All of this should take place within a framework of harmonised market regulations, in order to enable food business operators to be competitive according to fair and equitable regulatory criteria.
In setting the nutrient profiles, the Commission will consult both food business operators and consumer groups, in addition to the Agency, which will see its role strengthened as a result of its involvement in the various stages and procedures.
It must be acknowledged, at this stage, that the two years that have passed since the presentation have not been in vain, since all the interested parties – the Commission itself, the Council, Parliament, industry, consumers and the Economic and Social Committee – have recorded significant progress.
The Committee on the Environment, Public Health and Food Safety has made many amendments to the Commission’s text, however, in particular by removing Article 4, which, in my opinion, is an extremely important article because it sets out the nutrient profiles. The coherence and complexity of the regulation would, moreover, be of truly little significance if this article were not reintroduced. It is an article that I hope my fellow Members will wish to reintroduce.
Healthy food and good health go hand in hand as benchmarks for the behaviour of consumers, who have a much greater awareness of their diet these days and who are increasingly concerned to know what they are eating and to understand how food products impact on their health.
This is the behaviour of the average consumer, and the food industry has attempted to respond to this behaviour by means of more detailed nutritional labelling, providing claims on the positive benefits, or alleged benefits, of some foods.
It is a fact that the two basic EU directives in force – Directives 2000/13 and 90/496, relating to the labelling and nutrition labelling of foodstuffs respectively – are not only inadequately enforced in the majority of cases, but they also respond poorly to the present
day demands of consumers, since they do not allow any data to be given on the alleged health benefits, and they do not clearly define the conditions of use of the nutrition claims.
The absence of specific provisions at European level has given rise, moreover, to a real proliferation of claims on the labels of food products – claims varying in number and type. The Member States have adopted independent provisions and standards to regulate the use of the various claims. This results in a regulatory mess, with different approaches to the same subject
matter, which has given rise to a state of confusion that leads to neither the effective running of the internal market, nor the safeguarding of public health and consumer health.
Faced with such legal uncertainty, there is a need to harmonise the regulations relating to foodstuffs at Community level and, therefore, a need for a regulation which, without banning any foods, will clearly set out the fundamental conditions to ensure that the claims on foodstuffs are completely accurate for consumers. That is one further step forwards in implementing the nutrition policy included in the objectives proposed by the Commission in 1999 with the White Paper on food safety. In this White Paper it is expressly stated that the Union’s food policy should be built around strict food safety standards that protect and promote the health of the consumer.
To these objectives must be added that of increasing the free movement of food products, in that the creation of a regulation will enable food business operators to be competitive on a fair and equal footing throughout the Member States.
With the document that we are studying, the Commission has proposed the introduction of a new regulatory framework for nutrition and health claims, authorising the use of nutrition claims provided that they comply with the provisions set out in the annex
which contains a list of nutrition claims and specific conditions for the use thereof:
the use of health claims will be subject to an authorisation or notification procedure (if the Commission’s text were to remain unchanged).
Through the procedures laid down by Article 93(2), the Commission proposes to draw up specific nutrient profiles for foods or categories of foods within a period of 18 months, which could rise to as much as 30 months, and, subject to consultation of the Food Safety Agency, specific nutrient profiles for foods or categories of foods, and the adoption of a Community list of health claims which describe the generally accepted role of a nutrient or other substances on the basis of proposals submitted by the Member States."@en4
".
Señora Presidenta, Comisario, Señorías, la propuesta de la Comisión sobre las alegaciones nutricionales y de propiedades saludables en los alimentos nace de la posibilidad de reforzar el creciente interés del consumidor en recibir información clara sobre el valor nutricional de los alimentos y de la necesidad de la industria alimentaria de responder a esta demanda urgente con información clara, precisa, significativa y científicamente probada. Todo esto tiene que ocurrir en el marco de una normativa de mercado armonizada, que permita a los operadores del sector alimentario ser competitivos según unos criterios reglamentarios justos y equitativos.
Al establecer los perfiles nutricionales, la Comisión consultará tanto a los operadores del sector alimentario como a los grupos de consumidores y a la Agencia, que consolidará su papel gracias a su participación en las diferentes fases y procedimientos.
Hay que reconocer que los dos años que han pasado desde la presentación no han sido en vano, porque todas las partes interesadas –la propia Comisión, el Consejo, el Parlamento, la industria, los consumidores y el Comité Económico y Social– han hecho progresos significativos.
