Local view for "http://purl.org/linkedpolitics/eu/plenary/2005-03-09-Speech-3-276"
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". – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell’Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo programma quadro dovrà dedicare un’attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest’ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell’Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l’Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo “aiuti a pioggia” a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l’effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l’Europa diventi l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l’attuale
tra l’Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all’1,99 per cento nell’Unione a Quindici e all’1,93 per cento nell’Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L’importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all’Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l’importanza della continuità tra il settimo e il sesto programma quadro. Quest’ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l’integrazione delle loro azioni.
Il settimo programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l’istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un’importanza cruciale per un’innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell’Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell’eccellenza. Questa è la vera
dell’
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un’attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell’Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l’armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l’accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@it12
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"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@cs1
"Hr. formand, kære kolleger, hr. kommissær, Det Europæiske Råd i Lissabon i 2000 var et vigtigt vendepunkt for europæisk politik i almindelighed og for forskningen og vidensamfundet i særdeleshed.
Forskningens og Europas fremtid afhænger desuden af vores evne til at gøre forskning mere attraktiv for de unge. En tættere forbindelse mellem uddannelsesforløb og videnskabskarrierer er en forudsætning for, at vi får det antal forskere, der er nødvendigt for, at Lissabon-strategien bliver en succes.
Et andet punkt i betænkningen drejer sig om teknologioverførsel. I det syvende rammeprogram skal der lægges særlig vægt på teknologioverførsel, idet EU's forskningspolitik samordnes med industripolitikken. Teknologiplatformene og de fælles teknologiinitiativer er mekanismer, som er af afgørende betydning for denne målsætning. Samtidig skal vi øge finansieringen af de instrumenter, som specifikt er tilegnet de små og mellemstore virksomheder, hvilket også kræver en forenkling af kriterierne for at få adgang til projekterne og af bureaukratiet generelt, da dette ofte har været en hindring for de små og mellemstore virksomheders deltagelse i forskningsprogrammerne. Hvad det sidste spørgsmål angår, bør vi efter min mening følge henstillingerne i Marimon- og Ormala-rapporterne, ikke kun når det gælder de små og mellemstore virksomheder.
Til sidst vil jeg kort komme ind på de tematiske prioriteringer uden dog at gå i dybden med de enkelte punkter. Det bør efter min mening understreges, at disse tematiske prioriteringer afspejler de strategiske prioriteringer på Lissabon-dagsordenen. I den forbindelse vil jeg pointere, at hvis Lissabon-dagsordenen skal gennemføres, skal vi have en anden indfaldsvinkel til udgifterne end tidligere. Vi skal med andre ord gå væk fra den model med spredt støtte - som vi i Italien kalder
og gå over til en model, hvor vi privilegerer udgifter til investeringer, der har en multiplikatoreffekt, dvs. styrker væksten. Endelig vil jeg understrege, at Parlamentet ikke må give indrømmelser, når det drejer sig om forskningsmidler, og jeg håber, at Kommissionen er Parlamentets allierede i denne kamp.
I Lissabon sagde vi ja til det forslag, som Prodi-Kommissionen - og navnlig kommissær Busquin, men før ham også den italienske kommissær Ruberti - havde stillet om at skabe et europæisk forskningsrum via en lang række aktioner. Dette skridt er afgørende for, at Europa kan blive verdens mest konkurrencedygtige og dynamiske videnbaserede økonomi.
Vi ved alle, at der i øjeblikket er en kløft mellem Europa og dets største konkurrenter i denne sektor, nemlig USA og Japan. Den procentdel af BNP, der bruges på forskningsudgifter, er 3,12 % i Japan, 2,76 % i USA, 1,99 % i EU-15 og 1,93 % i EU-25. Vi skal fjerne denne kløft, og det europæiske forskningsrum går i den rigtige retning. Dette projekt er inden for rækkevidde, men hvis vi skal føre det ud i livet, er det nødvendigt med samme beslutsomhed som den, vi udviste ved gennemførelsen af det indre marked og den fælles valuta.
Det europæiske forskningsrums vigtighed understreges af de nye kompetencer, som forfatningstraktaten giver EU på dette område, og derfor beder vi Kommissionen om at handle i overensstemmelse med det nye retsgrundlag.
Hvis vi gør status over resultaterne og ser på fremtidsudsigterne, vil jeg gerne gøre opmærksom på, at det er vigtigt med kontinuitet mellem det syvende og det sjette rammeprogram. Sidstnævnte rammeprogram skilte sig ud fra de foregående programmer, fordi målsætningerne heri var mere ambitiøse, og fordi der indførtes innovative instrumenter, som fremmer inddragelsen af et større antal aktører og samordningen af deres indsats.
Det syvende rammeprogram indeholder dog en nyhed, nemlig oprettelsen af Det Europæiske Forskningsråd. Her taler jeg også på vegne af Erika Mann, som ikke kan være til stede under forhandlingen i dag. Det Europæiske Forskningsråd opfylder et behov, som Europas videnskabsmænd i stadig større grad har givet udtryk for, nemlig et nyt organ, som fremmer grundforskningen.
Grundforskning er af afgørende betydning for en succesfuld innovation og vil skabe en europæisk merværdi. Hidtil er den europæiske merværdi blevet defineret gennem samarbejdet mellem forskningsteam i forskellige lande. Nu er det på tide - sådan som der står i Mayor-rapporten - at definere merværdien på en ny måde, så de enkelte forskere eller de enkelte team i et hvilket som helst EU-land får mulighed for at konkurrere med alle andre forskere på baggrund af de videnskabelige kvaliteter. Dette er den egentlige opgave for Det Europæiske Forskningsråd, hvis videnskabelige vurderinger skal være uafhængige, og som skal drives på en uafhængig måde og have tilstrækkelige ressourcer. I den forbindelse beder jeg Kommissionen om hurtigst muligt at stille et klart og præcist forslag om strukturen og sammensætningen af Det Europæiske Forskningsråds styrende organer.
I betænkningen lægges der særlig vægt på de menneskelige ressourcer, som i høj grad er EU's stærke side. Her skal vi skabe de rette betingelser for, at de europæiske forskere kan udfolde sig bedst muligt, og det er absolut nødvendigt, at vi fremmer deres mobilitet og sørger for, at den bliver en udbredt praksis på alle karriereniveauer. En gensidig mobilitet mellem virksomheder, universiteter og forskningscentre, harmonisering af arbejdsforholdene og karriereopbygningen samt oprettelsen af europæiske infrastrukturer er nødvendige forudsætninger for at skabe et frugtbart forskningsmiljø. Jeg anmoder om, at vi for at nå disse målsætninger styrker Marie Curie-aktionerne, der har vist sig at være effektive og at fremme mobiliteten inden for videnskabens verden.
Når det gælder de menneskelige ressourcer, vil jeg også minde om nødvendigheden af at fremme kvinders adgang til forskningssektoren og deres karriere. Vi ønsker flere kvinder på alle niveauer - også de højeste - og vi ønsker ligeledes kønsforskning."@da2
"Herr Präsident, Herr Kommissar, meine Damen und Herren! Der Lissabonner Europäische Rat von 2000 markiert einen wichtigen Wendepunkt für die europäische Politik im Allgemeinen und für die Forschung und die Wissenschaft im Besonderen.
Die Zukunft der Forschung und Europas hängt außerdem von unserer Fähigkeit ab, die Forschung für junge Menschen attraktiver zu machen. Eine engere Verzahnung zwischen Ausbildungswegen und wissenschaftlichen Laufbahnen ist die Voraussetzung dafür, die für den Erfolg der Lissabon-Strategie erforderliche Anzahl von Forschern zu gewinnen.
Ein anderer Abschnitt des Berichts widmet sich dem Technologietransfer. Das Siebente Rahmenprogramm muss besonderes Augenmerk auf den Technologietransfer richten und so die europäische Forschungspolitik mit der Industriepolitik verknüpfen. Technologieplattformen und gemeinsame Technologieinitiativen sind hierfür wichtige zielführende Mechanismen. Gleichzeitig müssen die Mittel für explizit auf kleine und mittlere Unternehmen gerichtete Instrumente aufgestockt, die Zulassungskriterien für die Projekte generell flexibler gestaltet und die Bürokratie, die oftmals der Beteiligung der KMU an den Forschungsprogrammen im Wege stand, rationalisiert werden. Im Zusammenhang mit dem zuletzt angeführten Punkt sollten meines Erachtens die in dem Bericht Marimon und dem Bericht Ormala enthaltenen Empfehlungen, allerdings nicht nur in Bezug auf die KMU, aufgegriffen werden.
Abschließend möchte ich kurz auf die thematischen Prioritäten zu sprechen kommen, ohne jedoch auf Einzelheiten einzugehen. Meines Erachtens muss hervorgehoben werden, dass diese thematischen Prioritäten die strategischen Prioritäten der Agenda von Lissabon widerspiegeln. In diesem Kontext möchte ich klarstellen, dass wir für die Verwirklichung der Lissabon-Agenda einen anderen ausgabenpolitischen Ansatz als früher brauchen. Wir müssen von einem Modell der nach dem Gießkannenprinzip verteilten Fördermittel – in Italien sagen wir „aiuti a pioggia“ – zu einem Modell übergehen, das Investitionsausgaben mit Multiplikatoreffekt, anders gesagt, mit einem wachstumsfördernden Effekt, den Vorzug gibt. Schließlich möchte ich betonen, dass das Europäische Parlament keine Zugeständnisse bei den Forschungsmitteln machen darf, und ich hoffe, dass die Kommission bei diesem Kampf unsere Verbündete ist.