Sin embargo, la Comisión de Medio Ambiente, Salud Pública y Seguridad Alimentaria ha hecho varias enmiendas al texto de la Comisión, en particular con la eliminación del artículo 4 que, en mi opinión, es un artículo muy importante porque establece los perfiles nutricionales. Además, la coherencia y complejidad del reglamento tendría muy poca importancia si este artículo no volviera a introducirse. Espero que mis colegas diputados deseen que se reintroduzca.
La buena alimentación y la buena salud constituyen los criterios de referencia del comportamiento de los consumidores, que en la actualidad son mucho más conscientes de su dieta y se preocupan cada vez más de saber lo que comen y de entender la manera en que los alimentos influyen en su salud.
Este es el comportamiento del consumidor medio, al cual la industria alimentaria ha intentado responder mediante un etiquetado nutricional más detallado, proporcionando alegaciones sobre los beneficios, o presuntos beneficios, de algunos alimentos.
Es un hecho que las dos directivas básicas en vigor en la UE –Directivas 2000/13 y 90/496, relativas al etiquetado y al etiquetado nutricional de los alimentos respectivamente– no solo se han aplicado de forma inadecuada en la mayoría de los casos, sino que tampoco responden a las demandas actuales de los consumidores, porque no permiten que se de información sobre los presuntos beneficios para la salud, y no definen con claridad las condiciones de uso de las alegaciones nutricionales.
Además, la ausencia de disposiciones específicas en el ámbito europeo ha dado lugar a una verdadera proliferación de alegaciones en las etiquetas de los productos alimenticios –alegaciones que varían en número y tipo. Los Estados miembros han aprobado disposiciones independientes y normativas que regulen el uso de las diferentes alegaciones. Esto resulta en un caos normativo, con enfoques diferentes a la misma cuestión, que ha dado lugar a un estado de confusión que no beneficia ni al buen funcionamiento del mercado interior, ni a la defensa de la salud pública y del consumidor.
Frente a tal incertidumbre jurídica, necesitamos armonizar la normativa en materia de productos alimenticios en el ámbito comunitario y, por lo tanto, necesitamos un reglamento que, sin prohibir ningún alimento, establezca claramente las condiciones fundamentales que garanticen unas alegaciones de los alimentos totalmente exactas para los consumidores. Esto es un paso adelante en la aplicación de la política nutricional incluida en los objetivos propuestos por la Comisión en 1999 con el Libro Blanco de seguridad alimentaria. En este Libro Blanco se afirma expresamente que la política alimentaria de la Unión tiene basarse en unas normas de seguridad alimentaria rigurosas que protejan y fomenten la salud del consumidor.
A estos objetivos hay que añadir el del aumento del libre movimiento de los productos alimenticios, de manera que la creación de un reglamento permitirá a los operadores del sector ser competitivos sobre una base justa e igualitaria en todos los Estados miembros.
Con el documento que estamos estudiando, la Comisión ha propuesto la introducción de un nuevo marco reglamentario relativo a las alegaciones nutricionales y de propiedades saludables en los alimentos, autorizando el uso de las alegaciones nutricionales a condición de que cumplan con las disposiciones establecidas en el anexo, que contiene una lista de alegaciones nutricionales y condiciones específicas: el uso de alegaciones nutricionales será objeto de una autorización o de un procedimiento de notificación (si el texto de la Comisión no varía).
Mediante los procedimientos previstos en el apartado 2 del artículo 93, la Comisión propone establecer perfiles nutricionales específicos para los alimentos o categorías de alimentos en un período de 18 meses, que podría aumentar a 30 meses y, previa consulta con la Agencia de Seguridad Alimentaria, perfiles nutricionales específicos para los alimentos o categorías de alimentos, y la aprobación de una lista comunitaria de alegaciones de propiedades saludables que describa el papel generalmente aceptado de un nutriente u otras sustancias sobre la base de las propuestas presentadas por los Estados miembros."@es20
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@et5
".
Arvoisa puhemies, arvoisa komission jäsen, hyvät kollegat, ravitsemus- ja terveysväittämiä koskeva komission ehdotus perustuu mahdollisuuteen tukeutua kuluttajien lisääntyvään kiinnostukseen saada selkeitä tietoja elintarvikkeiden ravinto- ja terveysarvoista sekä elintarviketeollisuuden tarpeeseen vastata tähän kiireelliseen pyyntöön selkeillä, tarkoilla ja merkittävillä tiedoilla, jotka perustuvat tieteelliseen näyttöön. Kaikki tämä on tehtävä noudattamalla yhdenmukaistettuja markkinasääntöjä, jotta elintarvikealan toimijat voivat olla kilpailukykyisiä oikeudenmukaisten ja tasapuolisten säännösten mukaisesti.