In Lissabon wurde das – insbesondere von Kommissar Busquin, aber vorher noch von dem italienischen Kommissar Professor Ruberti entwickelte – Vorhaben der Prodi-Kommission, durch eine Vielzahl von Maßnahmen einen Europäischen Forschungsraum zu schaffen, gebilligt. Dies ist ein bedeutender Schritt, um Europa zur wettbewerbsfähigsten und dynamischsten wissensbasierten Wirtschaft der Welt zu verhelfen.
Wir alle sind uns der gegenwärtigen Kluft zwischen Europa und seinen größten Konkurrenten in diesem Bereich, den Vereinigten Staaten und Japan, bewusst. In Japan werden 3,12 % des BIP für Forschungszwecke ausgegeben, in den USA 2,76 %, in der Union mit 15 Mitgliedern 1,99 % und in der EU-25 1,93 %. Wir müssen diesen Rückstand aufholen, und der Europäische Forschungsraum ist ein Schritt in die richtige Richtung. Dieses Vorhaben ist in greifbare Nähe gerückt, doch braucht es Entschlossenheit, um es umzusetzen, dieselbe Entschlossenheit, die bei der Schaffung des Binnenmarktes und der Einführung der gemeinsamen Währung gezeigt wurde.
Die Bedeutung des Europäischen Forschungsraums wird durch die neuen Zuständigkeiten im Forschungsbereich unterstrichen, die der EU von der Verfassung für Europa übertragen werden, und deshalb fordern wir die Kommission auf, konsequent gemäß diesem neuen Rechtsrahmen vorzugehen.
Wenn ich eine Bilanz des Erreichten ziehe und zukünftige Perspektiven skizziere, muss ich die Bedeutung der Kontinuität zwischen dem Siebenten und dem Sechsten Forschungsrahmenprogramm unterstreichen. Das Sechste Forschungsrahmenprogramm stellte einen Bruch mit den vorangegangenen Programmen dar, denn es enthielt ehrgeizigere Ziele und führte innovative Instrumente ein, die die Einbeziehung einer größeren Anzahl von Akteuren und die Zusammenfassung ihrer Aktivitäten fördern.
Das Siebente Rahmenprogramm enthält jedoch eine weitere Neuerung, nämlich die Schaffung des Europäischen Forschungsrates. Auf diesen Punkt komme ich auch im Namen unserer Kollegin Erika Mann zu sprechen, die leider an dieser Aussprache nicht teilnehmen kann. Der Europäische Forschungsrat entspricht der mit immer größerem Nachdruck gestellten Forderung der europäischen Wissenschaftler, einen neuen Mechanismus zur Unterstützung der Grundlagenforschung zu schaffen.
Die Grundlagenforschung ist ausschlaggebend für erfolgreiche Innovationen und wird einen europäischen Mehrwert schaffen. Bisher wurde der gemeinschaftliche Mehrwert durch die Zusammenarbeit von Forschungsteams in verschiedenen Ländern bestimmt. Wie in dem Mayor-Bericht aufgezeigt wird, ist es nun an der Zeit, den europäischen Mehrwert neu zu definieren, und zwar als Möglichkeit für die einzelnen Forscher bzw. Forscherteams eines jeden Mitgliedstaats der Europäischen Union, auf der Grundlage der wissenschaftlichen Exzellenz mit allen anderen Forschern in einen Wettbewerb zu treten. Das ist die eigentliche Aufgabe des Europäischen Forschungsrates, der unabhängig in seinem wissenschaftlichen Urteil, selbstständig in seiner Arbeit und mit angemessenen Mitteln ausgestattet sein muss. In diesem Zusammenhang fordere ich die Kommission auf, schnellstmöglich einen klaren und konkreten Vorschlag zum Aufbau und zur Zusammensetzung der Verwaltungsorgane des Europäischen Forschungsrates vorzulegen.
In dem Bericht wird dem Thema Humanressourcen besondere Aufmerksamkeit gewidmet, denn sie sind die eigentliche Stärke der Europäischen Union. Diesbezüglich müssen die erforderlichen Bedingungen geschaffen werden, damit sich die europäischen Forscher bestens entfalten können. Es ist von wesentlicher Bedeutung, die Mobilität unter den Forschern zu fördern und sie zu einem „Massenphänomen“ auf allen Laufbahnstufen zu machen. Die Mobilität in doppelter Richtung, d. h. zwischen Unternehmen, Universitäten und Forschungszentren, die Harmonisierung der Arbeitsbedingungen und Forscherlaufbahnen sowie die Errichtung europäischer Infrastrukturen sind unerlässliche Voraussetzungen für die Schaffung eines fruchtbaren und forschungsfreundlichen Umfelds. Deshalb fordere ich den Ausbau der Marie-Curie-Maßnahmen, die ihre Effizienz und ihre mobilitätsfördernden Wirkungen auf die Wissenschaftler bewiesen haben.
Ebenfalls in Bezug auf die Humanressourcen möchte ich an die Notwendigkeit erinnern, den Zugang und die Karriereaussichten von Frauen im Forschungsbereich zu fördern. Wir wollen eine stärkere Präsenz von Frauen auf allen Ebenen, auch auf der höchsten, und wir wollen außerdem die Geschlechterforschung."@de9
"Κύριε Πρόεδρε, κυρίες και κύριοι, κύριε Επίτροπε, το Ευρωπαϊκό Συμβούλιο της Λισαβόνας το 2000 αντιπροσωπεύει μια σημαντική καμπή για την ευρωπαϊκή πολιτική γενικότερα και για την έρευνα και την κοινωνία της γνώσης ειδικότερα.
Το μέλλον της έρευνας και της Ευρώπης εξαρτάται επίσης από την ικανότητά μας να καταστήσουμε την επιστήμη πιο ελκυστική για τους νέους. Η στενότερη σύνδεση ανάμεσα στο εκπαιδευτικό σύστημα και την επιστημονική σταδιοδρομία αποτελεί προϋπόθεση για τη δημιουργία του αριθμού των ερευνητών που είναι αναγκαίος για την επιτυχία της στρατηγικής της Λισαβόνας.
Ένα άλλο κεφάλαιο της έκθεσης είναι η μεταφορά τεχνολογίας. Το έβδομο πρόγραμμα πλαίσιο πρέπει να αποδώσει ιδιαίτερη προσοχή στη μεταφορά τεχνολογίας, συντονίζοντας την ευρωπαϊκή πολιτική έρευνας με τη βιομηχανική πολιτική. Οι τεχνολογικές πλατφόρμες και οι κοινές τεχνολογικές πρωτοβουλίες αποτελούν θεμελιώδεις μηχανισμούς για τον στόχο αυτόν, ενώ παράλληλα πρέπει να αυξήσουμε τους πόρους υπέρ των μέσων που προορίζονται αποκλειστικά για τις μικρές και μεσαίες επιχειρήσεις, για τις οποίες πρέπει να καταστούν πιο ευέλικτα τα κριτήρια συμμετοχής στα σχέδια και γενικότερα η απλοποίηση της γραφειοκρατίας, η οποία συχνά αποτελούσε εμπόδιο στη συμμετοχή των μικρών και μεσαίων επιχειρήσεων στα ερευνητικά προγράμματα. Στο τελευταίο αυτό θέμα πιστεύω πως πρέπει να γίνουν δεκτές οι συστάσεις των εκθέσεων Marimon και Ormala, και όχι μόνον όσον αφορά τις μικρές και μεσαίες επιχειρήσεις.
Εν κατακλείδι, θα ήθελα να αναφερθώ εν συντομία στις θεματικές προτεραιότητες, χωρίς να υπεισέλθω στην ουσία των μεμονωμένων θεμάτων. Πιστεύω πως πρέπει να υπογραμμίσουμε πως οι θεματικές αυτές προτεραιότητες αντιπροσωπεύουν τις στρατηγικές προτεραιότητες του προγράμματος δράσης της Λισαβόνας. Επί του θέματος αυτού, θα ήθελα να διευκρινίσω ότι για την υλοποίηση του προγράμματος δράσης της Λισαβόνας πρέπει να προσεγγίσουμε διαφορετικά τις δαπάνες σε σχέση με το παρελθόν, εγκαταλείποντας δηλαδή μιαν αντίληψη που προβλέπει αυτό που στην Ιταλία αποκαλούμε «γενικευμένες επιχορηγήσεις» και υιοθετώντας μιαν άλλη αντίληψη που δίνει προτεραιότητα στις δαπάνες για επενδύσεις που έχουν πολλαπλασιαστικά αποτελέσματα, ενισχύουν δηλαδή την ανάπτυξη. Τέλος, υπογραμμίζω ότι το Κοινοβούλιο δεν πρέπει να κάνει εκπτώσεις στους πόρους για την έρευνα και εύχομαι η Επιτροπή να σταθεί σύμμαχος του Κοινοβουλίου σε αυτόν τον αγώνα.
Στη Λισαβόνα επιβεβαιώθηκε το πρόγραμμα της Επιτροπής Prodi και ειδικότερα του Επιτρόπου Busquin, αλλά και του ιταλού Επιτρόπου Ruberti, για τη δημιουργία του ευρωπαϊκού χώρου έρευνας μέσω μιας πλειονότητας δράσεων. Πρόκειται για ένα θεμελιώδες βήμα προκειμένου να καταστεί η Ευρώπη η πιο ανταγωνιστική και δυναμική οικονομία στον κόσμο που βασίζεται στη γνώση.
Γνωρίζουμε όλοι το σημερινό χάσμα που χωρίζει την Ευρώπη από τους μεγαλύτερους ανταγωνιστές της σε αυτόν τον τομέα
δηλαδή τις Ηνωμένες Πολιτείες και την Ιαπωνία. Το ποσοστό του ΑΕγχΠ που προορίζεται για τις δαπάνες έρευνας είναι 3,12% στην Ιαπωνία, 2,76% στις Ηνωμένες Πολιτείες, 1,99% στην Ευρώπη των δεκαπέντε και 1,93% στην Ευρώπη των είκοσι πέντε. Οφείλουμε να καλύψουμε αυτό το χάσμα και ο ευρωπαϊκός χώρος έρευνας κινείται προς τη σωστή κατεύθυνση. Το σχέδιο αυτό είναι σχεδόν έτοιμο, αλλά για την υλοποίησή του χρειάζεται η ίδια αποφασιστικότητα που επιδείξαμε στη δημιουργία της ενιαίας αγοράς και του ενιαίου νομίσματος.
Η σημασία του ευρωπαϊκού χώρου έρευνας επισημαίνεται από τις νέες αρμοδιότητες που αποδίδει η Συνταγματική Συνθήκη στην Ένωση για τον τομέα αυτόν και για τον λόγο αυτόν ζητάμε από την Επιτροπή να δράσει σύμφωνα με το νέο νομικό πλαίσιο.
Κάνοντας έναν απολογισμό των πεπραγμένων και σκιαγραφώντας τις μελλοντικές προοπτικές, θα ήθελα να επισημάνω πόσο σημαντικό είναι να υπάρξει συνέχεια μεταξύ του έβδομου και του έκτου προγράμματος πλαισίου. Το τελευταίο σηματοδότησε μια αλλαγή κατεύθυνσης σε σχέση με τα προηγούμενα προγράμματα, καθώς έθεσε πιο φιλόδοξους στόχους και εισήγαγε νέα μέσα που προάγουν τη συμμετοχή μεγαλύτερου αριθμού παραγόντων και την ολοκλήρωση των δραστηριοτήτων τους.
Το έβδομο πρόγραμμα πλαίσιο περιέχει ωστόσο ένα νέο στοιχείο, δηλαδή τη θέσπιση του Ευρωπαϊκού Συμβουλίου Έρευνας. Στο θέμα αυτό παρεμβαίνω επίσης εξ ονόματος της συναδέλφου κ. Erika Mann, η οποία δεν μπορεί να παραστεί στη συζήτηση. Το Ευρωπαϊκό Συμβούλιο Έρευνας ανταποκρίνεται στο αίτημα που εκφράζεται με αυξανόμενο σθένος από την ευρωπαϊκή επιστημονική κοινότητα για τη δημιουργία ενός νέου φορέα για τη βασική έρευνα.
Η βασική έρευνα είναι καίριας σημασίας για τις επιτυχείς καινοτομίες και θα δημιουργήσει ευρωπαϊκή προστιθέμενη αξία. Μέχρι σήμερα, η ευρωπαϊκή προστιθέμενη αξία αφορούσε τη συνεργασία ερευνητικών ομάδων σε διαφορετικές χώρες. Τώρα, σύμφωνα με την έκθεση Mayor, είναι ώρα να ορίσουμε μια νέα προστιθέμενη αξία που θα προβλέπει για τους μεμονωμένους ερευνητές και ομάδες σε οποιοδήποτε κράτος μέλος της Ευρωπαϊκής Ένωσης τη δυνατότητα συναγωνισμού με όλους τους άλλους ερευνητές βάσει της επιστημονικής αριστείας. Αυτή είναι η πραγματική αποστολή του
Ευρωπαϊκού Συμβουλίου Έρευνας, το οποίο πρέπει να είναι ανεξάρτητο στις επιστημονικές του εκτιμήσεις, αυτόνομο στη λειτουργία του και να διαθέτει επαρκείς πόρους. Για τον σκοπό αυτόν ζητώ από την Επιτροπή να παρουσιάσει το ταχύτερο δυνατόν μια συγκεκριμένη και σαφή πρόταση όσον αφορά τη δομή και τη σύνθεση των οργάνων διοίκησης του Ευρωπαϊκού Συμβουλίου Έρευνας.
Η έκθεση αποδίδει ιδιαίτερη σημασία στο ζήτημα των ανθρώπινων πόρων, το οποίο αποτελεί το πραγματικό ισχυρό σημείο της Ευρωπαϊκής Ένωσης. Για τον σκοπό αυτόν πρέπει να δημιουργήσουμε όλες τις συνθήκες προκειμένου οι ευρωπαίοι ερευνητές να μπορούν να εκφράζονται όσο το δυνατόν καλύτερα και είναι αναγκαίο να διευκολύνουμε την κινητικότητά τους ώστε να αποτελέσει μαζικό φαινόμενο σε όλες τις βαθμίδες. Η αμφίδρομη κινητικότητα ανάμεσα στις επιχειρήσεις, τα πανεπιστήμια και τα ερευνητικά κέντρα, η εναρμόνιση των συνθηκών εργασίας και των σταδιοδρομιών, καθώς και η δημιουργία ευρωπαϊκών υποδομών, αποτελούν απαραίτητες συνθήκες για τη δημιουργία γόνιμου περιβάλλοντος για την έρευνα. Για την επίτευξη των στόχων αυτών ζητώ την ενίσχυση των δράσεων «Μαρία Κιουρί» που απέδειξαν πως είναι αποτελεσματικές και ευνοούν την κινητικότητα στον επιστημονικό κόσμο.
Σε σχέση πάντα με τους ανθρώπινους πόρους, θα ήθελα να υπενθυμίσω την ανάγκη ενίσχυσης της πρόσβασης και της σταδιοδρομίας των γυναικών στον τομέα της έρευνας. Επιθυμούμε μεγαλύτερη συμμετοχή των γυναικών σε όλα τα επίπεδα έως τα ανώτερα και είμαστε υπέρ της έρευνας για θέματα φύλου."@el10
".
Mr President, Commissioner, ladies and gentlemen, the Lisbon European Council of 2000 marks an important turning-point for European politics in general and for research and the knowledge-based society in particular.
The future of research and of Europe also depends on our ability to make science more attractive to young people. A closer link between educational courses and scientific careers is a precondition for us to have the numbers of researchers needed for the success of the Lisbon Strategy.
Another chapter in the report concerns technology transfer. The seventh Framework Programme should devote special attention to technology transfer, thus coordinating Europe’s research policy with its industrial policy. Technology platforms and joint technology initiatives are vital mechanisms for achieving this objective. At the same time, funding needs to be increased for instruments aimed specifically at small and medium-sized enterprises, which also require the streamlining of project selection criteria and of bureaucracy in general, which has often been an obstacle preventing SMEs from taking part in research programmes. On this last point, I believe the recommendations included in the Marimon and Ormala reports should be adopted, and not only in relation to SMEs.
To conclude, I should like to touch briefly on thematic priorities, without going into the merits of individual arguments. I think it should be emphasised that these thematic priorities reflect the strategic priorities of the Lisbon Agenda. In this context, I should like to make it clear that to implement the Lisbon Agenda we need to adopt a different approach to spending compared with the past. We must move on from a model of diffuse provision of aid – what in Italy is called ‘
’ – to a model that prioritises spending on investments that have a multiplying effect, that is, an effect of reinforcing growth. Lastly, I would stress that Parliament must not make concessions on research funds, and I hope that the Commission will be on Parliament’s side in this battle.
The Prodi Commission project – developed particularly by Commissioner Busquin but even prior to that by the Italian commissioner, Professor Ruberti – to create the European Research Area by means of a number of measures was confirmed at Lisbon. That is a fundamental step if Europe is to become the most competitive and dynamic knowledge-based economy in the world.
We are all aware of the current gap between Europe and its major competitors in this field, that is, the United States and Japan. The percentage of GDP devoted to research spending is 3.12% in Japan, 2.76% in the United States, 1.99% in the EU of 15 and 1.93% in the EU of 25. We have to close this gap, and the European Research Area is a step in the right direction. This project is within reach, but it needs determination to make it happen, the same determination that was shown when we created the single market and the single currency.
The importance of the European Research Area is underlined by the new powers that the Constitutional Treaty attributes to the Union in this field, and we therefore call on the Commission to act in line with the new legal framework.
Weighing up what has been done and outlining future prospects, I must underline the importance of having continuity between the sixth and seventh Framework Programmes. The sixth Framework Programme marked a break with previous programmes, because it set itself more ambitious targets and introduced innovative instruments that encourage a greater number of stake-holders to become involved and to coordinate their actions.
The seventh Framework Programme presents yet another novelty, which is to set up the European Research Council. I am also speaking on this subject on behalf of our fellow Member Erika Mann, who could not be present at this debate. The European Research Council responds to the European scientific community’s increasingly vehement demand for a new body to be created to stimulate basic research.