Määritellessään ravintosisältötyyppejä komissio kuulee elintarviketurvallisuusviranomaisen lisäksi elintarvikealan toimijoita sekä kuluttajajärjestöjä, ja elintarviketurvallisuusviranomaisen merkitys kasvaa, koska se otetaan mukaan eri vaiheisiin ja menettelyihin.
Tässä vaiheessa on myönnettävä, että ehdotuksen esittämisen jälkeiset kaksi vuotta eivät ole menneet hukkaan, sillä kaikki sidosryhmät – komissio, neuvosto, parlamentti, teollisuuden edustajat, kuluttajat sekä talous- ja sosiaalikomitea – ovat edistyneet huomattavasti.
Ympäristön, kansanterveyden ja elintarvikkeiden turvallisuuden valiokunta on kuitenkin tehnyt useita tarkistuksia komission tekstiin erityisesti poistamalla 4 artiklan, joka on mielestäni erittäin tärkeä artikla, koska siinä määritellään ravintosisältötyypit. Ellei tätä artiklaa sisällytetä asetukseen, asetuksen johdonmukaisuudella ja monitahoisuudella ei todellakaan ole juuri merkitystä. Toivon, että kollegani haluavat palauttaa tämän artiklan asetukseen.
Terveellinen ravinto ja hyvä terveys kulkevat käsi kädessä vertailukohtina kuluttajien käyttäytymiselle, ja kuluttajat ovat nykyään huomattavasti aiempaa tietoisempia ruokavaliostaan ja haluavat yhä innokkaammin tietää, mitä he syövät, sekä ymmärtää, miten elintarvikkeet vaikuttavat heidän terveyteensä.
Tässä tarkoitetaan keskivertokuluttajan käyttäytymistä, ja elintarviketeollisuus on pyrkinyt vastaamaan tähän käyttäytymiseen aiempaa yksityiskohtaisemmilla ravintosisältöä koskevilla merkinnöillä ja esittämällä väittämiä joidenkin elintarvikkeiden hyödyistä tai väitetyistä hyödyistä.
On totta, ettei kahta asian kannalta keskeistä voimassa olevaa EU-direktiiviä – direktiivejä 2000/13 ja 90/496, joista toinen koskee elintarvikkeiden merkintöjä ja toinen ravintoarvomerkintöjä – ole useimmissa tapauksissa pantu asianmukaisesti täytäntöön, ja niillä pystytään sitä paitsi vastaamaan kehnosti kuluttajien nykyisiin tarpeisiin, koska niissä kielletään kaikkien tietojen antaminen väitetyistä terveyshyödyistä; niissä ei myöskään määritetä selkeästi ravitsemusväittämien käyttöehtoja.
Koska yhteisössä ei ole säädetty erityisistä terveysväittämien käyttöä koskevista säännöksistä, elintarvikemerkinnöissä olevat väittämät – joiden määrä ja tyyppi vaihtelevat – ovat lisäksi lisääntyneet todella nopeasti. Jäsenvaltiot ovat laatineet omia säännöksiään ja normejaan säännelläkseen erilaisten väittämien käyttöä. Tästä ovat seurauksena säännösten sekamelska sekä se, että samaa asiaa lähestytään monella eri tavalla, mikä on aiheuttanut hämmennystä. Tällöin sisämarkkinat eivät voi toimia tehokkaasti eikä kansanterveyttä ja kuluttajien terveyttä voida taata.
Tällaisessa oikeudellisesti epävarmassa tilanteessa yhteisössä on yhdenmukaistettava elintarvikkeita koskevia säännöksiä ja näin ollen annettava asetus, jossa mitään elintarvikkeita kieltämättä määritetään selkeästi perusedellytykset sen varmistamiseksi, että elintarvikkeita koskevat väittämät pitävät kuluttajien kannalta täysin paikkansa. Tämä on uusi edistysaskel ravitsemuspolitiikan täytäntöönpanossa. Se oli yksi tavoitteista, jotka komissio esitti vuonna 1999 elintarviketurvallisuutta koskevassa valkoisessa kirjassa. Kyseisessä valkoisessa kirjassa nimenomaan todetaan, että Euroopan unionin elintarvikepolitiikan on perustuttava tiukkoihin elintarviketurvallisuutta koskeviin normeihin, joilla suojellaan ja edistetään kuluttajien terveyttä.
Näihin tavoitteisiin on lisättävä elintarvikkeiden vapaan liikkuvuuden lisääminen, sillä asetuksen ansiosta elintarvikealan toimijat voivat olla kilpailukykyisiä oikeudenmukaisin ja samoin perustein kaikissa jäsenvaltioissa.