Basic research is crucially important for successful innovation and will create European added value. Up to now, European added value has been defined through collaboration between research teams in different countries. As the Mayor report shows, however, it is time to provide a new definition of added value, making it possible for individual researchers or individual teams in any EU Member State to compete with all other researchers on the basis of excellence. That is the real mission of the European Research Council, which must be independent in its scientific evaluations, autonomous in its operation and adequately funded. In this connection, I call on the Commission to present a clear, precise proposal regarding the structure and composition of the European Research Council governing bodies as soon as possible.
The report pays particular attention to the subject of human resources, which are the EU’s real strength. In this respect, we have to create the right conditions so that European researchers can best express themselves. It is essential to foster mobility among researchers and to make that a widespread practice at all career stages. Two-way mobility between companies, universities and research centres, the harmonisation of working conditions and career structures and the creation of Europe-wide infrastructure are essential conditions for creating a fertile research environment. To achieve these aims, I call for the Marie Curie actions to be strengthened, as they have proved to be effective and to encourage mobility in the scientific world.
Still on the subject of human resources, I should like to point to the need to promote women’s access to the research sector, as well as their careers. We want to see a greater presence of women at all levels, including the highest, and we also want gender research."@en4
".
Señor Presidente, señor Comisario, Señorías, el Consejo Europeo de Lisboa de 2000 marca un momento decisivo para la política europea en general y para la investigación y la sociedad basada en el conocimiento en particular.
El futuro de la investigación y de Europa también depende de nuestra capacidad de hacer que la ciencia sea más atractiva para los jóvenes. Un vínculo más estrecho entre los cursos educativos y las carreras profesionales científicas es para nosotros un requisito esencial para disponer del número de investigadores necesarios para el éxito de la Estrategia de Lisboa.
Otro capítulo del informe se refiere a la transferencia de tecnología. El séptimo Programa marco tiene que dedicar una atención especial a la transferencia de tecnología, y por lo tanto, coordinar la política de investigación de Europa con su política industrial. Plataformas tecnológicas e iniciativas conjuntas de tecnología son mecanismos vitales para lograr este objetivo. Al mismo tiempo, incrementar la financiación de necesidades para instrumentos destinados específicamente a las pequeñas y medianas empresas, que también necesitan la integración de criterios de selección de proyectos y de la burocracia en general, que a menudo ha representado un obstáculo que ha impedido que las PYME tomen parte en programas de investigación. Sobre este último punto, creo que deberían adoptarse las recomendaciones incluidas en los informes Marimon y Ormala, y no solo en relación con las PYME.
Para concluir, quiero hablar brevemente sobre prioridades temáticas, sin entrar en los méritos de argumentos individuales. Creo que hay que poner énfasis en que estas prioridades temáticas reflejan las prioridades estratégicas de la agenda de Lisboa. En este contexto, quiero dejar claro que para aplicar la agenda de Lisboa necesitamos adoptar un enfoque diferente del gasto comparado con el pasado. Tenemos que pasar de un modelo de prestación de ayuda poco precisa –lo que en Italia se llama «
»– a un modelo que dé prioridad al gasto en inversiones que tienen un efecto multiplicador, o sea, un efecto de crecimiento reforzado. Por último, quiero destacar que el Parlamento no ha de hacer concesiones sobre los fondos para la investigación, y espero que la Comisión esté del lado del Parlamento en esta batalla.
El proyecto de la Comisión Prodi –en particular, desarrollado por el Comisario Busquin, pero incluso antes de esto por el Comisario italiano profesor Ruberti– para crear el Espacio Europeo de la Investigación mediante una serie de medidas, se confirmó en Lisboa. Este es un paso importante si Europa tiene que convertirse en la economía basada en el conocimiento más competitiva y dinámica del mundo.
Todos conocemos el desfase que existe entre Europa y sus principales competidores en este ámbito, a saber, los Estados Unidos y Japón. El porcentaje de PIB destinado al gasto en investigación es del 3,12 % en Japón, del 2,76 % en los Estados Unidos, del 1,99 % en la UE de los 15 y del 1,93 % en la UE de los 25. Hemos reducido este desfase, y el Espacio Europeo de la Investigación es un paso en la buena dirección. Este proyecto está al alcance de la mano, pero necesita determinación para que se materialice, la misma determinación que se mostró cuando se creó el mercado único y la moneda única.
La importancia del Espacio Europeo de la Investigación viene subrayada por las nuevas competencias que el Tratado Constitucional atribuye a la Unión en este ámbito, y por lo tanto pedimos a la Comisión que actúe en consonancia con el nuevo marco jurídico.
Considerando lo que se ha hecho y esbozando futuras perspectivas, tengo que subrayar la importancia de que exista una continuidad entre el sexto y el séptimo Programa Marco. El sexto Programa Marco cortó por lo sano con los programas anteriores, al establecer objetivos más ambiciosos e introdujo instrumentos innovadores que animó a un mayor número de partes interesadas a participar y coordinar sus acciones.
El séptimo Programa Marco presenta todavía otra novedad, que es la de crear el Consejo Europeo de Investigación. También hablo sobre este tema en nombre de nuestra diputada y colega, la señora Mann, que no ha podido asistir a este debate. El Consejo Europeo de Investigación responde a la demanda cada vez más vehemente de la comunidad científica europea para que se cree un nuevo órgano para estimular la investigación básica.
La investigación básica es de importancia crucial para una innovación de éxito y creará valor añadido europeo. Hasta la fecha, el valor añadido europeo se ha definido a través de la colaboración entre equipos de investigación en diferentes países. Sin embargo, tal como el informe Mayor demuestra, es hora de dar una nueva definición del valor añadido, que permita a los investigadores y equipos individuales de cualquier Estado miembro competir con todos los demás investigadores sobre la base de la excelencia. Esta es la auténtica misión del Consejo Europeo de Investigación, que tiene que ser independiente en sus evaluaciones científicas, independiente en su funcionamiento y debidamente financiado. En este sentido, pido a la Comisión que presente una propuesta clara y precisa relativa a la estructura y composición de los órganos rectores del Consejo Europeo de Investigación lo más pronto posible.
El informe presta una atención especial al tema de los recursos humanos, que son la verdadera fortaleza de la UE. A este respecto, tenemos que crear las condiciones adecuadas en las que los investigadores europeos puedan expresarse mejor. Es esencial que se fomente la movilidad entre los investigadores y que esto sea una práctica generalizada en todas las etapas de las trayectorias profesionales. Una movilidad en dos direcciones entre las compañías, universidades y centros de investigación, la armonización de las condiciones laborales y las estructuras profesionales, así como la creación de una infraestructura a escala europea son condiciones esenciales para crear un entorno de investigación fértil. Para lograr estos objetivos, pido que se refuercen las medidas Marie Curie, ya que han demostrado su eficacia y que se estimule la movilidad en el mundo científico.
Continuando con el tema de los recursos humanos, quiero señalar la necesidad de promover el acceso de las mujeres al sector de la investigación, así como sus trayectorias profesionales. Queremos una mayor presencia de las mujeres en todos los niveles, incluyendo el más alto, y también queremos investigación de género."@es20
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@et5
".
Arvoisa puhemies, arvoisa komission jäsen, hyvät kollegat, vuoden 2000 Lissabonin Eurooppa-neuvosto oli merkittävä käännekohta eurooppalaisessa politiikassa yleensä ja erityisesti tutkimuksen ja tietoon perustuvan yhteiskunnan kannalta.
Sekä tutkimuksen että Euroopan tulevaisuus riippuu myös siitä, miten tieteestä pystytään tekemään nuorisolle kiinnostavampaa. Jotta saavutetaan Lissabonin strategian menestyksekkääseen toteuttamiseen vaadittava tutkijamäärä, tarvitaan koulutuksen ja tiedeammattien läheisempää yhteyttä.
Mietinnön eräässä kappaleessa käsitellään teknologiavaihtoa. Seitsemännessä puiteohjelmassa olisi kiinnitettävä erityishuomiota teknologiavaihtoon ja tätä kautta yhdennettävä Euroopan tutkimus- ja teollisuuspolitiikkoja. Teknologiayhteisöt ja yhteiset teknologia-aloitteet auttavat ratkaisevasti tämän tavoitteen saavuttamisessa. Lisää rahoitusta olisi suunnattava myös pienille ja keskisuurille yrityksille kohdistettaviin välineisiin. Pk-yritykset kaipaavat myös hankkeiden valintakriteerien ja yleisen byrokratian rationalisointia, onhan byrokratia usein estänyt pk-yrityksiä osallistumasta tutkimusohjelmiin. Tähän liittyen katson, että Marimonin ja Ormalan raporttien sisältämiä suosituksia olisi noudatettava, eikä pelkästään suhteessa pk-yrityksiin.
Lopuksi haluaisin puhua lyhyesti ensisijaisista tutkimusteemoista menemättä yksittäisten perustelujen hyviin puoliin. Mielestäni on painotettava sitä, että ensisijaiset tutkimusteemat ovat Lissabonin strategian prioriteettien mukaisia. Tässä yhteydessä haluan myös selventää, että Lissabonin strategian toteuttamiseksi rahankäyttöön on otettava uudenlainen kanta. Hajanaisen avunannon, italiaksi ‘
’, sijasta tarvitaan mallia, joka suosii kerrannaisvaikutteisia, eli kasvua tukevia sijoituksia. Painotan vielä, ettei parlamentin tule tehdä myönnytyksiä tutkimusrahoituksen suhteen, ja toivon, että komissio tukee parlamenttia tässä asiassa.
Prodin komission hanke eurooppalaisen tutkimusalueen luomiseksi tietyillä toimenpiteillä vahvistettiin Lissabonissa. Hanketta on kehittänyt erityisesti komission jäsen Busquin ja jo ennen häntä italialainen komission jäsen Ruberti. Tämä on olennainen kehitysaskel, jos Euroopasta on tarkoitus tulla tulevaisuudessa maailman kilpailukykyisin ja dynaamisin tietoon perustuva talous.
Me kaikki tiedämme, miten suuri etumatka Euroopan suurimmilla kilpailijoilla, Yhdysvalloilla ja Japanilla, on tällä alalla. Japani käyttää tutkimusmenoihin 3,12 prosenttia bruttokansantuotteesta, Yhdysvallat 2,76 prosenttia, viisitoistajäseninen Euroopan unioni 1,99 prosenttia ja kaksikymmentäviisijäseninen unioni 1,93 prosenttia. Etumatka on kurottava umpeen, ja eurooppalainen tutkimusalue on siinä hyvä alku. Hanke on toteuttamiskelpoinen, mutta sen toteuttaminen vaatii samanlaista määrätietoisuutta kuin yhteismarkkinoiden ja -valuutan luominen.
Perustuslaissa painotetaan eurooppalaisen tutkimusalueen tärkeyttä lisäämällä unionin toimivaltaa tutkimuksen alalla. Näin ollen toivomme myös komission noudattavan uutta oikeuskehystä.
Pohtiessani eurooppalaisen tutkimuksen mennyttä ja tulevaa haluan painottaa sitä, miten tärkeää on jatkuvuus kuudennen ja seitsemännen puiteohjelman välillä. Kuudes puiteohjelma poikkesi edellisistä siten, että siinä asetettiin kunnianhimoisempia tavoitteita ja esiteltiin innovatiivisia välineitä, joiden avulla sidosryhmien laajempaa osallistumista puiteohjelmiin voidaan rohkaista ja heidän toimintaansa organisoida.
Seitsemännessä puiteohjelmassa uutta on Euroopan tutkimusneuvoston perustaminen. Puhun tästä aiheesta myös jäsen Erika Mannin puolesta, joka ei ole läsnä tässä keskustelussa. Euroopan tutkimusneuvosto vastaa eurooppalaisen tutkimusyhteisön alati kasvavaan tarpeeseen saada uusi elin vilkastuttamaan perustutkimusta.
Perustutkimus on erittäin tärkeää innovoinnissa menestymiselle ja luo eurooppalaista lisäarvoa. Tähän saakka eurooppalainen lisäarvo on määrittynyt erimaalaisten tutkimusryhmien yhteistyön kautta. Mayorin raportista kuitenkin ilmenee, että on aika määritellä lisäarvo uudelleen ja mahdollistaa se, että minkä tahansa Euroopan unionin jäsenvaltion yksittäinen tutkija tai tutkimusryhmä pystyy kilpailemaan tutkimuskentällä huippuosaamisellaan. Tämä on Euroopan tutkimusneuvoston varsinainen tehtävä. Sen tulee olla tieteellisissä arvioinneissaan itsenäinen, toiminnassaan riippumaton ja sen rahoituksen on oltava riittävä. Pyydänkin komissiota esittämään selkeän ja tarkan ehdotuksen Euroopan tutkimusneuvoston hallintoelinten rakenteesta ja kokoonpanosta mahdollisimman pian.
Mietinnössä kiinnitetään erityistä huomiota henkilöresursseihin, jotka ovat Euroopan unionin varsinainen vahvuus. Täytyy siis luoda sellaiset olosuhteet, joiden puitteissa eurooppalaiset tutkijat pystyvät parhaiten toteuttamaan itseään. Tutkijoiden liikkuvuuden edistäminen ja sen saaminen yleiseksi käytännöksi uran kaikissa vaiheissa on olennaista. Kaksisuuntainen liikkuvuus yritysten, yliopistojen ja tutkimuskeskusten välillä, työolojen ja urarakenteiden yhtenäistäminen sekä Euroopan laajuisen infrastruktuurin luominen ovat välttämättömiä ehtoja hedelmällisen tutkimusympäristön luomiseksi. Näihin tavoitteisiin päästäksemme vaadin Marie Curie -toimien vahvistamista, koska ne ovat osoittautuneet tehokkaiksi ja tiedemaailman liikkuvuutta parantaviksi.
Jatkaakseni henkilöresursseista haluan korostaa tarvetta edistää naisten tutkijanuraa ja heidän pääsyään tutkimusalalle. Haluamme naisten olevan mukana tieteen kaikilla tasoilla, myös huipulla, ja toivomme myös tasa-arvotutkimusta."@fi7
".
Monsieur le Président, Monsieur le Commissaire, Mesdames et Messieurs, le Conseil européen de Lisbonne, qui s’est tenu en 2000, marque un tournant important pour la politique européenne en général et pour la recherche et la société de la connaissance en particulier.
L’avenir de la recherche et celui de l’Europe dépend également de notre aptitude à rendre la science plus attrayante pour les jeunes. Un lien plus étroit entre les cours et les carrières scientifiques constitue une condition préalable à l’obtention du nombre de chercheurs requis pour garantir le succès de la stratégie de Lisbonne.
Un autre chapitre du rapport concerne le transfert technologique. Le septième programme-cadre accorde une attention particulière au transfert technologique, c’est-à-dire à la coordination de la politique européenne en matière de recherche avec sa politique industrielle. Les plates-formes technologiques et les initiatives technologiques conjointes constituent des mécanismes essentiels pour atteindre cet objectif. Parallèlement, il convient d’accroître le financement d’instruments destinés spécifiquement aux petites et moyennes entreprises, qui ont également besoin de la rationalisation des critères de sélection des projets et de la bureaucratie en général, qui a souvent représenté un obstacle empêchant les PME de participer à des programmes de recherche. En ce qui concerne ce dernier point, j’estime qu’il faudrait adopter les recommandations figurant dans les rapports Marimon et Ormala, et pas seulement par rapport aux PME.
Permettez-moi, pour conclure, d’aborder brièvement les priorités thématiques, mais sans parler des mérites des différents arguments. Il convient, selon moi, d’insister sur le fait que ces priorités thématiques reflètent les priorités stratégiques définies à Lisbonne. À cet égard, je voudrais préciser que la mise en œuvre du programme défini à Lisbonne requiert que nous adoptions une attitude différente de celle du passé par rapport aux dépenses. Nous devons passer d’un modèle de fourniture diffuse de l’aide - ce qu’on appelle en Italie «
» - à un modèle privilégiant des dépenses en faveur d’investissements ayant un effet multiplicateur, c’est-à-dire un effet sur le renforcement de la croissance. Je voudrais enfin insister pour que le Parlement ne fasse pas de concessions en matière de financement de la recherche et j’espère que la Commission se rangera du côté de l’Assemblée dans cette bataille.
Le projet de la Commission Prodi - principalement mis au point par le commissaire Busquin mais, même avant lui, par le commissaire italien, le professeur Ruberti -, qui visait à créer l’Espace européen de la recherche par le biais d’un certain nombre de mesures, a été confirmé à Lisbonne. Il s’agit là d’une avancée fondamentale pour faire de l’Europe l’économie de la connaissance la plus compétitive et la plus dynamique du monde.
Nous connaissons tous le fossé qui existe entre l’Europe et ses principaux concurrents dans ce domaine, à savoir les États-Unis et le Japon. Le pourcentage du PIB affecté aux dépenses pour la recherche s’élève à 3,12% au Japon, à 2,76% aux États-Unis, à 1,99% dans l’UE des Quinze et à 1,93% dans l’UE des Vingt-cinq. Nous devons combler ce fossé et l’Espace européen de la recherche représente un pas dans la bonne direction. Ce projet est à notre portée, mais sa réalisation requiert de la détermination - la même détermination que celle qui s’est manifestée au moment de la création du marché intérieur et de la monnaie unique.
L’importance de l’Espace européen de la recherche est soulignée par les nouvelles compétences que le traité établissant une constitution pour l’Europe attribue à l’Union dans ce domaine et nous demandons instamment à la Commission d’agir conformément au nouveau cadre juridique.
Si je veux évaluer ce qui a été réalisé et esquisser des perspectives d’avenir, je dois souligner l’importance d’assurer une continuité entre les sixième et septième programmes-cadre. Le sixième programme-cadre a marqué une rupture par rapport aux programmes antérieurs en ce sens qu’il a défini des objectifs plus ambitieux et qu’il a introduit des instruments novateurs qui encouragent un plus grand nombre de parties prenantes à s’impliquer et à coordonner leurs actions.
Le septième programme-cadre présente encore une autre nouveauté: la création du Conseil européen de la recherche. Je m’adresse également sur ce sujet au nom de notre collègue, Mme Erika Mann, qui ne peux assister à ce débat. Le Conseil européen de la recherche répond à la demande que la communauté scientifique européenne formule avec de plus en plus de véhémence et qui consiste à créer un nouvel organe destiné à stimuler la recherche fondamentale.