Nyt tarkasteltavanamme olevassa asiakirjassa komissio on ehdottanut ravitsemus- ja terveysväittämiä koskevaa uutta lainsäädäntökehystä, jossa hyväksytään ravitsemusväittämien käyttö, mikäli ne vastaavat ravitsemusväittämien luettelon sisältävän liitteen määräyksiä sekä ravitsemusväittämien käyttöä koskevia erityisehtoja: terveysväittämien käyttö edellyttää hyväksyntä- tai ilmoitusmenettelyä (mikäli komission tekstiin ei tehdä muutoksia).
Komissio ehdottaa, että 18 kuukauden kuluessa – määräaika voisi olla jopa 30 kuukautta – 93 artiklan 2 kohdassa säädetyn menettelyn mukaisesti ja Euroopan elintarviketurvallisuusviranomaisen kuulemisen jälkeen laaditaan erityisiä elintarvikkeiden ja elintarvikeluokkien ravintosisältötyyppejä ja että hyväksytään terveysväittämiä koskeva yhteisön luettelo, jossa kuvaillaan ravintoaineiden tai muiden ainesosien yleisesti hyväksyttyä merkitystä jäsenvaltioiden esittämien ehdotusten pohjalta."@fi7
".
Madame la Présidente, Monsieur le Commissaire, Mesdames et Messieurs, la proposition de la Commission concernant les allégations nutritionnelles et de santé découle de la possibilité de développer l’intérêt croissant des consommateurs pour des informations claires sur la valeur nutritionnelle et de santé des denrées alimentaires, et de la nécessité pour l’industrie alimentaire de répondre à cette demande urgente par une information claire, précise et significative, scientifiquement justifiée. Tout ceci doit se faire dans le cadre d’une harmonisation des réglementations relatives au marché, afin de permettre aux opérateurs de la filière alimentaire d’être compétitifs en vertu de critères réglementaires justes et équitables.
Lors de l’établissement des profils nutritionnels, la Commission demande l’avis de l’Autorité et procède à des consultations auprès des acteurs du secteur alimentaire et des groupes de consommateurs. L’Autorité voit son rôle consolidé par sa participation aux différentes phases et procédures.
Il convient de reconnaître, à ce stade, que les deux années écoulées depuis la présentation ne l’ont pas été en vain, puisque toutes les parties intéressées - la Commission elle-même, le Conseil, le Parlement, les entreprises, les consommateurs et le Comité économique et social - ont enregistré des progrès significatifs.
La commission de l’environnement, de la santé publique et de la sécurité alimentaire a toutefois introduit de nombreux amendements au texte de la Commission, en particulier en supprimant l’article 4 qui, à mes yeux, est un article essentiel, car il fixe les profils nutritionnels. La cohérence et la complexité du règlement n’aurait en outre que bien peu d’importance sans la réintroduction de cet article. J’espère que les députés de cette Assemblée auront à cœur de le réintroduire.
Une alimentation saine et une bonne santé vont de pair comme point de référence pour le comportement des consommateurs, ces derniers temps bien plus sensibilisés à leur régime alimentaire. Ils s’inquiètent de plus en plus de ce qu’ils mangent et veulent connaître les effets des produits alimentaires sur leur santé.
Voilà le comportement du consommateur moyen et l’industrie alimentaire s’est efforcée de répondre à ce comportement par un étiquetage nutritionnel plus détaillé, par des allégations sur les effets bénéfiques, avérés ou supposés, de certaines denrées alimentaires.
Il faut bien reconnaître que les deux directives européennes de base en vigueur - les directives 2000/13 et 90/496, respectivement relatives à l’étiquetage et à l’étiquetage nutritionnel des denrées alimentaires -, sont non seulement insuffisamment appliquées dans la majorité des cas, mais répondent également mal aux exigences actuelles des consommateurs, puisqu’elles interdisent les données sur les effets bénéfiques supposés pour la santé et ne définissent pas clairement les conditions d’utilisation des allégations nutritionnelles.
En outre, l’absence de dispositions spécifiques au niveau européen a donné lieu à une multiplicité des allégations sur les étiquettes des aliments - allégations qui varient en nombre et en type. Les États membres ont adopté des dispositions et des normes indépendantes afin de réglementer l’utilisation des différentes allégations. Il en résulte un fouillis réglementaire, présentant différentes approches du même sujet, ce qui a provoqué une confusion qui ne conduit ni à un fonctionnement efficace du marché intérieur ni à la sauvegarde de la santé publique et de la santé des consommateurs.
Face à une telle incertitude juridique, il est nécessaire d’harmoniser les règlements concernant les denrées alimentaires à l’échelon communautaire et, dès lors, un règlement fixant clairement les conditions de base destinées à garantir des allégations sur les aliments parfaitement exactes pour les consommateurs sans interdire ces denrées s’impose. C’est un pas supplémentaire vers la mise en œuvre de la politique nutritionnelle comprise dans les objectifs proposés par la Commission en 1999 avec le Livre blanc sur la sécurité alimentaire. Dans ce livre blanc, il est expressément dit que la politique alimentaire de l’Union doit être élaborée en vertu de normes de sécurité alimentaire strictes protégeant et promouvant la santé des consommateurs.
Il y a lieu d’ajouter à ces objectifs celui d’accroître la libre circulation des produits alimentaires, dans la mesure où l’élaboration d’un règlement permettra aux opérateurs de la filière alimentaire d’être compétitifs sur un même pied dans tous les États membres.
Avec le document à l’étude, la Commission a proposé l’introduction d’un nouveau cadre réglementaire pour les allégations nutritionnelles et de santé, qui autorise l’usage d’allégations nutritionnelles dès lors qu’elles respectent les dispositions prévues à l’annexe, qui contient une liste d’allégations nutritionnelles et de conditions spécifiques pour leur usage: l’utilisation d’allégations nutritionnelles sera soumise à une procédure d’autorisation ou de notification (si le texte de la Commission n’est pas modifié).
Par le biais des procédures visées à l’article 93, paragraphe 2, la Commission propose d’établir des profils nutritionnels spécifiques pour les denrées alimentaires ou les catégories de denrées alimentaires dans une période de 18 mois, qui peut être étendue jusqu’à 30 mois, ainsi qu’après consultation de l’Autorité de sécurité des aliments, des profils nutritionnels spécifiques à des denrées alimentaires ou catégories de denrées alimentaires, et d’adopter une liste communautaire des allégations de santé décrivant le rôle, généralement accepté, d’un nutriment ou d’une substance d’un autre type, sur la base de propositions transmises par les États membres."@fr8
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@hu11
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@lt14
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@lv13
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@mt15
"Mevrouw de Voorzitter, mijnheer de commissaris, dames en heren, het voorstel van de Commissie betreffende voedings- en gezondheidsclaims ontstond dankzij de mogelijkheid om gevolg te geven aan de immer toenemende belangstelling van de consument voor duidelijke informatie over de voedings- en gezondheidswaarde van levensmiddelen, en vanwege de noodzaak voor de levensmiddelenindustrie om op deze dringende vraag te reageren met duidelijke, nauwkeurige en wetenschappelijk onderbouwde informatie. Daarvoor moet echter een kader met geharmoniseerde marktregels worden vastgesteld, zodat bedrijven in de levensmiddelensector kunnen concurreren volgens rechtvaardige en gelijke regelgevingscriteria.
Voor de vaststelling van de voedingsprofielen zal de Commissie zowel operatoren in de levensmiddelensector als de consumentenverenigingen raadplegen. Ook zal zij het advies van de Autoriteit vragen, die aldus, dankzij haar betrokkenheid bij de verschillende fasen en procedures, haar rol geconsolideerd zal zien.
In deze fase moet worden erkend dat de twee jaar die sedert de indiening zijn verstreken niet vruchteloos zijn geweest. Alle betrokkenen – de Commissie, de Raad, het Parlement, de industrie, de consumenten en het Economisch en Sociaal Comité - hebben belangrijke vooruitgang geboekt.
De Commissie milieubeheer, volksgezondheid en voedselveiligheid heeft de door de Commissie ingediende tekst echter ingrijpend veranderd. Met name werd artikel 4 geschrapt. Dit is mijns inziens evenwel een zeer belangrijk artikel, omdat daarin de voedingsprofielen worden geregeld. Bovendien zou van deze coherente en complexe verordening weinig overblijven indien dit artikel daadwerkelijk werd geschrapt. Ik hoop dan ook dat de collega’s ervoor zullen zorgen dat het opnieuw wordt opgenomen.
Gezonde voeding en goede gezondheid zijn onlosmakelijk met elkaar verbonden en vormen een referentiepunt voor het gedrag van de hedendaagse consument, die steeds meer aandacht schenkt aan zijn eetgewoonten, steeds meer wil weten over wat hij eet en wil begrijpen hoe voedingsmiddelen zijn gezondheid beïnvloeden.
Dat is het gedrag van de gemiddelde consument, en de levensmiddelenindustrie heeft daarop een antwoord proberen te geven met etikettering, met de vermelding van meer gegevens over de voedingswaarde en met informatie over de heilzame, en vermeend heilzame werking van bepaalde levensmiddelen.