La recherche fondamentale est un élément crucial pour garantir le succès de nos politiques innovatrices et pour engendrer une valeur ajoutée européenne. On a toujours défini jusqu’à aujourd’hui la valeur ajoutée européenne par le biais d’une collaboration entre les équipes de chercheurs de différents pays, mais, comme le montre le rapport Mayor, le temps est venu d’apporter une nouvelle définition de la notion de valeur ajoutée et de permettre à des chercheurs individuels ou à des équipes individuelles de n’importe quel État membre de l’UE de rivaliser avec l’ensemble des autres chercheurs sur une base d’excellence. Telle est la véritable mission du Conseil européen de la recherche, dont les évaluations scientifiques doivent être indépendantes, dont le fonctionnement doit être autonome et qui doit être correctement financé. À cet égard, je demande instamment à la Commission de présenter le plus rapidement possible une proposition claire et précise en ce qui concerne la structure et la composition des principaux organes dépendant du Conseil européen de la recherche.
Le rapport insiste particulièrement sur le thème des ressources humaines, qui constituent la véritable force de l’Union. Il nous faut, à ce propos, créer les conditions permettant aux chercheurs européens de s’exprimer de façon optimale. Il est essentiel d’encourager la mobilité parmi les chercheurs et d’étendre cette pratique à tous les échelons de leur carrière. Une mobilité réciproque entre les entreprises, les universités et les centres de recherche, l’harmonisation des conditions de travail et des structurelles professionnelles ainsi que la création d’une infrastructure paneuropéenne, telles sont les conditions essentielles à la création d’une environnement fécond pour la recherche. Afin de réaliser ces objectifs, j’en appelle à un renforcement des actions Marie Curie, car elles ont montré leur efficacité, et à la promotion de la mobilité au sein du monde scientifique.
Pour rester dans le domaine des ressources humaines, je voudrais signaler la nécessité de promouvoir l’accès au secteur de la recherche aux femmes et de leur permettre d’y faire carrière. Nous voulons que les femmes soient davantage présentes à tous les échelons, y compris à l’échelon le plus élevé, et nous voulons également une recherche sur les questions de genre."@fr8
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@hu11
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@lt14
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@lv13
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@mt15
"Mijnheer de Voorzitter, mijnheer de commissaris, dames en heren, de Europese Raad van Lissabon van 2000 betekende een belangrijke ommezwaai in het Europees beleid in het algemeen maar vooral ook in het onderzoek en de kennissamenleving.
De toekomst van het onderzoek en van Europa hangt bovendien af van ons vermogen om de wetenschap aantrekkelijker te maken voor jongeren. Een nauwe band tussen onderwijsprogramma’s en wetenschappelijke loopbanen is de eerste voorwaarde waaraan voldaan moet worden als men het noodzakelijk aantal onderzoekers wil hebben voor de succesvolle tenuitvoerlegging van de strategie van Lissabon.
Een ander belangrijk hoofdstuk in het verslag betreft technologieoverdracht. Het zevende kaderprogramma moet bijzondere aandacht besteden aan technologieoverdracht, en moet voorzien in coördinatie van het Europees onderzoeksbeleid met het industriebeleid. De technologische platforms en de gemeenschappelijke initiatieven op technologisch gebied zijn fundamentele mechanismen voor dit doel. Daarnaast moeten meer middelen worden uitgetrokken voor de instrumenten die specifiek bestemd zijn voor kleine en middelgrote ondernemingen. De criteria voor toelating van KMO's tot projecten moeten worden gestroomlijnd, en meer in het algemeen moet de bureaucratie worden verminderd, die de deelneming van KMO's aan onderzoeksprogramma’s al zo vaak heeft gedwarsboomd. Wat dit laatste thema betreft moeten de in het verslag-Marimom en het verslag-Ormala opgenomen aanbevelingen - en niet alleen de aanbevelingen met betrekking tot KMO's - worden overgenomen.
Tot slot wil ik nog kort de thematische prioriteiten noemen, zonder ze inhoudelijk te behandelen. Ik wil erop wijzen dat deze thematische prioriteiten de strategische prioriteiten van de agenda van Lissabon weerspiegelen. Ik moet daarbij duidelijk zeggen dat wij de uitgaven die noodzakelijk zijn voor de tenuitvoerlegging van de agenda van Lissabon anders moeten benaderen dan in het verleden. Dat wil zeggen, wij moeten afstappen van de benadering van verstrooiing van de steuntoekenning – wat wij in Italië
noemen - en de voorkeur gaan geven aan investeringsuitgaven met een vermenigvuldigend effect, dat wil zeggen aan uitgaven die de groei kunnen versterken. Tot slot wijs ik er nog op dat het Parlement niet mag beknibbelen op de middelen voor onderzoek, en ik hoop dat het Parlement in deze strijd in de Commissie een bondgenoot zal vinden.
In Lissabon is het project van de Commissie-Prodi bevestigd, een project waarvoor met name commissaris Busquin en, vóór hem, de Italiaanse commissaris Ruberti zich hebben ingezet. Daarmee moest via een veelvoud aan activiteiten een Europese ruimte van onderzoek tot stand worden gebracht. Deze stap is van fundamenteel belang om van Europa de meest concurrende en dynamische kenniseconomie van de wereld te maken.
Wij weten dat er momenteel een grote kloof bestaat tussen Europa en zijn belangrijkste concurrenten in deze sector, namelijk de Verenigde Staten en Japan. Het voor onderzoeksuitgaven uitgetrokken percentage van het BBP is 3,12 procent in Japan, 2,76 procent in de Verenigde Staten, 1,99 procent in de Unie van de Vijftien, en 1,93 procent in de Unie van de Vijfentwintig. Wij moeten deze kloof zien te overbruggen, en met de Europese ruimte van onderzoek gaan wij de goede kant uit. Dit is een haalbaar project mits men blijk geeft van vastberadenheid, van net zoveel vastberadenheid als bij de interne markt en de eenheidsmunt.
Hoe belangrijk de Europese ruimte van onderzoek is, blijkt ook uit de nieuwe bevoegdheden die de Unie op dit gebied met het Grondwettelijk Verdrag verwerft. Wij vragen daarom de Commissie om consequent op te treden en zich te richten op het nieuw rechtskader.
Ik heb een balans opgemaakt van hetgeen gedaan is en de vooruitzichten voor de toekomst afgebakend. Daarbij moet ik wijzen op het belang van continuïteit tussen het zevende en het zesde kaderprogramma. Die continuïteit was er niet tussen het zesde kaderprogramma en de daaraan voorafgaande programma’s, vanwege de ambitieuzere doelstellingen en de innovatieve instrumenten voor de verhoging van het aantal deelnemers en de integratie van hun activiteiten.
Het zevende kaderprogramma bevat echter iets nieuws, namelijk de instelling van een Europese onderzoeksraad. Over dit thema voer ik ook het woord namens mevrouw Mann, die helaas niet bij dit debat aanwezig kan zijn. Met de Europese onderzoeksraad wordt een antwoord gegeven op het steeds dringender verzoek van de Europese wetenschappelijke gemeenschap om een nieuwe motor te creëren voor fundamenteel onderzoek.
Fundamenteel onderzoek is van cruciaal belang voor succesvolle innovatie en zal voor Europese toegevoegde waarde zorgen. Tot nu toe bestond de Europese toegevoegde waarde uit samenwerking van onderzoeksteams in verschillende landen. Zoals echter uit het verslag-Mayor blijkt, is het nu tijd om voor nieuwe toegevoegde waarde te zorgen, en afzonderlijke onderzoekers of afzonderlijke teams in ongeacht welke lidstaat van de Europese Unie de mogelijkheid te geven hun krachten te meten met alle andere onderzoekers. Dit is ook de feitelijke opdracht aan de Europese Onderzoeksraad: deze moet onafhankelijke wetenschappelijke evaluaties uitvoeren, op autonome wijze werken en over voldoende financiële middelen kunnen beschikken. Daarom vraag ik de Commissie zo spoedig mogelijk met een nauwkeurig en duidelijk voorstel te komen voor de structuur en de samenstelling van de bestuursorganen van de Europese Onderzoeksraad.
In het verslag wordt bijzondere aandacht geschonken aan het vraagstuk van de menselijke hulpbronnen, die de troef zijn van de Europese Unie. Daarom is het noodzakelijk de voorwaarden te creëren die de Europese onderzoekers in staat stellen hun capaciteiten maximaal tot uiting te brengen. Ook moet hun mobiliteit worden verbeterd. Mobiliteit moet een massaverschijnsel worden, op elk niveau van de loopbaan. Mobiliteit, als tweerichtingsverkeer tussen bedrijven, universiteiten en onderzoekscentra, en de harmonisatie van arbeidsomstandigheden en carrièreverloop zijn, samen met de verwezenlijking van Europese infrastructuren, onontbeerlijke voorwaarden voor de totstandbrenging van een vruchtbaar onderzoeksklimaat. Met het oog op deze doelstellingen vraag ik de Marie Curie-acties te versterken. Het is gebleken dat deze efficiënt zijn en de mobiliteit in de wetenschappelijke wereld bevorderen.
Verder wil ik, wat de menselijke hulpbronnen betreft, er nog aan herinneren dat het noodzakelijk is de toegang van vrouwen tot onderzoek en hun onderzoeksloopbaan te bevorderen. Wij willen op alle niveaus meer vrouwen, ook op de hoogste niveaus, en bovendien willen wij genderonderzoek."@nl3
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@pl16
"Senhor Presidente, Senhor Comissário, Senhoras e Senhores Deputados, o Conselho Europeu de Lisboa de 2000 representa um importante ponto de viragem para a política europeia em geral e para a investigação e a sociedade do conhecimento em particular.