Het is een feit dat de twee in de Unie vigerende basisrichtlijnen - Richtlijn 2000/13 en Richtlijn 90/496 betreffende etikettering, respectievelijk voedingswaarde en etikettering van levensmiddelen - niet alleen in de meeste gevallen onjuist ten uitvoer worden gelegd, maar tevens onvoldoende tegemoet komen aan de huidige eisen van de consument, aangezien deze richtlijnen geen vermelding van gegevens omtrent de vermeende gezondheidsvoordelen toestaan en niet voorzien in een duidelijke definitie van de voorwaarden voor het gebruik van gezondheidsclaims.
Door een gebrek aan specifieke bepalingen op Europees vlak is er bovendien een regelrechte wildgroei ontstaan van in aantal en type zeer uiteenlopende vermeldingen op de etiketten van levensmiddelen. De lidstaten hebben eigen bepalingen en normen uitgevaardigd om het gebruik van de verschillende vermeldingen te reglementeren. Daardoor is een wanordelijke situatie ontstaan op het gebied van de regelgeving. Er zijn verschillende benaderingen voor een en hetzelfde onderwerp. De verwarring die hierdoor ontstaat komt noch de doeltreffende werking van de interne markt, noch de volksgezondheid en de gezondheid van de consument ten goede.
Door deze rechtsonzekerheid is het noodzakelijk de voorschriften inzake levensmiddelen op communautair niveau te harmoniseren. Dat betekent dat er een verordening moet komen waarmee weliswaar geen producten worden verboden, maar waarin wel wordt aangegeven aan welke voorwaarden moet worden voldaan om de consumenten waarheidsgetrouwe informatie op levensmiddelen te garanderen. Dat zou een stap verder zijn in de uitvoering van het voedingsbeleid, dat deel uitmaakt van de doelstellingen van het Witboek over voedselveiligheid dat de Commissie eind 1999 heeft gepubliceerd. In het Witboek staat namelijk uitdrukkelijk dat het voedingsbeleid van de Unie gebaseerd moet zijn op strikte normen inzake voedselveiligheid, normen die het mogelijk maken de gezondheid van de consument te beschermen en te bevorderen.
Afgezien daarvan hebben wij ook nog het doel van de verbetering van het vrije verkeer van voedingsmiddelen. De opstelling van een verordening zal de bedrijven in staat stellen met elkaar te concurreren onder eerlijke en gelijke voorwaarden in alle lidstaten.
In het onderhavig document stelt de Commissie voor een nieuw wetgevingskader in het leven te roepen voor voedings- en gezondheidsclaims. Daarmee wordt toestemming verleend voor het gebruik van voedingsclaims, op voorwaarde dat deze stroken met de bepalingen in de bijlage. Daarin is namelijk een lijst van voedingsclaims en de specifieke voorwaarden voor het gebruik van deze claims opgenomen. Het gebruik van dergelijke claims is namelijk onderwerp van een toestemmings- of kennisgevingsprocedure - als de tekst van de Commissie tenminste ongewijzigd zou blijven.
De Commissie stelt voor om via de in artikel 93, lid 2 opgenomen procedures, binnen 18 maanden - maar dat kunnen er ook 30 worden -, en na overleg met de Autoriteit voor voedselveiligheid, specifieke voedingsprofielen op te stellen voor levensmiddelen of categorieën van levensmiddelen, en vervolgens op basis van voorstellen van de lidstaten een communautaire lijst van gezondheidsclaims aan te nemen waarop de algemeen aanvaarde rol van een nutriënt of van een ander soort stof wordt beschreven."@nl3
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@pl16
"Senhora Presidente, Senhor Comissário, Senhoras e Senhores Deputados, a proposta da Comissão em matéria de alegações nutricionais e de saúde resulta da possibilidade de satisfazer o interesse crescente do consumidor em receber informações claras acerca do valor nutricional e de saúde dos alimentos, bem como da necessidade de a indústria alimentar responder a essa urgente necessidade com informações cientificamente fundamentadas que sejam claras, exactas e significativas. Tudo isso deve processar-se num quadro de regras de mercado harmonizadas, a fim de permitir que os operadores do sector alimentar possam ser competitivos, segundo critérios de regulamentação caracterizados pela justiça e pela equidade.
Ao estabelecer os perfis nutricionais, a Comissão irá consultar tanto os operadores do sector alimentar como as associações de consumidores, para além da Agência, que verá o seu papel reforçado como resultado da sua participação nas diferentes fases e processos.
Há que reconhecer, nesta fase, que não foram em vão os dois anos decorridos desde a apresentação, uma vez que todas as partes interessadas – a própria Comissão, o Conselho, o Parlamento, a indústria, os consumidores e o Comité Económico e Social – registaram progressos significativos.