O futuro da investigação e da Europa também depende da nossa capacidade de tornar a ciência mais atraente para os jovens. Uma ligação mais estreita entre percursos escolares e carreiras científicas é a condição prévia para que possamos ter a quantidade de investigadores necessária para o sucesso da Estratégia de Lisboa.
Outro capítulo do relatório prende-se com a transferência tecnológica. O Sétimo Programa-Quadro deverá dedicar uma atenção especial à transferência tecnológica, coordenando assim a política europeia de investigação com a sua política industrial. As plataformas tecnológicas e as iniciativas tecnológicas comuns são mecanismos fundamentais para a realização desse objectivo. Simultaneamente, há que aumentar os recursos para instrumentos especificamente destinados às pequenas e médias empresas, que também exigem uma simplificação dos critérios de selecção dos projectos e da burocracia em geral, que muitas vezes constituiu um obstáculo à participação das PME nos programas de investigação. No que toca a este último aspecto, penso que devem ser aprovadas as recomendações contidas nos relatórios Marimon e Ormala, e não apenas no que se refere às PME.
Para terminar, gostaria de fazer uma breve referência às prioridades temáticas, sem entrar no cerne dos diferentes argumentos. Penso que deve ser salientado que estas prioridades temáticas reflectem as prioridades estratégicas da Agenda de Lisboa. Neste contexto, gostaria de esclarecer que, para implementar a Agenda de Lisboa, devemos adoptar uma perspectiva diferente, em termos de despesa, em comparação com o passado. Devemos passar de um modelo de distribuição generalizada de ajudas – aquilo que, em Itália, é designado por "
" (uma chuva de apoios) – para um modelo que privilegie a despesa em investimentos que tenham um efeito multiplicador, ou seja, o efeito de reforçar o crescimento. Por último, gostaria de salientar que o Parlamento não deve fazer concessões no que toca aos fundos destinados à investigação, e espero que a Comissão esteja do lado do Parlamento nesta batalha.
O projecto da Comissão Prodi – desenvolvido em especial pelo Senhor Comissário Busquin e, ainda antes dele, pelo Senhor Comissário italiano Ruberti – de criar o Espaço Europeu da Investigação, através de um conjunto de acções, foi confirmado em Lisboa. Esse é um passo fundamental para que a Europa se converta na economia baseada no conhecimento mais competitiva e dinâmica do mundo.
Todos conhecemos a actual distância entre a Europa e os seus maiores concorrentes neste domínio, designadamente os Estados Unidos e o Japão. A percentagem do PIB destinada à despesa em investigação é de 3,12% no Japão, 2,76% nos Estados Unidos, 1,99% na UE dos Quinze e 1,93% na UE dos Vinte e Cinco. Devemos eliminar essa distância e o Espaço Europeu da Investigação é um passo na direcção certa. Esse projecto está ao nosso alcance, mas é preciso determinação para que ele se realize, a mesma determinação revelada quando criámos o mercado único e a moeda única.
A importância do Espaço Europeu da Investigação é sublinhada pelos novos poderes que o Tratado Constitucional atribui à União nessa matéria e, por conseguinte, pedimos à Comissão que actue em conformidade com o novo enquadramento legal.
Fazendo um balanço daquilo que já foi feito e traçando perspectivas futuras, devo chamar a atenção para a importância de haver continuidade entre o Sexto e o Sétimo Programas-Quadro. O Sexto Programa-Quadro marcou uma ruptura com os programas anteriores, estabelecendo objectivos mais ambiciosos e introduzindo instrumentos inovadores que encorajam o envolvimento de um maior número de intervenientes e a coordenação das suas acções.
No entanto, o Sétimo Programa-Quadro apresenta outra novidade: a criação do Conselho Europeu da Investigação. Sobre esta matéria, falo também em nome da nossa colega Erika Mann, que não pôde estar presente neste debate. O Conselho Europeu da Investigação responde ao pedido expresso com intensidade crescente pela comunidade científica europeia no sentido da criação de um novo mecanismo de apoio à investigação de base.
A investigação de base reveste-se de importância crucial para uma inovação de sucesso e deverá criar uma mais-valia europeia. Até agora, a mais-valia europeia era definida pela colaboração entre equipas de investigação em diferentes países. No entanto, como indica o relatório Mayor, chegou a altura de dar uma nova definição de mais-valia, permitindo que investigadores individuais ou equipas individuais em qualquer país da UE possam competir com todos os outros investigadores na base da excelência. Essa é a verdadeira missão do Conselho Europeu da Investigação, que deve ser independente nas suas avaliações científicas, autónomo no seu funcionamento e dotado de fundos adequados. Sobre esta matéria, peço à Comissão que apresente, com a maior brevidade possível, uma proposta clara e precisa relativamente à estrutura e à composição dos órgãos de gestão do Conselho Europeu da Investigação.
O relatório dedica especial atenção à questão dos recursos humanos, que constituem a verdadeira força da UE. Relativamente a este aspecto, temos de criar todas as condições para que os investigadores europeus possam exprimir-se da melhor forma possível. É essencial fomentar a mobilidade entre os investigadores e torná-la uma prática generalizada a todos os níveis da carreira. A mobilidade nos dois sentidos entre as empresas, as universidades e os centros de investigação, a harmonização das condições de trabalho e das estruturas das carreiras e a criação de infra-estruturas a nível europeu são condições essenciais para a criação de um ambiente fértil para a investigação. Com vista à realização desses objectivos, peço que sejam reforçadas as acções "Marie Curie", que demonstraram ser eficazes e fomentam a mobilidade no mundo científico.
Ainda sobre a questão dos recursos humanos, gostaria de chamar a atenção para a necessidade de promover o acesso das mulheres ao domínio da investigação, bem como as suas carreiras. Queremos ver uma maior presença das mulheres a todos os níveis, inclusivamente aos níveis mais altos, e também queremos a investigação em termos de género."@pt17
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@sk18
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 rappresenta una svolta importante per la politica europea in generale e per la ricerca e la società della conoscenza in particolare.
Il futuro della ricerca e dell'Europa dipende inoltre dalla nostra capacità di rendere la scienza più attraente per i giovani. Un collegamento più stretto tra percorsi scolastici e carriere scientifiche è la precondizione per avere la quantità di ricercatori necessaria per il successo della strategia di Lisbona.
Un altro capitolo della relazione è il trasferimento tecnologico. Il settimo Programma quadro dovrà dedicare un'attenzione particolare al trasferimento tecnologico, coordinando la politica europea di ricerca con la politica industriale. Le piattaforme tecnologiche e le iniziative tecnologiche comuni sono meccanismi fondamentali per questo obiettivo e insieme a questo bisogna potenziare le risorse a favore degli strumenti espressamente dedicati alle piccole e medie imprese, per le quali bisogna prevedere uno snellimento dei criteri di ammissione ai progetti e in generale della burocrazia, che spesso ha costituito un ostacolo alla partecipazione delle piccole e medie imprese ai programmi di ricerca. Su quest'ultimo argomento credo debbano essere accolte le raccomandazioni contenute nella relazione Marimon e nel rapporto Ormala, e non solo con riferimento alle piccole e medie imprese.
In conclusione, vorrei accennare brevemente alle priorità tematiche, senza entrare nel merito dei singoli argomenti. Credo si debba sottolineare che queste priorità tematiche rispecchiano le priorità strategiche dell'Agenda di Lisbona. A questo proposito vorrei precisare che, per realizzare l'Agenda di Lisbona, dobbiamo adottare un approccio alla spesa diverso rispetto al passato, vale a dire che dobbiamo passare da una concezione che prevede quelli che in Italia chiamiamo "aiuti a pioggia" a una concezione che privilegia la spesa per gli investimenti che hanno un effetto moltiplicatore, cioè l'effetto di rafforzare la crescita. Infine, sottolineo che il Parlamento non deve fare sconti sui fondi per la ricerca e mi auguro che la Commissione sia alleata del Parlamento in questa battaglia.
A Lisbona è stato confermato il progetto della Commissione Prodi, in particolare del Commissario Busquin ma prima ancora del Commissario italiano Ruberti, di creare, attraverso una pluralità di azioni, lo Spazio europeo della ricerca. Questo è un passo fondamentale perché l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo.
Conosciamo tutti l'attuale
tra l'Europa e i suoi maggiori
in questo settore
vale a dire gli Stati Uniti e il Giappone. La percentuale del PIL destinata alle spese per la ricerca è pari al 3,12 per cento in Giappone, al 2,76 per cento negli Stati Uniti, all'1,99 per cento nell'Unione a Quindici e all'1,93 per cento nell'Unione a Venticinque. Dobbiamo colmare questo
e lo Spazio europeo della ricerca va nella direzione giusta. Questo progetto è a portata di mano, ma ci vuole determinazione perché si realizzi, la stessa determinazione manifestata nella realizzazione del mercato unico e della moneta unica.
L'importanza dello Spazio europeo della ricerca è sottolineata dalle nuove competenze che il Trattato costituzionale attribuisce all'Unione in questa materia e per questo chiediamo alla Commissione di agire in coerenza con la nuova cornice legale.