No entanto, a Comissão do Ambiente, da Saúde Pública e da Segurança Alimentar introduziu muitas alterações ao texto da Comissão, sobretudo ao suprimir o artigo 4º, que, em meu entender, é um artigo extremamente importante, uma vez que define os perfis nutricionais. Além disso, a coerência e a complexidade do regulamento revestir-se-iam, efectivamente, de pouco significado se esse artigo não fosse reintroduzido. É um artigo que eu espero que os meus colegas estejam dispostos a reintroduzir.
Uma alimentação saudável e uma boa saúde são indissociáveis como referência para o comportamento dos consumidores, que, actualmente, se mostram muito mais atentos à sua dieta e se preocupam cada vez mais em saber o que estão a comer e em compreender de que maneira os produtos alimentares influenciam a sua saúde.
Esse é o comportamento do consumidor médio, e a indústria alimentar tem procurado responder a esse comportamento com uma rotulagem nutricional mais pormenorizada, fornecendo alegações acerca dos efeitos benéficos, ou dos presumíveis efeitos benéficos, de alguns alimentos.
É um facto que as duas directivas em vigor na UE – a Directiva 2000/13/CE e a Directiva 90/496/CEE, relativas, respectivamente, à rotulagem e à rotulagem nutricional dos géneros alimenticios – não só não se encontram adequadamente aplicadas na maior parte dos casos, como também dão uma fraca resposta às actuais exigências dos consumidores, uma vez que não permitem a indicação de dados acerca dos presumíveis benefícios para a saúde, nem definem claramente as condições de utilização das alegações nutricionais.
Além disso, a ausência de disposições específicas a nível europeu deu azo a uma verdadeira proliferação de alegações nos rótulos dos produtos alimentares – alegações essas que variam em número e tipo. Os Estados-Membros adoptaram disposições e normas independentes destinadas a regulamentar a utilização das várias alegações. Daí resulta uma situação de desordem normativa, com diferentes abordagens da mesma questão, que deu origem a um estado de confusão que não conduz, nem ao bom funcionamento do mercado interno, nem à defesa da saúde pública e dos consumidores.
Perante semelhante incerteza jurídica, há necessidade de harmonizar a nível comunitário as regulamentações respeitantes aos produtos alimentares e, por conseguinte, há necessidade de uma regulamentação que, sem proibir qualquer produto alimentar, estabeleça claramente as condições fundamentais para garantir que as alegações sobre produtos alimentares são absolutamente exactas para os consumidores. É mais um passo em frente na implementação da política nutricional incluída nos objectivos propostos pela Comissão em 1999 com o Livro Branco sobre segurança alimentar. Nesse Livro Branco declara-se expressamente que a política alimentar da União deve basear-se em normas rigorosas de segurança alimentar que protejam e promovam a saúde do consumidor.
A estes objectivos há que juntar o do aumento da livre circulação dos produtos alimentares, já que a criação de um regulamento permitirá que os operadores do sector alimentar possam ser competitivos em termos de igualdade e de justiça em todos os Estados-Membros.
Com o documento que estamos a analisar, a Comissão propôs a introdução de um novo quadro regulamentar respeitante às alegações nutricionais e de saúde, autorizando a utilização de alegações nutricionais desde que elas estejam em conformidade com as disposições estabelecidas no anexo, que contém uma lista de alegações nutricionais e condições específicas de utilização: o uso de alegações de saúde ficará sujeito a um processo de autorização ou notificação (no caso de o texto da Comissão não ser alterado).
Através dos procedimentos previstos no nº 2 do artigo 93º, a Comissão propõe que se estabeleçam perfis nutricionais específicos para alimentos ou categorias de alimentos num período de 18 meses, que poderão estender-se até 30 meses e, mediante consulta prévia da Agência para a Segurança Alimentar, perfis nutricionais específicos para alimentos ou categorias de alimentos, bem como a adopção de uma lista comunitária de alegações de saúde que descrevam a função, genericamente aceite, de um nutriente ou de outras substâncias, com base nas propostas apresentadas pelos Estados-Membros."@pt17
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@sk18
"Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta della Commissione in materia di informazioni nutrizionali e sanitarie nasce dalla possibilità di portare a sintesi l'interesse sempre più crescente del consumatore verso la conoscenza chiara del valore nutrizionale e salutistico degli alimenti e dalla necessità dell'industria agroalimentare di rispondere a questa pressante richiesta con informazioni chiare, accurate e significative, scientificamente supportate. Il tutto in un quadro di regole di mercato armonizzate per consentire agli operatori del settore di essere competitivi secondo parametri regolamentati di giustizia e di equità.