Facendo un bilancio di quanto è stato fatto e delineando le prospettive future, tengo a sottolineare l'importanza della continuità tra il settimo e il sesto Programma quadro. Quest'ultimo ha rappresentato un momento di discontinuità rispetto ai precedenti programmi, perché si è posto obiettivi più ambiziosi e ha introdotto strumenti innovativi che promuovono il coinvolgimento di un maggior numero di attori e l'integrazione delle loro azioni.
Il settimo Programma quadro presenta tuttavia una novità, vale a dire l'istituzione del Consiglio europeo della ricerca. Su questo argomento intervengo anche a nome della collega Erika Mann, che non può essere presente a questo dibattito. Il Consiglio europeo della ricerca risponde alla richiesta espressa con crescente intensità dalla comunità scientifica europea di creare un nuovo motore per la ricerca di base.
La ricerca di base riveste un'importanza cruciale per un'innovazione di successo e creerà valore aggiunto europeo. Fino ad ora il valore aggiunto europeo era stato definito dalla collaborazione di
di ricerca in paesi diversi. Ora, come indica la relazione Mayor, è tempo di dare una nuova definizione di valore aggiunto, che prevede per i singoli ricercatori o le singole
in qualsiasi Stato membro dell'Unione europea la possibilità di competere con tutti gli altri ricercatori sulla base dell'eccellenza. Questa è la vera
dell'
che deve essere indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, autonomo nel suo funzionamento e dotato di adeguate risorse. Su questo argomento chiedo alla Commissione di presentare quanto prima una proposta precisa e chiara rispetto alla struttura e alla composizione degli organismi di governo del Consiglio europeo della ricerca.
La relazione presta un'attenzione particolare al tema delle risorse umane, che è il vero punto di forza dell'Unione europea. A tale riguardo è necessario creare tutte le condizioni affinché i ricercatori europei possano esprimersi al meglio ed è indispensabile favorire la loro mobilità e far sì che essa diventi un fenomeno di massa a tutti i livelli della carriera. La mobilità, nella doppia direzione, tra imprese, università e centri di ricerca, l'armonizzazione delle condizioni di lavoro e delle progressioni della carriera nonché la creazione di infrastrutture europee sono condizioni indispensabili per creare un ambiente fertile per la ricerca. Per questi obiettivi chiedo di rafforzare le Azioni Marie Curie, che hanno dimostrato di essere efficaci e di favorire la mobilità nel mondo scientifico.
Sempre in riferimento alle risorse umane vorrei ricordare la necessità di promuovere l'accesso delle donne al settore della ricerca e le loro carriere. Vogliamo una maggiore presenza delle donne a tutti i livelli, anche a quelli più elevati, e vogliamo anche la
."@sl19
".
Herr talman, herr kommissionsledamot, mina damer och herrar! Europeiska rådet i Lissabon år 2000 markerar en viktig vändpunkt för europeisk politik i allmänhet och för forskning och det kunskapsbaserade samhället i synnerhet.
Forskningens och Europas framtid är också beroende av vår förmåga att göra vetenskap mer attraktiv för unga människor. En närmare förbindelse mellan undervisningskurser och vetenskapliga karriärer är en nödvändig förutsättning för att vi skall få det antal forskare som behövs för att lyckas med Lissabonstrategin.
Ett annat kapitel i betänkandet avser tekniköverföring. Genom det sjunde ramprogrammet bör man särskilt uppmärksamma tekniköverföring och således samordna Europas forskningspolitik med dess industripolitik. Teknikplattformar och gemensamma teknikinitiativ är nödvändiga mekanismer för att man skall uppnå målet. Samtidigt måste också finansieringen öka för instrument som är särskilt avsedda för små och medelstora företag, vilket också kräver effektivisering av projekturvalskriterier och av byråkratin i allmänhet, som ofta varit ett hinder för små och medelstora företag att delta i forskningsprogram. Vad gäller detta menar jag att rekommendationerna i Marimon- och Ormalarapporterna bör antas och inte bara avseende små och stora företag.
Avslutningsvis vill jag kort beröra tematiska prioriteringar, utan att gå in på förtjänsterna med enskilda argument. Det skall betonas att dessa tematiska prioriteringar återspeglar de strategiska prioriteringarna i Lissabondagordningen. I detta sammanhang vill jag klargöra att vi för att genomföra Lissabondagordningen måste anta en annan linje vad gäller utgifter jämfört med tidigare. Vi måste förflytta oss från en modell med diffusa biståndsvillkor – vad man i Italien kallar för ”
” – till en modell som prioriterar att man gör investeringar som har flerdubblande effekt, det vill säga en effekt som förstärker tillväxten. Till sist vill jag betona att Europaparlamentet inte behöver göra några eftergifter avseende forskningsmedel, och jag hoppas att kommissionen kommer att stå på parlamentets sida i denna kamp.
Prodikommissionens projekt – utvecklat i synnerhet av kommissionsledamot Philippe Busquin men även dessförinnan av den italienska kommissionsledamoten professor Ruberti – för att skapa det europeiska forskningsområdet med hjälp av ett antal åtgärder bekräftades i Lissabon. Det är ett fundamentalt steg om Europa skall bli den mest konkurrenskraftiga och dynamiska kunskapsbaserade ekonomin i världen.
Vi är medvetna om det aktuella gapet mellan Europa och dess huvudkonkurrenter på detta område, det vill säga Förenta staterna och Japan. Andelen av BNP avsedd för forskning är 3,12 procent i Japan, 2,76 procent i Förenta staterna, 1,99 procent i EU med 15 medlemsstater och 1,93 procent i EU med 25 medlemsstater. Vi måste fylla detta gap och det europeiska forskningsområdet är ett steg i rätt riktning. Detta projekt är inom räckhåll, men det behövs beslutsamhet för att genomföra det, samma beslutsamhet som visades när vi skapade den inre marknaden och den gemensamma valutan.
Vikten av det europeiska forskningsområdet betonas med de nya befogenheter som konstitutionsfördraget tillskriver Europeiska unionen på detta område, och därför uppmanar vi kommissionen att agera i linje med det nya regelverket.
När jag summerar vad som gjorts och skisserar framtida projekt, måste jag betona vikten av kontinuitet mellan de sjätte och sjunde ramprogrammen. Det sjätte ramprogrammet skiljde sig från tidigare program, eftersom det satte upp ambitiösare mål och införde nyskapande instrument som uppmuntrar ett större antal intressenter att delta och att samordna sitt agerande.
I det sjunde ramprogrammet presenteras ytterligare en nyhet, dvs. att skapa Europeiska forskningsrådet. Jag talar också om detta ämne på vår kollega Erika Manns vägnar som inte kunde närvara vid denna debatt. Europeiska forskningsrådet är ett svar på den europeiska forskningsgemenskapens alltmer ivriga efterfrågan på ett nytt organ för att stimulera grundforskningen.
Grundforskningen är ytterst viktig för framgångsrik innovation och kommer att skapa europeiskt mervärde. Hittills har europeiskt mervärde definierats genom samarbete mellan forskargrupper i olika länder. Som Mayorbetänkandet visar är det dock dags att tillhandahålla en ny definition på mervärde som gör det möjligt för enskilda forskare eller enskilda grupper att i ett EU-land konkurrera med alla andra forskare utifrån särskild kompetens. Detta är den egentliga uppgift Europeiska forskningsrådets har, som måste vara oberoende i sina vetenskapliga utvärderingar, självständigt i sitt arbete och tillräckligt finansierat. I detta sammanhang uppmanar jag kommissionen att lägga fram ett tydligt, exakt förslag avseende strukturen för och sammansättningen av Europeiska forskningsrådets styrelse så snart som möjligt.
I betänkandet uppmärksammas särskilt ämnet humankapital, som är EU:s verkliga styrka. Här måste vi skapa de rätta villkoren så att europeiska forskare kan uttrycka sig själva på bästa sätt. Det är viktigt att främja rörlighet bland forskare och att göra detta till allmänt bruk i alla karriärskeden. Ömsesidig rörlighet mellan företag, högskolor och forskningscentrum, harmonisering av arbetsvillkor och karriärstrukturer samt skapande av en Europaomfattande infrastruktur är viktiga villkor för att skapa en fruktsam forskningsmiljö. För att uppnå dessa mål efterlyser jag att åtgärderna inom Marie Curie-programmet stärks, eftersom de har visat sig vara effektiva, och att rörlighet uppmuntras i vetenskapsvärlden.
Fortfarande vad gäller ämnet humankapital vill jag påpeka att det finns ett behov att främja såväl kvinnors tillträde till forskningssektorn som deras karriär. Vi vill se fler kvinnor på alla nivåer, däribland de högsta, och vi vill också ha genusforskning."@sv21
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lpv:unclassifiedMetadata |
""aiuti a pioggia""2
"(Aplausos)"20,17
"(Applausi)"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"European Research Council"5,19,15,1,18,14,11,16,13,12
"Locatelli (PSE ),"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"aiuti a pioggia"21,7,3,4,20,17,8
"competitors"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"gap"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"gender research"5,19,15,1,18,14,11,16,13,12
"mission"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"relatrice"5,19,15,1,18,14,16,11,13,12
"team"5,19,19,15,1,1,18,14,16,11,13,12
"équipe"5,19,19,15,1,1,18,14,16,11,13,12
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Named graphs describing this resource:
The resource appears as object in 2 triples