Nel determinare i profili nutrizionali, la Commissione procede a consultare sia gli operatori del settore alimentare che le associazioni dei consumatori, oltre a richiedere il parere dell'Autorità, che si vede consolidare il proprio ruolo grazie alla sua partecipazione alle diverse fasi e procedure.
Va dato atto, in questa fase, che non sono trascorsi invano due anni dalla presentazione, dal momento che tutti i soggetti interessati – la stessa Commissione, il Consiglio, il Parlamento, l'industria, i consumatori, il Comitato economico e sociale – hanno compiuto progressi significativi.
La commissione per l'ambiente ha comunque molto modificato il testo presentato dalla Commissione, soprattutto sopprimendo l'articolo 4 che, a mio avviso, è un articolo importantissimo perché definisce i profili nutrizionali. Inoltre, il regolamento, nella sua coerenza e nella sua complessità, diventerebbe veramente poca cosa se non si ripristinasse questo articolo, che mi auguro i miei colleghi vorranno ripristinare.
Alimentazione sana e buona salute sono un binomio inscindibile di riferimento per i comportamenti del consumatore, molto più attento oggi alla sua dieta e preoccupato sempre più di conoscere ciò che mangia e di comprendere come i prodotti alimentari influiscono sulla sua salute.
Se questo è il comportamento del consumatore medio, a questo comportamento l'industria agroalimentare ha provato a dare delle risposte con un'etichettatura nutrizionale più ricca di dettagli e fornendo informazioni sugli effetti benefici, o presunti tali, di alcuni alimenti.
Sta di fatto che le due direttive di base in vigore nell'Unione – le direttive 2000/13 e 90/496, riguardanti rispettivamente norme in materia di etichettatura e di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari – non soltanto il più delle volte non sono adeguatamente applicate, ma risultano comunque poco rispondenti alle attuali richieste del consumatore, dal momento che non consentono l'indicazione di dati sui pretesi benefici per la salute e non definiscono in maniera chiara le condizioni d'impiego delle informazioni nutrizionali.
Inoltre, l'assenza di disposizioni specifiche a livello europeo ha generato una vera e propria proliferazione di indicazioni sulle etichette dei prodotti alimentari – indicazioni diverse per numero e tipo. Gli Stati membri, a loro volta, hanno adottato autonomi provvedimenti e norme per regolare l'utilizzo delle varie indicazioni. Ne risulta una situazione di disordine normativo, con approcci differenti alla stessa tematica, che ha determinato uno stato di confusione che non produce né il buon funzionamento del mercato interno, né la tutela della salute pubblica e dei consumatori.
A fronte di tale incertezza giuridica, la necessità di un'armonizzazione a livello comunitario delle norme relative ai prodotti alimentari e, quindi, di un regolamento attraverso cui, senza vietare alcun prodotto alimentare, si indichino volontariamente le condizioni fondamentali affinché le informazioni sui prodotti alimentari siano assolutamente veritiere per i consumatori, è un ulteriore passo avanti nell'attuazione della politica nutrizionale compresa negli obiettivi proposti dalla Commissione fin dal 1999 con il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, nel quale è espressamente dichiarato che la politica alimentare dell'Unione deve essere basata su norme di sicurezza alimentare rigorose che permettano di proteggere e promuovere la salute del consumatore.
A questi obiettivi va aggiunto quello del miglioramento della libera circolazione del prodotto, in quanto la creazione di un regolamento consentirà agli operatori di essere competitivi su una base equa e giusta in tutti gli Stati membri.
Con il documento al nostro esame, la Commissione ha proposto l'istituzione di un nuovo quadro regolamentare relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute, autorizzando l'utilizzo di indicazioni nutrizionali a condizione che siano conformi alle disposizioni stabilite nell'allegato, che contiene un elenco di indicazioni nutrizionali accompagnate da condizioni di utilizzo specifiche: l'utilizzo di indicazioni sulla salute al termine di una procedura di autorizzazione o di notifica (se dovesse restare invariato il testo della Commissione).
La Commissione propone di stabilire, attraverso le procedure previste dall'articolo 93, paragrafo 2, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti entro 18 mesi, che potrebbero anche diventare 30, e, previa consultazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare, profili nutrizionali specifici per alimenti o categorie di alimenti, e l'adozione di un elenco comunitario delle indicazioni sulla salute che descrivano il ruolo, generalmente accettato, di un nutrimento o di una sostanza di altro tipo sulla base di proposte trasmesse dagli Stati membri."@sl19
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